Il Gazzettino, atletica. Donato argento nel triplo: “Dopo 21 anni ho cambiato tecnico, mi affido a 3-4 specialisti e a mia moglie Patrizia. E alleno Howe”. La 4×400 a due velocità

Fabrizio Donato argento a Belgrado (Ap)

Vanni Zagnoli
Arriva l’argento nel triplo di Fabrizio Donato, 40enne tifoso e coetaneo di Totti, a restituire dignità all’Italia di atletica leggera. Gli Europei indoor di Belgrado si chiudono con il 4° posto della 4×400 femminile, con due sesti, 3 settimi e un ottavo posto. L’unico podio vale il 18° posto nel medagliere, dominato dalla Polonia con 7 ori, segue la Gran Bretagna con 5, mentre la Germania capeggia il gruppo a 2. L’Italia è dietro anche all’Albania, oro nel lungo, che doveva essere la nostra gara.
Donato si preserva, perciò salta solo 3 volte. “In riscaldamento – confessa — ho avvertito un fastidio al bicipite femorale destro, mi ha condizionato la corsa, temevo di farmi male, ho spinto al 70%”.
Apre con 15,74, piazza il 17,13 argenteo, rinuncia ai tre balzi e chiude a 16,43: “Il muscolo pulsa, compenso con i piedi”. L’oro è a 7 cm, con il 17,20 del portoghese Evora, campione olimpico a Pechino. Il bronzo va al tedesco Hess, a un centimetro dal laziale ma in qualificazione era atterrato ben più lontano, a 17,52.
Donato si conferma il miglior triplista azzurro, più del mito Giuseppe Gentile, due volte primatista mondiale in Messico ’68 ma poi bronzo. Come lui a Londra ’12. Fabrizio ha pure gli ori europeo di Helsinki (all’aperto) e di Torino ’09, più l’argento a Parigi ’11. La dedica è per Howe. “Allenarmi con lui e allenarlo mi dà una spinta eccezionale, la medaglia è per metà sua”. Il capitano continua, almeno sino al mondiale di Londra. “Dopo 21 stagioni con Roberto Pericoli, sperimento nuove metodologie, con 3-4 specialisti e con mia moglie”. L’ex 400centista Patrizia Spuri, che gli ha dato due figlie: Greta, 11 anni, e Viola, 2.
I PIAZZAMENTI. L’Italia è quarta nella 4×400, 3’32”87, con Lucia Pasquale, Enrica Spacca (ultime), Benedicta Chigbolu (5^ ma staccata) e Ayomide Folorunso, la migliore. Rimonta, sino a 77 centesimi dall’Ucraina. Sesti Marouan Razine (marocchino di Torino) sui 3000, squalificato per invasione di corsia e poi riammesso, e Silvano Chesani, nell’alto. Il 2,27 dà il bronzo al bielorusso Seliverstau, il trentino lo azzecca al secondo tentativo, è dietro anche a Ivanov e a Bubenik per avere superato alla 2^ prova pure i 2,23: a Praga ’15 era stato argento. Sempre nei 3000, i settimi posti di Yeman Crippa e della trevigiana Giulia Viola, con il personale di 8’56”19. Sui 60, escono in semifinale Gloria Hooper (10^, 7”34) e Anna Bongiorni (19^, 7”43). Nell’eptathlon, Simone Cairoli è 13°.
Solo 4 volte, ma negli anni ’70, l’Italia aveva chiuso senza podi. Donato non basta a salvare un’Italia giovane ma da 5,5.

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