Gazzetta del Sud. “Chi guarda Genova, sappia che Genova si vede solo dal mare”. Dossena: “Il Filadelfia e Superga da visitare. Ogni allenatore vorrebbe Belotti, ma Bonucci vale quasi altrettanto. Mi aspetto colpi dall’Inter. Il Crotone valorizza chiunque abbia. Atalanta: plusvalenze e vittorie. E Sousa non è da buttare”

Giuseppe Dossena quando giocava per la Sampdoria (alchetron.com)

Vanni Zagnoli
Giuseppe Dossena aveva 24 anni e giocava nel Torino quando vinse il mondiale dell’82. Non giocò eppure era probabilmente il più intelligente del gruppo, regista e trequartista, dalla Pistoiese al Cesena e al Bologna, sino ai 6 anni al Toro. Poi l’Udinese e a 30 anni il top, tre coppe e lo scudetto con la Sampdoria. Chiuse a Perugia, a soli 35 anni.
Beppe, dove vive?
“Sono rimasto a Genova e sono spesso ospite a Telenord, qualche volta anche a Telombardia. Questa domenica l’ha passata a Milano, a una gara di golf per ex, con Tassotti e altri, per un Italia-Francia virtuale”.
Cosa fa?
“Aiuto ex calciatori in difficoltà economica, con un’associazione messa in piedi due anni fa”.
Bernardeschi è l’erede di Dybala, alla Juve?
“Non è analogo, solo per alcune giocate. Parlano lo stesso linguaggio, sarà una miscela esplosiva”.
Ma l’argentino non va al Barcellona?
“Tocca a Marotta difendere la rosa dagli attacchi, anche interni, abbiamo visto il Milan che gli ha soffiato Bonucci. Se si muove Neymar, la Juventus rischia di essere terreno di caccia, con quei gioielli. Finchè non si chiude il mercato, i tifosi devono trattenere il fiato, sperare che non arrivi l’offerta irrinunciabile”.
Di quanto sarebbe?
“100 milioni”.
Ah, la clausola rescissoria imposta dal Torino per Belotti. Ma la vale?
“No, però Belotti è il calcio. Se chiedete a 10 allenatori chi vorrebbero come centravanti, tutti risponderebbero il gallo”.
Il miglior Dossena della carriera fu con il Toro in coppa Uefa, eliminato dal Tirol Innsbruch nei quarti. I granata vantano una presenza in Europa in 24 stagioni, la bisseranno?
“Ancora non sono da prime 6, la difesa nell’ultima stagione ha dato molti problemi, quel reparto va rimpolpato. Bisogna attendere, per giudicare, se si muovesse Belotti andrebbe preso un centravanti efficace. Gli operatori di mercato mai dormiranno, in questa sessione”.
Lei ha mai fatto il ds?
“No, sono stato ct, ma dirigente mai”.
Nel suo calcio, Torino e Juventus si alternavano al Comunale, ora ammodernato olimpico. Poi entrambe furono al Delle Alpi, mentre questa è la 6^ stagione bianconera allo Stadium. E il Filadelfia è stato rimesso a nuovo.
“Sono stato all’inaugurazione, a maggio. Quell’impianto storico, del grande Torino, credo meriti il viaggio anche dalla Calabria, è come fosse un museo. Peraltro non è più l’impianto fascinoso di una volta. La collina di Superga e la commemorazione di maggio, invece, mantengono il fascino intatto, a 68 anni dalla tragedia”.
Ci fossero i playoff, come nel basket, quale sarebbe la finalista probabile, accanto alla Juve?
“Il Napoli, poi Milan e Roma. Aspetto Inter, farà qualcosa, sul mercato”.
Ma i cinesi danno soldi veri, al dg Fassone?
“Ci sono, per il momento, hanno comprato molto, investendo tanto, fra società e squadra”.
Un grande difensore come Bonucci incide meno di un cannoniere?
“Non di meno, vale le punte migliori”.
Atalanta, Lazio e Fiorentina sono da Europa league?
“A Bergamo sono straordinari, per risultati e plusvalenze, è merito del ds Sartori e di Gasperini. La coppa a Reggio Emilia sarà comunque affascinante, 26 anni dopo l’ultima Uefa. Valorizzeranno altri giovani”.
Simone Inzaghi saprà confermarsi?
“E’ una bella sorpresa, si è preso una rivincita sugli scettici”.
I Della Valle venderanno la Fiorentina?
“Non lo so”.
Paulo Sousa meritava di restare disoccupato?
“Paga qualche incomprensione con la società, eppure per un biennio ha offerto buon calcio”.
Quale sarà la rivelazione stagionale?
“L’Inter, per quanto ha passato nelle ultime”.
E il giocatore più migliorato?
“Federico Chiesa, in viola”.
E’ giusto un Di Biagio ter, per l’under 21?
“Merita questo spazio azzurro, per qualità del gioco”.
Berardi è sprecato, al Sassuolo, a 23 anni, alla 7^ stagione da professionista.
“Anche se rimane può far bene e migliorare. E’ un professionista serio”.
Come gli altri calabresi di serie A:
Floccari (Spal), Maietta (Bologna) e Missiroli (Sassuolo).
“Soprattutto Simone ha talento. Due stagioni fa fece molto bene, prima di infortunarsi”.
Da ex campione del mondo, come giudica i calabresi iridati?
“Gattuso era stato promosso in B con il Pisa, è retrocesso per i problemi societari e la penalizzazione. Ora riparte con umiltà dalla primavera del Milan”.
Ecco, non vale di più la serie C?
“Non so se sia meglio, è comunque un’esperienza”.
E Vincenzo Iaquinta, che fronteggia il processo al padre Giuseppe?
“Ha avuto momenti importanti, sul campo, ha inciso subentrando nel mondiale del 2006. Ricordiamolo per quanto ha fatto da giocatore, fra Udinese e Juventus”.
E il Crotone?
“Rappresenta un riferimento per tutti. Era retrocesso, per tutti, ha ripreso l’inverosimile”.
Lei è mai sceso allo stadio Scida?
“Mai, neanche ho affrontato i pitagorici, perchè nel mio calcio forse neanche erano in serie C. Anche per questo i tifosi siano orgogliosi di questo decennio, impreziosito dall’ultimo capolavoro, di Davide Nicola”.
Il ritorno di Marcello Trotta è positivo?
“Chiunque va lì, si esprime al massimo. Questo hanno detto le stagioni della presidenza Vrenna e del ds Peppe Ursino. Mi farebbe piacere conoscerli”.
Cos’è la Calabria, per Dossena?
“Una regione ben rappresentata nel calcio di vertice, prima con la Reggina, ora con i pitagorici. Sono stato lì solo a Tropea, in vacanza 25 anni fa”.

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