Enordest.it. C’è anche San Faustino, il patrono dei single

Vasco Zagnoli con la moglie Emilde Montecchi

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Vanni Zagnoli

Il mio san Valentino è stato penalizzato da mal di gola e da problemi urinari, chissà se prostatite o se calcoli renali. Sapete che evito il più possibile i farmaci. Dunque non siamo usciti, con Silvia Gilioli, moglie dal 31 dicembre 1994, uno dei 5 giorni in cui i giornalisti di carta stampata non lavorano.

Gli altri sono la vigilia e Natale, il 1° maggio, festa dei lavoratori, appunto, e ferragosto. Il giornalismo è particolare, i migliori e soprattutto i più servili vengono assunti, per gli altri è una jungla, che io racconto su vannizagnoli.it, testata, con il roc, nella quale non mi devo mettere in ginocchio nei confronti di nessuno per trovare gente che mi pubblichi senza fare storie.

Due mercoledì fa, dunque, è stato san Valentino, il nostro 34°, siamo infatti insieme dal 4 febbraio del 1990, dalla partita di volley serie A2 a Reggio Emilia, non ricordo quale fosse. Con Silvia ci conoscemmo in chiesa, a Pieve Modolena, ella è del 1973, nata il 2 giugno, io del 1971, luglio. All’epoca, ero timido come lei, era l’estate del 1989 e anzi avrei vissuto la mia prima vacanza della vita, addirittura in tenda. Addirittura nel senso che quanto per tanti è routine, per Vasco, ansia e depressione, nevrosi, lenta – direbbe Francesco Guccini -, per Vasco Zagnoli era motivo di allarme. A ferragosto 1989 andai a Rimini, direi, con Ludovico Berruti, brillante imprenditore di materie plastiche, numero 1 italiano nell’importazione o nell’esportazione, comunque non vuole raccontarmi la sua traiettoria umana e professionale, tantomeno con il suo viso. “Chi cerca visibilità – dice Cristiano Correggi, di Montecchio, imprenditore di Italsughero, dunque di tappa da imbottigliamento -, perde di vista l’azienda. Gianni Dieci, per esempio, uno dei fratelli Dieci, che sponsorizzava il Cesena, quando noi eravamo al liceo scientifico Spallanzani, era in serie A peccato che poi sia fallito”. Lo incontrai un quarto di secolo fa, da presidente del Panathlon, mi feci invitare per Igor Cassina, oro olimpico della ginnastica artistica, venne anche mia moglie, a cena, a fargli domande c’era anche Pierpaolo Cattozzi, classe 1939, ma Dieci si risentì perchè in un’apertura di pagina su Avvenire, il quotidiano dei vescovi, lo citai”.

Dicevo, della prima vacanza, con Andrea Fochi, di Montecchio, pure, medico, figlio di ginecologo, e con Cristian Bonacina, che lavora a Rubiera, paese della pallamano, come Rubano nel Padovano.

Ci vedevamo a messa, con Silvia, lei aveva 16 anni, quando notai quei suoi bei capelli e il viso senza trucco, molto semplice, la sua serenità.

Dal febbraio 1990 il fidanzamento, papà non stava bene, ricorremmo al primo dei due ricoveri coatti e nel frattempo io lasciai la casa di Pieve Modolena, dove nonno Ernesto resistette sino al 1996 nonna Elena, Maria, sino al 2002. Nell’appartamento superiore, papà Vasco, sino al 23 giugno 2002, e mamma Emilde, che nel 2016 facemmo ospitare in una struttura per anziani.

Silvia ha sempre preferito abitare in città, non siamo in centro ma è più comoda, soprattutto non deve sempre pulire appartamenti molto grandi, per due persone. Io mi sarei voluto trasferire a Milano, anche solo da freelance, lei preferisce restare a Reggio. A Pieve Modolena, zona scuole, mamma Enza è scomparsa nel settembre 2022, durante i mondiali di volley, in Slovenia. Tornai da Lubiana per il funerale, e ripartii. L’Italia di Fefè de Giorgi battè Cuba, negli ottavi, senza di me, e persino la Francia, campione olimpica, nei quarti, contro pronostico, a quel punto tirai dritto per la Polonia, con semifinali e finale a Katowice. Peccato avesse finito il mio antipsicotico omeopatico, sennò sarei rimasto in Polska oltre le ore successive alla finale.

Silvia è impiegata, contabile, un’eccellente professionista, metodica, molto affidabile, dal 2000 lavora in ambito medico, quotatissima nel suo ambiente, non annota mai le ore di lavoro straordinario, in questo è unica. Mai un giorno di malattia, fra l’altro, solo ferie.

Dovrei raccontarvi le furberie di Edward de la Cruz Paredes, il domenicano cristiano evangelico, che non può dire bugie. Per esempio si mette spesso in malattia, alcuni giorni. “Tanto l’Inps paga l’85% del compenso contrattuale”.

Ecco, Silvia è il contrario, dipendente che lavora con lo spirito del libero professionista.

