Gazzetta del Sud, basket, il -2 di Capo d’Orlando. Di Carlo: “Ho scelto di commettere fallo sull’ultima azione di Reggio”. Errore grave. Le nostre pagelle, poi riviste dalla redazione: Archie è il migliore

Rimantas Kaukenas squarcia la difesa della Betaland (foto Ciamillo)

Rimini
Punto e a Capo, Capo è da playoff, questo Gennaro Di Carlo lo sa.
“In questi casi – racconta – è normale che ci sia disappunto, per una partita agonisticamente forte ma che lascia con l’amaro in bocca. C’è un dato statistico molto eloquente sui tiri da tre, la qualità delle conclusioni sbagliate però era molto alta. Ne abbiamo almeno 4 con i piedi a terra, in cui Reggio neanche ha provato ad arrivare nelle rotazioni”.
L’avete buttata via?
“C’è rammarico per noi, la partita si sentiva troppo. Ce ne torniamo a casa”.
La scelta di commettere fallo su Della Valle è delittuosa, siete morti con la palla in mano.
“Volevamo l’ultimo tiro, avevamo ancora un timeout da spendere. Si è provato a cambiare le rimesse, a mescolare le carte, peccato essere rimasti con il colpo in canna e non essere riusciti a giocarci la nostra vera ultima opzione. Non siamo arrivati laddove saremmo potuti arrivare”.
Siete stati superiori?
“Mah, la partita è stata di grande consistenza. Giocare una gara alla pari contro una squadra come Reggio è da ricordare, ci darà energia per credere in quanto stiamo facendo. Quanto otteniamo è molto importante, proseguiamo ancora più decisi di prima. Mi auguro di rivederci ancora”.
Serve, questo quarto di finale?
“Al di là delle prestazioni dei singoli, Perl, Stojanovic, Laquintana, Iannuzzi hanno fatto una gran bella partita, sono stati l’anima del nostro gruppo. Se abbiamo dato filo da torcere, le occasioni sono arrivate grazie a questi ragazzi”.
Che effetto fa essere la punta di diamante della Sicilia?
“Essere qui è speciale, anche solo per esserci. Siamo un centro piccolo, combattiamo contro club più forti, è motivo di orgoglio. Il paese e un territorio avrà trepidato davanti alla tv, ha apprezzato la dignità che abbiamo messo in campo per sognare una semifinale storica. Ci faranno essere ancora più forti, più sani dell’attualità”.
Prima della partita una targa al doppio ex Basile, che a 42 anni, quasi, dà l’addio al basket. “Andrò a pescare davvero”, scherza. Menetti, invece, doveva vincere e ha vinto. Ma se l’è vista brutta. Aradori spera nel titolo di mvp della manifestazione, se Reggio dovesse fare strada, ma è dura, a prescindere, con questi vuoti di concentrazione
Silvia Gilioli

La nostra stesura delle pagelle, poi riviste dalla redazione, sicuramente da Paolo Cuomo

Ivanovic 6,5 Certo Fitipaldo era altro, però limita l’inventiva di De Nicolao, certamente Needham piazza un canestro decisivo, nel finale, è diverso.

Iannuzzi 7 Commovente, onestamente, per quanto ha fatto. Rimbalzi, falli, peccato solo per le palle perse. Ma il lavoro oscuro è da oscar.
Diener (in copertina foto repubblica.it) 5,5 Spiace, ma l’ex sbaglia troppo. A Reggio era molto amato, è un grande personaggio ma non ha le stimmate per giocare 27’ in una squadra così ambiziosa.
Stojanovic 6 Sul piano difensivo si fa sentire, gli assist sono ragguardevoli però anche da lui serviva più leadership e responsabilità offensiva.
Delas 7 Sbaglia parecchio, ma lotta, addirittura imposta. Ha dei limiti, ma gioca alla pari contro i califfi del califfato reggiano.
Tepic 5,5 Incide poco, nei 14’ di parquet. Serviva tanto di più, a parte i 4 rimbalzi e un assist. Nel momento chiave non è così tonico.

Laquintana 6 Dà il massimo, ma a sfondare nel momento chiave. Un azzardo, forse, impiegarlo negli istanti decisivi.
Perl 6 Generoso, certo servirebbe qualcosa di più, in quel quarto d’ora di campo.
Archie 7,5 Ha classe e fisicità, precisione, in 22’ ha messo paura al patron Stefano Landi.
All. Di Carlo
V. Zagn.

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