Puzzolo, la lotta scudetto. L’Inter fa flop, le altre si avvicinano tutte, non convincono le scelte cervellotiche di Mancini: schierare Medel e Melo a centrocampo significa consegnarlo alla Lazio

Mancini, la sua voglia di stupire, a volte fa dei danni
Mancini, la sua voglia di stupire, a volte fa dei danni.

La lotta scudetto ha vissuto nell’ultima giornata del 2015, prima della sosta natalizia, una giornata decisiva.

Vincono tutte, Fiorentina, Napoli e Roma, rivince la Juve con la settima consecutiva, e soprattutto perde l’Inter, e ora ci sono cinque squadre nel giro di tre punti: la lotta sarà incertissima.

Prima di fare le mie critiche a Mancini, per onestà , devo dire che comunque essere primo in classifica a Natale e’ sicuramente un grandissimo risultato insperato e di questo gli va dato atto.

Cambiare 10 giocatori e riuscire a rimanere in testa alla classifica constantemente e’ una nota di merito che gli va attribuita.

Detto questo e,  dato a Mancini quello che gli spetta, va detto anche che la sua continua voglia di stupire e il suo cambiare sempre di continuo formazione, ogni tanto provoca danni seri.

Ieri sera l’Inter ha giocato molto male, peggio del solito,  e quei piccoli passi avanti dal punto di vista del gioco  manifestati nelle ultime prestazioni , ieri sono clamorosamente venuti a meno.

Mancini ci ha messo del suo: rinunciare in partenza ai due giocatori più in forma, Brozovic e Ljajic, e’ stata veramente una pazzia.

Aveva un senso confermare Montoya, le due precedenti gare le aveva fatte bene, ma tenerlo in campo dopo il suo primo tempo imbarazzante e’ stato veramente una sciocchezza.

Schierare le due ” sentinelle ” di centrocampo Melo e Medel, ha voluto dire consegnare interamente il fulcro del gioco alla Lazio, che con un possesso ordinato hanno fatto girare e correre a vuoto i due centrocampisti.

Mancini dopo aver richiamato più volte Melo, nel corso del primo tempo, non ha trovato il coraggio di cambiarlo e la giornata negativa del brasiliano è diventato tragica con il rigore causato e l’espulsione rimediata.

L’Inter aveva approcciato male, il primo tempo e’ stato una pena, ma in panchina aveva la possibilità di trovare i giusti rimedi, non a caso , una volta fatti, il pareggio era arrivato.

Una squadra grande capisce quando non è giornata e pure un grande allenatore deve capirlo, bastava poco, per rimediare almeno un punto.

Il concetto generale e’ però nella mancanza totale di gioco, quando l’Inter e’ chiamata a costruire denuncia limiti paurosi, l’Inter e’ costruita solo per contenere e ripartire, la difesa e’ di grande livello, concede poco, incassa meno, in questo modo sono stati costruite le 8 vittorie per 1-0.

Per vincere lo scudetto, però, serve altro:  vero l’Inter non era fra le favorite, e nessuno ha mai detto di puntare al titolo, però , insomma, un po’ di acquolina in bocca era venuta .

Il prepotente rientro della Juve, la conferma del Napoli, il bel gioco della Fiorentina e le potenzialità ancora inespresse della Roma, mi fanno pensare che un terzo posto Champions sarebbe un risultato più che lusinghiero.

Un consiglio a Mancini: faccia l’ottimo allenatore che è , non serve stupire, e nemmeno fare il fenomeno, trovi una formazione base, cerchi e schieri sempre almeno un centrocampista in grado di proporre gioco, altrimenti, se negli scontri diretti sono certo non sfigurerà , ma questo non vuol dire che li vincerà, contro le altre squadre, le medio-piccole, l’Inter farà sempre fatica … senza un gioco non si possono avere reali ambizioni.

a cura di Vanni Puzzolo

 

 

 

 

 

 

Related Posts

Leave a reply