Universiadi, Daniele Lazzari portiere e studente in economia e commercio

Daniele Lazzari (salernogranata.it)

I calciatori laureati sono parecchi, dall’avvocato  Guglielmo Stendardo a uno dei Beghetto, Luigi, più di recente Giorgio Chiellini.

“E adesso Lorenzo De Silvestri”, puntualizza Daniele Lazzari, terzo portiere della Salernitana e probabile numero azzurro alle universiadi. E’ romano, del quartiere Garbatella, si giocherà il posto con Gianluca Marcantognini della Fermana e con Davide Bocchicchio, come lui ex giovanili Lazio e ora in Belgio, allo Charleroi Reverse.

A Salerno Lazzari indossa il numero 34, mentre studia economia e commercio.

“Al Campus, a Roma – racconta il portiere di 21 anni -. Ho sempre portato avanti anche gli studi, dal liceo scientifico”.

Quindi i portieri non sono tutti matti, come leggenda vuole?

“No, ne esistono anche di intelligenti”.

E’ alto uno e 90. Sarà bravo in uscita alta…

“Ma anche in quella bassa. Non ho punti deboli (sorride)”.

Negli anni ’90 e 2000, fra i portieri migliori c’era Luca Bucci, alto appena uno e 80. Non esistono più portieri bassi?

“E’ cambiata proprio l’idea del nostro ruolo. Nelle giovanili si sceglie proprio in base all’altezza”.

Con i piedi come se la cava?

“Come base discretamente”.

Fosse un fenomeno sarebbe al posto Donnarumma.

“Lui è un vero fenomeno, a 14 anni era già aggregato alla prima squadra”.

Quanto incide il dna, nel vostro ruolo? Bolt, ad esempio, si allena tanto ma soprattutto è anche questione di geni…

“Beh, Gigio è avvantaggiato dal fisico su molto, ma sui palloni bassi e negli spostamenti fatica di più”.

Lei è un pararigori?

“Ne ho fronteggiati due l’anno scorso, con la Lupa, parati entrambi”.

Che idolo ha?

“Manuel Neuer, del Bayern Monaco, campione del mondo 5 anni fa e adesso un po’ in ribasso, ma sempre a grandi livelli”.

A chi somiglia, invece?

“A Marco Amelia, campione del mondo, di Frascati”.

Quanto tenete alle universiadi?

“Parecchio. E’ bella perchè siamo in casa”.

Vent’anni fa, ci fu grande pubblico, nella finale di Palermo, per la nazionale allenata all’epoca da Paolo Berrettini.

“La finale sarà proprio allo stadio Arechi, che conosco bene. Speriamo di arrivarci e che ci sostengano anche i tifosi granata, sempre molto caldi”.

Ha conosciuto il patron Lotito?

“Certo, soprattutto dalle giovanili laziali”.

Parla in latino, come nelle imitazioni?

“No, in italiano (sorride)”.

Qual è stato il suo percorso?

“Proprio tutte le giovanili biancocelesti, poi due anni nel Racing Roma, quindi la Lupa”.

In nazionale ha Stefano Dadina, che fu anche titolare in serie A nel Cesena.

“E’ stimolante, dà consigli”.

I portieri hanno un preparatore ad hoc, immaginiamo se ci fossero anche per gli altri ruoli…

“Noi siamo una categoria a parte”.

In cui è più facile emergere.

“In effetti con il lavoro si può arrivare a buon livello”.

Incidono di meno le simpatie, i procuratori. E persino dare i voti ai portieri è più facile.

“I giornalisti però sbagliano nel giudicare solo la parata o l’errore, conta anche la gestione della partita, della difesa. Certe uscite solo in apparenza sono banali”.

Quanto passa un calciatore medio con il telefono?

“Tanto, oppure alla playstation, nei vari ritiri. Io, invece, non molto”.

Ma è in pari con gli esami?

“Me ne mancano tre, rispetto al cammino definito. Ho la media del 25, come votazione”.

Ha già pensato al dopo carriera?

“No, anche perchè sono all’inizio. Magari farò il preparatore dei portieri o l’allenatore o anche sfrutterò la laurea che spero di prendere”.

Quanto frequenta, al Campus?

“Avrei l’obbligo di frequenza, in effetti, ma sono esentato per il discorso sportivo. Quando si avvicina la sessione degli esami, dunque per esempio aprile, maggio e giugno mi dedico allo studio e poi stacco un po’”.

Il cestista Gigi Datome legge molti libri, lei?

“Ogni tanto ne compro uno. Il più bello che ho letto è la trilogia di Alexandros, di Valerio Massimo Manfredi”.

Il calciatore medio, invece, quanto legge?

“Nessuno legge libri, al massimo qualche biografia di campione”.

Il calciatore medio è più vicino allo stereotipo di Cassano o Balotelli?

“Dipende dalla famiglia e da chi gli sta intorno2.

A quanti anni si è affacciato il primo procuratore, nella sua carriera?

“A 13. Ma non ho mai firmato con nessuno, ogni tanto qualcuno si propone per seguirmi”.

Resta un’eccezione?

“Relativamente. Nel senso che chi è nel gruppo delle universiadi è speciale, unito comunque dalla passione per lo studio. Ci sono colleghi che arrivano in serie B a 20 anni e si montano un po’ la testa”.

Che ora era la volta che è andato a letto più tardi?

“A mezzogiorno, ma ero in vacanza”.

Immaginiamo la sera di vigilia della finale dell’universiade, come sarà l’avvicinamento alla partita?

“Si cena con la squadra, in ritiro, mangiando il giusto, come sempre. Studi gli avversari tramite wyscout e poi vai a dormire”. 

Come si inganna l’ansia pregara?

“Bisogna saperla gestire, in effetti”.

Anche perchè per voi gli ansiolitici sono doping…

“Tutto è doping, persino lo spray nasale, quindi occorre fare attenzione a ogni cosa che si prende”.

v.zagn.

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