Libero, l’addio di Cassano al calcio. Prandelli: “Ha scelto la famiglia, giustamente. Avrebbe riacceso Verona”. Alla Sampdoria con Delneri e al Parma con Donadoni è stato al top

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Antonio Cassano con Luigi Del Neri, è stata la sua miglior versione (sport.sky.it)

Vanni Zagnoli
“Due parole le dico volentieri, su Cassano”. Cesare Prandelli telefona alle 19, dopo un sms pomeriggio. E’ una sorpresa. Non dal Dubai, dove allena Al-Nasr.
“Sono in Slovenia, con la squadra”.
L’avevamo lasciata al Galatasaray, Turchia, con la pr Silvia Berti, ex Fiorentina, e l’ex campione del mondo Taffarel. E poi al Valencia.
“Qui faccio da solo…”.
E’ con suo figlio Nicolò, come in nazionale?
“No, è rimasto a Bologna, con Roberto Donadoni”.
Ecco, il miglior Cassano è stato con Delneri alla Sampdoria (preliminare di Champions league, perso con Di Carlo), con Donadoni a Parma o con lei in nazionale?
“Non c’è dubbio, sicuramente agli Europei, 5 anni fa, argento in Ucraina”.
Lo portò anche al mondiale in Brasile, subentrò, senza evitare l’eliminazione al primo turno.
“Ma qui vorrei solo dire che mi spiace molto che lasci il calcio. Quando uno prende questa decisione, molto sofferta, come sempre fa poi affidamento sulle persone che nelle difficoltà ti sorreggono, dunque sulla famiglia”.
Già. In questi mesi aveva fatto il procuratore della moglie, Carolina Marcialis, tornata a giocare a pallanuoto, in Liguria…
“Dobbiamo soltanto dire che è stato onesto, nei confronti dei compagni, dei tifosi e della società”.
A 36 anni Federer continua vincere, perchè Antonio di fatto aveva lasciato a 34?
“In effetti spiace, sarebbe stato bello vederlo almeno ancora una stagione. Conoscendolo un po’, come carattere, aveva questa volontà. Comunque, gli mando un grande abbraccio”.
Lei firmò il miglior campionato del Verona da 30 anni, 9° nel 99-2000. Il Bentegodi era l’ideale per esaltare Fantantonio?
“Il girone d’andata fu sofferto, il ritorno straordinario, con 15 utili consecutivi e una tifoseria fantastica, come sempre, a unire tutte le energie, di Brocchi e compagni. Quell’ambiente l’avrebbe apprezzato”.
Mandorlini fece di Toni il capocannoniere, a 39 anni. Cassano poteva ripetersi con Pazzini, 33enne?
“Mah. Ripeto, ha preso una decisione sofferta, in base ai valori familiari, senza trascinare la cosa. Il rammarico è per una piazza che sa di calcio e ti dà tanto. L’Hellas resta una delle migliori realtà d’Italia. Diciamo però grazie a Cassano”.

 

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