Ama gli animali e le fiction, il giardinaggio e un po’ di fai da te, non il luxury, in questo è figlia d’arte, di Enza, sobrissima, appunto.

Silvia non esce quasi più con il marito perchè non ama la sua ricerca di videoracconti. Del resto, sapete, io non vado al ristorante per mangiare, vado a raccontare il ristorante. “Dopo – sorride – ci vengono discussioni”.

Ecco, Silvia non le ama, al contrario mio. Neanch’io le amo.

Siamo in condominio, dunque, dal ’94, in affitto per 3 anni, poi abbiamo comprato e dunque siamo proprietari, dal 2002 abbiamo azzerato le esigenze economiche, avendo ereditato la parte di papà Vasco del patrimonio. Io posso anche lavorare, Silvia nel 2017 complice una mia vicenda grottesca ha preferito separare i beni, appunto, per 23 anni siamo stati in comunione, ma io ho sempre fatto la parte del leone. Soprattutto a tavola, sapete, sennò non mi sarei ammalato di diabete. Racconterò anche quello, bene.

Dal 2002, al 2017, circa, abbiamo collezionato serate e pranzi ai ristoranti stellati del nord Italia e non solo. Nel ’95 rinunciammo alla luna di miele, io all’epoca scrivevo parecchio.

Ci siamo rifatti dal 2002, fra Tenerife, alle isole Canarie, in Spagna, sempre a inizio anno, con il piacere del mare d’inverno. Il caldo nelle settimane più fredde, dunque della merla. Dieci giorni a Santo Domingo, se ricordo bene, a città del Messico, una settimana a Cuba, forse qualche giorno in più. In Kenya, il cambio di clima prostra i corpi, arriviamo, al villaggio e Silvia sviene, giuro ho avuto una paura tremenda, neanche a me ne avanzava tanto. Stranissimo. Maldive, le isole Mauritius, splendide, durante le olimpiadi invernali a Torino, 2006, potessi riscrivere il passato avrei tentato di accreditarmi, ci proverò a Milano-Cortina d’Ampezzo, 2026. Una delle prime vacanze fu in Egitto, nella nota Shark el Sheikh, la più emozionante a Capo Verde, Cabo verde terra estimada, come canta Cesaria Evora, in portoghese.

Ricordo le acconciature, “tutta testa con perline, metta testa con perline”, metta, proprio così, ovvero metà.

Rammento la capoeira, danza tipica, un 70enne italiano padrone del villaggio fidanzato con una sensualissima forse 25. Un cartello: “Non scambiare la naturale sensualità delle capoverdiane con una disponibità che non c’è”.

Si intende al sesso facile, con o senza passaggio di soldi.

Gli ultimi viaggi furono in Honduras, dove abbiamo la foto più bella, di Silvia, con il delfino, logo di vannizagnoli.it, testata, con il roc, ricordate sempre, e a Miami, Usa, 2014, iniziano a essere le telecamere, nei telefonini, mi avrebbero cambiato la vita, autodistruggendomi, di fatto, tagliandomi fuori dalle collaborazioni giornalistiche più prestigiose.

Due le nostre crociere, nel mar Mediterraneo, 2011 con una bellissima animazione, un giocoliere bulgaro era bravissimo, la seconda fu meno eclatante.

In vacanza io per anni tentavo di dormire, mia moglie mai ha sofferto di insonnia, solo ha sofferto per qualche mio autogol, ovvero le fine della collaborazioni giornalistiche. Mai colpa mia, sempre dei capiredattori o di qualcun altro. A volte non è dipeso, in effetti, dalla mia condotta.

Lavoro da casa da sempre, escluso i 40 mesi alla redazione di Reggio Emilia a Il Resto del Carlino, da abusivo, si diceva una volta, e 6 mesi da ospite a L’Unità, sempre a Reggio. Per anni mi attivavo alle 15, lavoravo intensamente magari sino alle 24 e passa, poi uscivo, da solo. E poi e poi per pigliare sonno mi aiutavo con induttore, benzodiazepina, Stilnox, poi Halcion, con effetti particolari, depressivi, pianto facile. Adesso sono felicemente disoccupato e pure evitato, perchè magari sono in diretta su youtube, anche se non inquadro, e chi ho davanti non lo sa.

Silvia mi ha accompagnato, raccontavo già nelle radio, una volta al basket, rarissimamente comunque agli sport vari, più spesso a Piacenza e Parma, a Modena e a Bologna, molto a Cesena e Verona, per il Chievo, una volta a Trieste, qualcuna anche con la nazionale.

Altri collaboratori, autisti, sono Matteo Genovesi, firma di Carlino Reggio, sport, di Guastalla, Matteo Punghellini sulla Reggiana, in casa, è allenatore fra gli amatori ma soprattutto medico sportivo, ispettore antidoping, ovviamente in zona Reggio.

