Pepito Rossi al Levante è una sconfitta per il calcio italiano. Ma perchè non lo prende una squadra di serie A di metà classifica o anche in difficoltà come il Genoa? Il Palermo? Ma lo stesso Sassuolo? Non merita di finire nell’ultima della Liga spagnola, a 29 anni

Giuseppe Rossi quando era al Villarreal, adesso va al Levante
Giuseppe Rossi quando era al Villarreal, adesso va al Levante

Piange il cuore, davvero, di fronte alla Fiorentina che manda in Spagna, nella cenerentola Levante, uno dei talenti più puri del nostro calcio, Pepito Rossi.

Capisco che non giochi titolare nella Fiorentina, che Kalinic e i trequartisti Bernardeschi e Ilicic si facciano preferire, che Paulo Sousa faccia altre scelte, ma com’è possibile che il resto della serie A lo ignori?

Il Sassuolo gli preferisce Trotta, ex Avellino, bravissimo, certo, però, adesso, forse, non è superiore. E poi Sampdoria e Genoa, Bologna e Palermo, ma tante squadre. La stessa Roma potrebbe prenderlo come arma tattica, dalla panchina.

L’Atalanta. Il nostro discorso è in astratto, non andiamo a studiare tutti i parchi degli attaccanti italiani. La realtà è che Pepito così è buttato via. Merita di partecipare alla prima grande manifestazione della carriera, dopo avere accarezzato il mondiale di Sudafrica 2010, unico errore ammesso da Lippi, così però siamo lontanissimi.

Com’era guizzante, articolante, nel gioco, passateci questo termine, al Villarreal. A Vila-Real, con il sottomarino giallo. Gialli diventavano gli avversari, partiva e virava, ripartiva, serpeggiava. E adesso nulla. Sì, l’abbiamo visto a Reggio, con il Sassuolo, 5,5.

Ma due anni fa vinse la partita nel finale, a Reggio, sempre al freddo. Pepito era stato suggerito, come soprannome, da Enzo Bearzot, con Alberto Cerruti de La Gazzetta dello sport. Pepito. Straordinario.

Sì, adesso torna in Spagna, ma non è più lo stesso. Soprattutto il Levante è ultimo, com’era in crisi economica anni fa, quando Gianni De Biasi tornò in Italia, al Torino, a due terzi di stagione.

Pepito, servono 10 gol nel girone di ritorno, quasi tutti su azione, per avere chances di Parigi. Pepito, la porta di Antonio Conte è aperta, sempre, a tutti. Lo meriti, lo strameriti, Pepito. Il pubblico di Parma era ai tuoi piedi 9 anni fa, quando con Claudio Ranieri salvasti la squadra da solo, 28 punti in 16 giornate, dopo i 15 in 22 con Stefano Pioli.

Dai, Pepito, l’Italia è con te, davvero. Quel tuo viso sempre un po’ triste, serio, la parlata un po’ americana. Vamos, Pepito. Resti la pepita del calcio italiano.

 

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