Enordest.it. A Jannik il grande manca un po’ di sentimento

epa10895859 Jannik Sinner of Italy celebrates after winning his quarter-final match against Grigor Dimitrov of Bulgaria in the China Open tennis tournament in Beijing, China, 02 October 2023. EPA/MARK R. CRISTINO

https://www.enordest.it/2023/10/08/a-jannik-il-grande-manca-un-po-di-sentimento/

Vanni Zagnoli

Così poco personaggio, ma Jannik Sinner al momento è il più grande dello sport italiano, a livello individuale. Più ancora di Francesco Bagnaia, campione del mondo in carica nella motogp, perchè nel tennis non c’entra il mezzo meccanico e perchè essere numero 4 a 22 anni fa immaginare un futuro da primi due. Magari anche prima del ritiro di Djokovic.

L’altoatesino batte per la prima volta in carriera Daniil Medvedev e si aggiudica il torneo di Pechino. Sono 9 titoli in 12 finali e in semifinale, nonostante problemi allo stomaco, aveva battuto Carlos Alcaraz, numero 2 al mondo, campione di Wimbledon e finalista agli Us Open.

La finale con il russo è tesa, per aggiudicarsi il primo set Sinner va a rete 16 volte, record personale. La possibile svolta sul 4 a 3, con due palle break per l’altoatesino. Medvedev resiste. Si va al tie break e Sinner domina, 7-2. Nel secondo set, Sinner ha la grande occasione sul 2 a 1 ma non riesce a sfruttare due palle break. E’ di nuovo tiebreak, il nostro va sul 3-0, Medvedev accorcia sul 4-2, Sinner replica e si assicura 4 match point con un passante da urlo. 

L’altoatesino, dunque, inanella perle e soltanto Adriano Panatta e Francesca Schiavone erano riusciti a raggiungere in Italia la 4^ piazza, nell’era Open.

A Pechino si è aggiudicato terzo torneo dell’anno e con i 9 in carriera raggiunge Fabio Fognini, è a uno da Adriano Panatta. Che ne vinse 10, soprattutto Parigi, Roma e Stoccolma che ai tempi valeva un Masters 1000 di oggi, la qualifica che ha il torneo del Foro italico. 

Per Nicola Pietrangeli vale un discorso a parte.

“E’ stato numero 3 nel 1959 – scrive su La Stampa Stefano Semeraro -, quando però le classifiche erano stilate dai giornalisti, non dal computer, vincendo in carriera l’enormità di 48 tornei, fra i quali due Roland Garros. Ma a quei tempi i migliori del mondo, da Sedgman a Hoad, da Gonzalez a Rosewall, erano professionisti, quindi banditi dagli slam e dai principali tornei, e giocavano un loro circuito separato da quello dei dilettanti come Nick”.

Per Sinner si avvicina anche la seconda partecipazione alle Atp Finals, il vecchio Masters.

“Dove – aggiunge Semeraro -, dal 1970 a oggi il tennis azzurro in singolare ha messo i piedi solo con Adriano Panatta (1975), Corrado Barazzutti (1978) e Matteo Berrettini, nel 2019 e nel 2021. Sinner era sceso in campo proprio nel 2021, ma da riserva, sostituendo lo sfortunato Berrettini, che a sua volta da ‘alternate’ aveva preso parte alla edizione 2020, l’ultima giocata a Londra”.

Per avere la certezza matematica della qualificazione ora a Sinner basta vincere un turno al Masters 1000 di Shanghai. 

Con la vittoria nel ‘500’ cinese Jannik è quarto anche nella ‘race’ verso Torino. Ha 4820 punti, contro i 3100 di Holger Rune, al momento ultimo dei qualificati. 

Il 2023 di Jannik non può pareggiare il 1976 di Panatta, ma rischia di diventare una delle annate migliori per il tennis italiano in generale, tantopiù se giocherà le finali a 8 di coppa Davis, a Malaga. 

