Lo sbarco dei cinesi a Pavia, l’integralità del servizio per famigliacristiana.it

Vanni Zagnoli
Thohir ha fatto scuola e anche il Pavia finisce in mani orientali. Di un fondo cinese, che magari cercherà accordi con l’indonesiano presidente dell’Inter. Del resto il figlio di Alessandra Pedron, socia di minoranza in uscita, va giocare fra i pulcini nerazzurri…
Il club lombardo ha 103 anni e 6 campionati di serie B, l’ultimo però 60 anni fa, mentre nel 2005 perse la finale playoff di Prima divisione contro il Mantova, con Marco Torresani in panchina e la famiglia Calisti proprietaria. Il presidente Pierlorenzo Zanchi aveva il 90% delle azioni, giovedì notte ha ceduto all’agenzia per l’Italia, distaccamento a Milano del fondo di cinese Pingy Shanghai investment, a sua volta partecipato da un fondo di derivazione statale.
Il Pavia di Lega Pro diventa così il primo club professionistico italiano acquistato da imprenditori cinesi. La trattativa è durata un mese e mezzo, ora i due hanno dieci giorni per presentare la fidejussione di 600mila euro e iscriversi al campionato. Xiadong Zhu, 45 anni, è il presidente del fondo Pingy Shanghai, Kiang Ming Huang (49) è l’amministratore dell’agenzia per l’Italia, società costituita a marzo con un piccolo capitale e in parte versato. Entrambi si sono presentati dal notaio Di Marco e in 4 ore hanno concordato le clausole, mentre venerdì hanno incontrato il presidente della provincia Bosone e il sindaco Depaoli: “Investiremo in campo agricolo, sanitario e immobiliare”, promettono.
Il milanese Zanchi voleva raggiungere un 30% di piccoli soci, aveva però coperto appena il 9% e allora ha deciso di vendere, ma proprio i dirigenti di minoranza facevano opposizione, di fronte alla cordata asiatica. A cui interessava persino una caserma dei carabinieri, a Pavia, la Provincia però non è ancora riuscita a persuaderli anche per l’acquisto di quell’immobile prestigioso.
Impossibile sapere quanto sia costata la società, certamente i cinesi si sono accollati oltre un milione di debiti. Come dirigente di riferimento fanno tornare Massimo Londrosi, già direttore generale, mentre il tecnico della Berretti sarà l’attaccante Omar Nordi, bomber più prolifico della storia biancoblù e vincitore del campionato di promozione con l’Accademia Pavese. Allenatore è l’ex sampdoriano Riccardo Maspero, neopromosso in D con i bresciani del Ciliverghe Mazzano.
In genere la tifoseria è scettica, di fronte a stranieri, ma in questo caso l’accoglienza è stata molto positiva, con decine di tifosi alla presentazione del nuovo allenatore e persino i fumogeni. “Abbiamo grande fiducia – dice Valerio Bossi, del gruppo “zuppa alla pavese” -, siamo aperti alla novità. Restano i problemi relativi allo stadio Fortunati, ridotto a 4mila posti di capienza per questioni di sicurezza”.
I sostenitori sono felici perchè i cinesi hanno scelto bandiere per il Pavia: presidente onorario sarà l’avvocato Francesco Ciro Rampulla, già dirigente nel 1965, addirittura. In fondo anche il russo Korablin sta facendo bene, come presidente del Venezia, sempre in Lega Pro e allora al duo dagli occhi a mandorla arrivano anche gli incitamenti della principale realtà sportiva cittadina, la Riso Scotti, all’11^ stagione di serie A, nel volley femminile. Fra i dirigenti c’è don Luca Roveda, 37 anni, parroco a Gerenzago, Inverno e Monteleone. “Due anni fa – ricorda – ero in panchina come accompagnatore quando vincemmo l’unica partita stagionale in A1, ora mi devo dividere fra 3 chiese, perciò non ho più tempo. Ben vengano, comunque, forze nuove in città, se possono dare un contributo. L’integrazione culturale è fondamentale, anche sul piano sportivo. Agli asiatici diamo l’opportunità di dimostrarci che hanno idee valide”.
Idem Gianluigi Poma, ds sempre del volley. “Dipende tutto dai programmi. Il loro sbarco in Italia porta una ventata di aria fresca, perchè vengono da un paese emergente, mentre nel nostro c’è parecchia sofferenza, sul piano economico. La situazione del Pavia era abbastanza difficile, non c’era nessuno disposto a rilevarlo: vanno ringraziati, altrimenti il calcio professionistico cittadino sarebbe morto”.
Da 6 anni si è trasferito nel Pavese Alberto Cova, olimpionico a Los Angeles nei 10mila metri. Abita a Mortara, preferisce non prendere posizione. “Sono cose del calcio”. Già, l’atletica resta più povera e non attrae investitori forestieri.

Nella foto: Riccardo Maspero.

image

Leave a reply