Enordest.it. I cartoni animati e le sigle cult. Belli anche 40 anni dopo

(enordest.it)

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Vanni Zagnoli

Non richiesto ma spero pubblicato, vi racconto i miei cartoni animati. Sono nel luglio del 1971, figlio unico, con papà come me, accompagnato da ansia e depressione, e mamma bizzarra, la mia parte espansiva. Vivevo in quella casa che ho raccontato, maledetta perchè tutti gli imbroglioni stanno venendo a me, come ho raccontato l’anno scorso, per non pagare o per spillarmi soldi, che poi se ne vanno anche per avvocati, timidi e che non vogliono farsi riprendere e pubblicare.

In quella casa a schiera, onestamente seducente, in campagna, anche se a 5 km dalla città, raramente venivano amici e allora divoravo tv, come mia moglie, Silvia Gilioli, da anni nel suo tempo libero.

E allora anch’io sono cresciuto con i cartoni animati e li racconto, come sovvengono i ricordi.

Goldrake, anzi tutto, Actarus era il protagonista, se ricordo bene, ho visto tante puntate. E poi Mazinga, non ricordo se dall’inizio Mazinga z. Tanto Jeeg robot, direi su Telemontecarlo, se ricordo bene. Jeeg robot d’acciaio.

In quei cartoni di fine anni ’70 e degli anni ’80, si lanciavano i componenti, appunto per creare i mostri, buoni, da combattere gli attacchi del male.

Su Italia1, direi, al pomeriggio ho visto tanto Lady Oscar, mi piaceva proprio, magari evidenzia la parte femminile del mio carattere che ho sempre avuto, anche se neanche poi ricordo le sue preferenze sessuali, di Oscar.

Sapete che vado spesso alla pallavolo, qualcosa ho visto di Mimì Hayuhara, sempre su Italia1, ai tempi in cui il libero nel volley non c’era e neanche in tv.

Papà Vasco un giorno mi rimproverò, in dialetto reggiano, naturalmente: “Basta, con ‘sti cartoun animèe. Et po mia chapèr da per tòt”.

“Non puoi prendere dappertutto”, mi ripetè spesso per lo sport. “Qualche disciplina lasciala perdere”.

E invece tuttora seguo il più possibile, in realtà molto meno di quanto vorrei perchè, sapete, in genere dormo la mattina.

I cartoni animati. Mr Magoo era splendido, piaceva anche a papà Zagnoli, esilarante, un ometto curioso che inanellava gaffe.

E poi i cavernicoli, Barnie e soci, splendidi, con l’osso come ferma capelli, le donne.

Una meraviglia, per me, erano i Barbapapà. Barbamammà. Barbarella, pure, anche se fu anche il nome di una pornoattrice popolare un terzo di secolo fa.

Ci sono cartoni di cui non ricordi i titoli. I Fleenstones, ecco, erano i cavernicoli, bellissimo.

Un’altra serie proprio non mi viene. A me piacevano anche da ragazzo, certo con il passare degli anni magari l’interesse diventa uscire, nonostante la preghiera di papà: “Tu stai bene a casa tua”.

I cartoni animati a mio avviso sono eterni, noi non abbiamo figli ma li avessero quello che ho raccontato credo piacerebbe tanto anche a loro, oggi.

E poi le sigle, la maggioranza è intonata da Cristina d’Avena, la leggenda del settore.

I cartoni possono piacere anche ai grandi, ai fratelli e alle sorelle maggiori e a genitori e nonni.

Un giorno vi parlerò anche dei cartoni animati del calcio, esistono oggi due versioni, ma questa è un’altra partita.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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