Dante Bertoneri, la sua lettera ad almeno due giornalisti amici. “Il Torino mi aveva promesso 900 euro al mese, con 500 neanche pagavo le spese. Ho lasciato la pratica in mano a un legale”. Dante, avrebbe dovuto avere pazienza, provare, accettare. Sotto, il numero di telefono. Almeno per confortare Dante

Dante Bertoneri a Massa, nella foto dal video di Silvia Gilioli

(Zagnoli)
Ho parlato a lungo con Dante Bertoneri e con molti altri personaggi, di lui come persona e come potenziale lavoratore. Sono anni che ho preso a cuore la sua vicenda.
Francesco Ceniti aveva pubblicato l’appello di Dante sulla Gazzetta, nella pagina carriere spezzate, Cairo aveva promesso che l’avrebbe aiutato.
Dante ha grandi valori, ma allora chiunque, domani, chiede a chiunque aiuto e si lamenta sui giornali.
Anyway. Auguriamo buon anno a Dante e invitiamo chiunque a contattarlo, se volesse offrirgli un posto di lavoro o i contributi per arrivare alla pensione.
Dante Bertoneri 3894681644
Lasciamo di proposito l’italiano senza punteggiatura, gli avevamo ovviamente chiesto un articolo vero.

di Dante Bertoneri

Se mi trovassero un lavoro potrei trasferirmi a Torino, se mi aiutasse qualcuno veramente, non come ha fatto il Toro, ecco farei un appello in questo senso visto che il Toro sta dicendo che mi ha aiutato, lo smentisco, grazie a loro non riuscirò a prendere la pensione.

Cosa gli costava farmi fare l’osservatore per il Torino con un regolare contratto e busta paga in tutti questi anni? Così ero già in pensione da quest’anno. Invece mi han lasciato allo sbando sia il Toro che l’associazione ex granata e tutti gli ex granata nessuno mi ha dato una mano a trovare un lavoro; lo chiesi anche a Aldo Rubino ho chiesto qualsiasi tipo di lavoro a Torino ma niente. Visto come mi trattarono Moggi e Bersellini: Franco Rossi invece mi aiutò.

Avevo una grande carriera davanti a me ma decisero di interrompermela non riuscii a capire il perché poi con il tempo capii visto gli avvenimenti che scossero il mondo del calcio. Infatti mi chiedevo sempre come han fatto a cedere un giocatore che era quasi sempre il migliore in campo carta canta dai voti e commenti dei giornali di quei tempi. C’era già un circuito chiuso poi non avevo il procuratore e i miei genitori non mi seguivano se ne sono aproffittati han mandato avanti chi gli pareva a loro non si premiava la meritocrazia tanto piu che ero considerato l’erede di Gigi Meroni e questo si vede ha  suscitato invidia e a qualcuno.

È inutile che facciano associazioni ex granata per giocatori in difficoltà poi non aiutano, è inutile che dicano fede granata poi non ne hanno, solo parole mi han trattato male meglio povero ma onesto. Nessun allenatore del Toro o giocatore in tutti questi anni con gli appelli che ho fatto ha cercato di darmi una mano veramente neppure i club, nessuno, solo i ragazzi ex granata del Filadelfia nei quali avevo giocato nelle giovanili han tentato di darmi una mano in particolare Colla,  Cornacchia, Bratto,  Bertoglio e Spagnolo e l’Associazione Italiana Calciatori i grandi del Toro nei quali ho giocato assieme si sono defilati o non si son mai fatti sentire e vedere, tutto il resto lo sai.

I dirigenti del Monsummano Academy granata han fatto di tutto per mandarmi via e il Toro gliel’ ha permesso non intervenendo. Mi davano 500 euro ne spendevo 600 di viaggio poi no casa no vitto no 900 euro promessi no busta paga no contributi pensionistici. Mi è stato detto dal Toro che non sono osservatore per il Torino calcio per la Toscana ma ero un tesserato del Monsummano meno male che sono un ex granata del Filadelfia complimenti. Cosa gli costava fare un regolare contratto mi sarei anche accontentato di solo settecento ottocento euro con  il versamento dei contributi pensionistici al mese per raggiungere la pensione. 

Saluto i giornalisti che in tutti questi anni han tentato di darmi una mano: Marco Bonetto di Tuttosport, Massimiliano Castellani di Avvenire ma soprattutto Vanni Zagnoli persona molto gentile e sensibile e la signora Ravera Teresa di Torino ex custode del pensionato di corso Vittorio Emanuele 77 dove vivevamo noi ragazzi e il signor Grazioli dell’Associazione Italiana Calciatori e il figlio di Facchetti, Gianfelice solo la fede mi salva e è la cosa più importante.

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