Al basket, Reggio, una volta anche in trasferta, l’edicolante, Raimondo Iorio, con la compagna, Simonetta Melissa, lei edicolante ma soprattutto contabile, a Rubiera. Ah, scusate, loro venivano con me a Modena, in serie A, per il calcio. E si occupavano del basket, al palaBigi.

Prima di loro, Luca Taddei, che al liceo aveva soggiornato in seminario, a Reggio, per questioni logistiche, con la famiglia ad Albinea, in collina, quando non a Pavullo nel Frignano, appennino modenese.

Avendo l’home office, dicevo, esco volentieri a cena, da anni da solo, adesso ho ridotto per il diabete ma ho ripreso a raccontare ristoranti. Con Silvia cambiavamo sempre, ma lei sarebbe ritornata volentieri anche in alcuni ristoranti pizzeria alle porte di Reggio.

Non abbiamo figli, è più una sua scelta. Non lo spiego bene perchè Silvia non ha piacere che parli di lei, specialmente su temi tanto personali. Io sognavo un figlio giornalista, ovvero comunicatore, ovvero attore, da manovrare per alimentare il suo personaggio, ovvero il mio, e farlo lavorare in tv.

Io vivo per la celebrità, almeno per la visibilità, Silvia per il contrario, per essere se stessa. Dal 2015 è felice perchè in casa c’è coniglietta Panciottina, testa di leone. “Panciottina ha fatto il suo giretto”, mi dice la domenica sera, quando rientro dai miei video raid fra calcio, basket e volley. Cioè è uscita dalla sua gabbietta, era felice. “L’ha fatto il giretto, l’ha fatto”.

Ama i cani, si contenta di accarezzare i più belli di condomini o di passanti.

Io non amo tanto le date, i regali a giorno comandato, la confezione, le parole. Dipendesse da me, Silvia smette di essere dipendente e magari collabora. Per il resto, mi seguo ovunque e anzi mi dice: “Stai zitto, tu, questa intervista la faccio io, se vuoi migliora la ripresa”.

Siamo lontani, con la sua introversione. “Ci sei già tu che parli anche per me”, quando usciamo con coppie, comunque raramente. “Sei un accentratore”, mi disse Alessandro Zelioli, che ho alla Gazzetta di Reggio, da radio Musichiere Scandiano, sport. Insomma parlo solo io.

Sapete, restando per ore a casa da solo, da buon cancro cerco compagnia. Anzi, no, pubblicazione della compagnia. Solo quanto sia pubblicabile, magari in diretta per comodità.

Silvia non ama davvero lo sport, è giornalista pubblicista ma non ha lo spirito dell’inchiesta che mi caratterizza.

Quando ci siamo attratti, non eravamo opposti, adesso sì. Introversa ed estroverso. Buonissima, lei, e morbidissima, con un pancino morbidissimo, appunto, nonostante la prominenza.

Giovedì scorso è stata la festa di san Faustino, il patron dei single, in particolare in una frazione di Rubiera, verso Modena, e anche nel quartiere modenese. La prossima volta vi racconto le vacanze estive, generalmente meno da sogno.

Allarghiamo il tiro, usciamo dalla nostra storia.

E’ bello essere innamorati, è più difficile esserlo tutta la vita, da sposati, il matrimonio spesso spegne la passione. “Mi sono innamorato di mia moglie tante volte”, raccontava Francesco Alberoni, il sociologo firma de Il Corriere della Sera, scomparso in agosto.

San Valentino è una bella festa, molto più sentita delle famose comandate, dal momento che il fervore cattolico è parecchio diminuito, negli anni, anche nel bianco Veneto.

E’ una festa consumista, molto in voga, esattamente come Halloween, a fine ottobre.

Cene e regali, fiori e mai opere di bene. Dolcetto o scherzetto offrono i bambini il 31 ottobre. Gli innamorati in genere escono assieme, la famosa cena a lume di candela e poi magari riprendono a discutere, se non a litigare. Fanno sesso, i giovani e non solo vivono per il sesso, magari dimenticano che l’amore si dimostra quotidianamente.

Il domenicano Edward de la Cruz Paredes, che sarà presto sfrattato da via Berneri, a Pieve Modolena, dall’appartamento di proprietà di vannizagnoli.it, mi ha insegnato i principi della religione cristiano evangelica, proprio lui che si separa dalla moglie, la cubana Idelsy Sanchez Rodriguez.

Mi ha parlato di un libro “I 5 linguaggi dell’amore”, me lo voleva regalare, abbiamo dato un’occhiata online. Bell’idea, il problema è metterla in pratica. Il problema non sono 3 ore l’anno, il 14 di febbraio, ogni anno, appunto. O il compleanno o Natale o la vigilia di Natale o capodanno. Il problema è la gentilezza, l’essere scortese, a me capita spesso, non solo con mia moglie. Poi ci sono i femminicidi, le botte, le violenze psicologiche e reali. L’italiano medio è peggiorato, andava meglio quando andava peggio, con le donne, per davvero.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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