Gazzetta del Sud, Reggio-Capo d’Orlando, da -8 a +6 e poi quel finale pasticciato. Ma resta l’epica di un pomeriggio con il tifo di centinaia di messinesi e dello staff biancoblù. Voto 10, alle emozioni

Coach Gennaro Di Carlo dà indicazioni ai paladini  (foto repubblica.it)

GRISSIN BON REGGIO EMILIA – BETALAND CAPO D’ORLANDO
REGGIANA: Needham 6 (0-3 2-3), Aradori 11 (1-4 3-4), Della Valle 8 (0-3 2-6), Polonara 3 (0-1 1-2), Cervi 10 (5-8); De Nicolao 6 (1-2 1-3), Kaukenas 6 (4-6 0-1), Reynolds 7 (3-4), Williams 3 (1-3), Strautins,. All: Menetti.
ORLANDINA: Ivanovic 6 (1-2 1-7), Iannuzzi 9 (3-5 0-1), Diener 8 (1-3 2-7), Stojanovic 2 (1-1 0-2), Delas 10 (3-10 0-3); Tepic 2 (1-2 0-2), Laquintana 3 (1-2), Perl 7 (2-5 1-1), Archie 14. Ne. Zanatta, Galipò, Nicevic. All: Di Carlo.
Arbitri: Begnis, Martolini, Weidmann.
Note: parziali: 14-16; 35-33; 50-51; 13-10. Tecnico a Reynolds al 28′. Tiri da 2: R 14-31, Capo 18-37; da 3, R 10-22, C 5-25; liberi: R 5-8 C 10-14. Rimbalzi: R 35 (off 8; 7 Polonara), C 32 (10 off, 8 Delas). Recuperi: R 6 (2 Aradori), C 16 (4 Diener). Perse: R 20 (5 Reynolds), C 14 (4 Iannuzzi). Assist: R 11 (3 Aradori, Needham), C 11 (4 Stojanovic). Spettatori: 2mila.

La versione originaria del commento per la Gazzetta del Sud, prima dei ritocchi della redazione capitatana da Paolo Cuomo

Vanni Zagnoli
Rimini
Betaland è qua, protagonista, dominante, quasi, contro i vicecampioni d’Italia, perde in volata, ma è già stato tanto arrivarci. Avanti e indietro, in un bel primo tempo, equilibrato, coraggioso, che entusiasma lo sport di vertice della Sicilia, perchè mentre il Palermo retrocede Di Carlo tiene alto l’onore della regione.
Ci sono i tamburi dei reggiani, fastidiosi, vicini, e c’è il calore dei messinesi, che pensano a Meo Sacchetti e a Poz, l’altra volta. C’è Carletto Myers che rifiuta interveiste ma è sottinteso che di Capo pensi tutto il bene possibile, è il bello dell’Italia.
Ad ammirarla ci sono centinaia di personaggi, Ario Costa presidente di Pesaro e i più grandi giornalisti, tutti qua, per quel grande collettivo paladino. Tutti qua, è bellissimo, credete, peccato solo che non ci sia l’esaurito. L’impianto è splendido, non c’è precisione da 3 per la Betaland, solo per questo non si invola. Vista da dietro il suo canestro, è da 7, nel primo tempo, con giochi a due, corto e lungo, si direbbe nel calcio, manca giusto solo Fitipaldo. Reynolds viene dall’A2, infastidisce i biancoblù, ma c’è un bel clima, di concentrazione e attenzione difensiva.
Reggio scappa via a inizio ripresa, sul +7, Capo fatica, si danna molto, soffre la fisicità degli italiani vicecampioni. In attacco Diener è lontano da quando era capocannoniere, però insomma Betaland c’è, anche a rimbalzo offensivo. La difesa è aggressiva, porta a una palla soffiata a Della Valle ma poi persa e punita da 3 dallo stesso figlio d’arte.
Sul 46-38 del 25’ si capisce che non ci sarà impresa, che la favola è esserci, che Ivanovic non vale Fitipaldo, a dispetto da quanto sostenuto da Menetti, per cavalleria. La profondità emiliana fa la differenza, esattamente come all’andata in campionato, però Archie è preciso e si torna a -4. Solo il tifo emiliano è soverchiante, sul parquet la partita è vivissima, ai biancorossi servirebbe anche Stefano Gentile. Aradori rischia l’antisportivo, per stoppare Laquintana, insomma c’è spazio per inseguire il massimo, ovvero un finale in volata.
Il basket fa il volley, nel resto, una festa persino esagerata, con chiasso onestamente molto fastidioso. La differenza è solo da 3, con il 6 su 12 per i biancorossi e il 2 su 12 per i paladini. L’atletismo dei biancorossi è fastidioso, Delas fa blocchi e appoggia, uno degli arbitri lo gratifica dell’antisportivo, così si fa per tutelare le squadre di seconda fascia. Archie la mette, sul 46 pari arriva anche a una super stoppata, Capo c’è. Altro che cazzimma, purtroppo Laquintana si fa intimorire dal maestoso Reynolds e il sorpasso non si perpetra. La cosa più bella è la pari dignità di cui gode Betaland, arriva anche un tecnico alla Grissin, così si fa, altrochè blasone, potenti e amici. A bordo campo c’è anche il presidente Petrucci, il basket è questo, tutela di tutti e non solo dei ricchi industriali di Reggio.
Piace il duello fra piccoli, il gioco sporco di Delas, la grande voglia, feroce, di Laquintana, a rimbalzo e a canestro. Controlla Needham, in tribuna c’è il grande Gianluca Basile, che ha appena smesso. C’è il basket italiano tutto a tifare per il meridione, per una semifinale storica, anche per Brindisi, gli stessi pugliesi sono lì, aspettando di affrontare Milano. In tribuna stampa ci sono giornalisti e staff orlandini, esultano, è tutto un qualcosa di incredibile. Peccato solo qualche occasione persa. Maestro Kaukenas ormai è un ex, a 40 anni, Delas non si capisce perchè dia palla fuori, alla mezz’ora il più uno Betaland. Si va, si sogna, si è qua, tutti, con le ponpon girls, anche. La difesa messinese è impressionante, di fronte ai califfi del califfato di Reggio, Dawan Williams al debutto è spaesato, sarà anche un leader silenzioso ma Reggio rumina basket e allora via, via, a sperare. Sul 56-52 per Capo, con un bell’attacco ma un cattivo tiro, di Tepic, il meno positivo. Delas fa anche il regista, Perl non si piglia responsabilità. I biancoblù approdano al +6, al 34’. Passa il tempo, nessuno arriva in doppia cifra ed è già un buon segno. Peccato per il canestro sbagliato da Archie, Kaukenas punisce, 58-56. Una rimessa premia Reggio, a 3’ dalla sirena, Amedeo sbaglia, Capo ha pazienza, è lì, grande, con l’ex Diener, rinnegato da Reggio. Si procede a suon di triple, Ivanovic la sbaglia, il 61-59 a -1’33” inebria. Lo sfondo a Laquintana non c’è assolutamente, visto da dietro il canestro, non può essere. Kaukenas pareggia, il sogno sfugge allo scadere, sull’errore di Diener. Vince Reggio, esulta Polonara.

Related Posts

Leave a reply