E qui si innesta il dibattito, perchè la Gazzetta dello Sport da tempo evidenzia le sue rinunce alla maglia azzurra.

Durante la Davis a Bologna, Sinner è rimasto a casa, a Montecarlo, a preparare i tornei per rafforzare proprio la posizione da finalista a Torino.

Il campione dai capelli rossi rifiutò la convocazione nel 2019, a 18 anni, dopo il successo alle Next Gen. Contattato dall’allora ct Corrado Barazzutti, friulano, rinunciò per concentrarsi sulla preparazione invernale. Tre mesi dopo, non andò a Cagliari per il playoff con la Corea, rimanendo fedele al suo programma che prevedeva due tornei in California. 

La terza volta per le finali del novembre scorso, con Volandri nuovo ct, a causa di un guaio alla mano destra, dopo aver contribuito in maniera decisiva alla qualificazione nel girone di settembre: ma se fosse stato uno Slam, l’infortunio non avrebbe rappresentato un ostacolo. 

Nicola Pietrangeli, recordman della Davis con 164 presenze, lo accusa così. “Rappresentare il proprio Paese è il massimo dell’aspirazione di uno sportivo, è un onore. Chi rifiuta per poi andare a giocare un torneo altrove, andrebbe squalificato. Se non sei fiero di giocare per il tuo Paese fatti fare un certificato medico fasullo, è una questione di coscienza. E non vanno trovate scuse o alibi”. 

Anche Adriano Panatta si era trovato dalla stessa parte del suo antico capitano e a La Domenica Sportiva disse: “Sinner aveva detto no anche alle Olimpiadi. Stanchezza? Mi viene in mente Bagnaia che monta in moto dopo tre giorni. Oggi i giocatori di tennis sono come aziende, la parte sentimentale in questo momento nel tennis è poco sentita”.

“La rinuncia a Tokyo 2021 è una ferita ancora aperta – spiegava Riccardo Crivelli, su La Gazzetta dello Sport -, e gli è stata subito rinfacciata dopo l’ennesimo rifiuto alla Davis. Anche allora, la motivazione fu puramente tecnica, cioè il bisogno di concentrarsi sulla propria crescita personale. Sinner rimane indubbiamente un patrimonio dello sport italiano, le sue vittorie (e soprattutto nei primi quattro mesi dell’anno ne sono arrivate tante) muovono una passione enorme, alcuni dei più importanti brand tricolori lo hanno scelto come testimonial ideale delle eccellenze italiane perché la sua immagine è tra le più riconoscibili e piace trasversalmente a ogni fascia d’età, ma scelte improntate al pur legittimo interesse personale rischiano di incrinare la credibilità popolare che Jannik si è costruito in questi anni. La maglia azzurra non è mai un intoppo, semmai un volano di emozioni e sentimenti, soprattutto se sei il più forte giocatore del tuo Paese”.

A proposito di Tokyo 2020, Corrado Barazzutti attaccò Jannik per la rinuncia.

“Fa impressione vedere Djokovic a 34 anni entusiasta di partecipare alle Olimpiadi. Dispiace vedere Jannik Sinner 20enne mortificare la più alta competizione mondiale come valori. Alla quale nessun atleta senza probemi fisici rinuncerebbe per niente al mondo. Soprattutto alla prima partecipazione. Sinner ha già rinunciato due volte alla Coppa Davis. Evidentemente se non si crede in certi valori, se non valgono certi principi, tutto sommato meglio stare a casa. Peccato per Jannik mai fu fatta scelta più sbagliata. Peccato per Musetti. Le iscrizioni sono chiuse e non potrà sostituirlo”.

Il dibattito prosegue, anche sulla stampa specializzata.

Qui accenniamo ai siti di tennis, con Vania Rizzo, veneta.

La voce di Raisport del tennis è Marco Fiocchetti. Che ci ha sintetizzato la sua traiettoria professionale

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

Related Posts

Leave a reply