Tuttosport, Atalanta-Everton 3-0. Koeman: “Siamo mancati completamente come passione”. Bergamo sura e sòta, la più bella serata europea, mai una vittoria così sonante

Riccardo Orsolini è in prestito dalla Juventus (tuttosport.com)

VANNI ZAGNOLI
REGGIO EMILIA. Que viva l’Atalanta. In Europa 26 anni dopo, scrive una pagina simil Sassuolo. 3-0 ai favoriti inglese dell’Everton, irriconoscibili non solo per il grigietto al posto del blu. E’ la sera nerazzurra, come un anno fa, quando i neroverdi debuttarono qui nel girone, con analogo tris all’Athletic Bilbao. I baschi se ne andarono con il basco ben giù sulla testa, si sarebbero vendicati al ritorno, decretando l’uscita della squadra delle ceramiche con un turno d’anticipo. Stavolta non finirà così, perchè l’Atalanta è troppo bella, è tanto bella, è Dea. Sono parate di Stekelenburg, anche più efficace di quando era alla Roma. Gli uomini di Liverpool sono imbelli, Rooney si fa vivo all’inizio, Berisha è disoccupato. C’è Masiello, parato in angolo e poi a segno e vicino al raddoppio. Bergamo è il Papu Gomez, destinato a diventare il più grande della storia orobica, non solo per il destro sul palo opposto, con assist di Petagna. Il centravanti si ripete con Cristante, qua si era rivelato in A nel Sassuolo-Milan 4-3, con quaterna di Berardi, avanza e fulmina. E la ripresa è un destro alto del Papu, la traversa di Freuler accorrente, la penetrazione di Hateboer. I gregari Palomino e Castagne non corrono rischi. Sono applicatissimi su punizione laterale, concentrati e perfetti e nei movimenti.
E il pubblico sì che se ne intende, perchè la curva canta forte, alto, “Gasperini, alè alè”. E’ il profeta, da un decennio da nazionale. Ritmo vorticoso, evoluzione di un tikitaka elettrizzante. Qui neanche Eusebio Di Francesco faceva giocare così bene, tanto a lungo. Gli inglesi stanno muti, Rooney è quello che vince nulla con la nazionale, eliminato dall’Islanda. In questo contesto piace anche Petagna, abulico agli Europei under 21. Non c’è la var, non serve. La partita perde d’interesse, non fosse per il tambureggiare della curva. Cornelius nel finale si fa prendere la quaterna, non importa. Convince la fase difensiva, l’argine mai in crisi.
“Non so cosa ho sbagliato – spiega Ronald Koeman -, siamo mancati completamente come passione, come tutto. La differenza è ampia, inspietabile”. L’olandese è arrabbiato, come se stesso. Quasi una punizione divina, un quarto di secolo dopo la punizione terrestre con cui impedì alla Sampdoria di arrivare ai rigori nella finale di coppa dei Campioni, con il Barcellona. “Mi consolo con Vlasic, 19 anni”.
L’Atalanta si è travestita da Olanda, da Olanda sul tetto d’Europa come nell’88. Allora arrivò in semifinale di coppa delle Coppe, persa contro il Malines.
Atalanta-Everton 3-0
Atalanta (3-4-1-2): Berisha 6; Toloi 6.5, Palomino 6.5, Masiello 7 (31’ st Caldara 6), Hateboer 7, Cristante 7,5 (37’ st Kurtic sv), De Roon 6, Freuler 7, Castagne 6,5, Petagna 7 (35’ st Cornelius sv), Gomez 7.5. (91 Gollini, 7 Orsolini, 32 Haas, 95 Bastoni). All. Gasperini 8.
Everton (4-2-3-1): Stekelenburg 5.5; Holgate 5, Jagielka 4.5, Keane 4.5, Baines 4,5; Besic 5, Schneiderlin 5 (21’ st Ramirez 5), Rooney 5,5 (21’ st Klaassen 5), Vlašić 5, Sigurdsson 5, Calvert-Lewin 4,5. (1 Pickford, 5 Williams, 11 Mirallas, 15 Martina, 17 Gueye). All. Koeman 4.5.
Arbitro: Bezborodov 6.
Reti: 27’ pt Masiello, 41’ pt Gomez, 44’ pt Cristante.
Note: ammoniti: Masiello, Sigurdsson per gioco falloso. 14mila spettatori. Recupero: pt 0’, st 3’. Angoli: 6 a 2 per l’Atalanta.

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