Il Gazzettino. Confermata la positività di Orsi Toth, difesa dal ct Lissandro. Becky Perry non sarebbe a norma, con soli 7 tornei internazionali, anzichè 12. Impossibile il ritorno di Cicolari

Vanni Zagnoli
Le controanalisi confermano la positività di Viktoria Orsi Toth, ungherese cresciuta in Puglia, figlia di un ex decatleta e di una giocatrice di basket.

Il doping è legato al metabolita clostebol, contenuto nel Trofodermin, pomata di uso molto comune, utilizzata per lenire una bruciatura, ma lei nega di averla utilizzata. Nel ’98 fu il cestista Mario Boni a usare quella sostanza, venne condannato a due anni ma poi assolto, quando giocava a Roma.

Orsi Toth rientra subito in Italia, il ct Lissandro Dias la difende: “Metto la mano sul fuoco, non si è dopata. Andremo sino in fondo cercando la verità”. Due i test a giugno, poi uno dalla Wada, a Gstaad, e quest’ultimo del 19 luglio, fuori competizione, che le costa Rio. Al suo posto arriva Rebecca Becky Perry (in copertina), americana naturalizzata quest’anno, più bella che brava, oppure la compagna Laura Giombini, perugina. “Ne stiamo studiando l’eleggibilità – spiega il dirigente Libenzio Conti -, in base alle presenze e ai vari parametri”. La decisione nella notte italiana, per chi affiancherà Marta Menegatti. Che alla mamma, di Ariano Polesine, confida: “Giocherò anche per Wiki”.

Sul facebook della rodigina a decine chiedono il ritorno di Greta Cicolari, ma è impossibile. Ieri la bergamasca fidanzata con il cestista belga Lauwers ha scritto una lettera aperta al presidente del Coni Malagò e al presidente federale Magri, con cui peraltro non dialoga da 3 anni, ovvero da quando è entrata in frizione con il ct: “La massima responsabilità nella scelta dei migliori atleti la condurrà ad adottare la migliore decisione, nell’interesse e per il prestigio nazionale. Consideri l’opportunità di affiancare la sottoscritta a un’atleta di valore come Marta Menegatti”.

Assieme arrivarono ai quarti, a Londra, ma l’anno successivo perse la nazionale. “Perchè non accettavo che Lissandro comandasse su tutto”.

A cura di Francesco Delendati

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