Il Gazzettino, gli 80 anni di Moggi, da consulente in Albania. Da ferroviere a re del mercato a radiato: “Ma l’Inter era più influente della Juve”

Luciano Moggi (itasportpress.it)

(v.zagn.) Ieri Luciano Moggi ha compiuto 80 anni, festeggiati forse in Albania, dov’è consulente del Partizani Tirana. Forse perchè al telefonino non risponde, magari si farà vivo fra settimane, secondo sua abitudine. In mattinata si è sentito per gli auguri con uno dei suoi legali, Paco D’Onofrio. Vive fra Napoli e Torino, con tappe a Milano, mentre il figlio Alessandro è fidanzato con la bellissima Raffaella Fico. Big Luciano aveva lavorato da ferroviere, a Civitavecchia, e con la Juve iniziò da consulente di Italo Allodi, nel ’70. Fu dirigente della Roma e della Lazio, al Torino e al Napoli del secondo scudetto. Tornò al Toro e dal ’94 passò alla Juve, dove in tandem con l’ad Antonio Giraudo divenne l’uomo più discusso del calcio italiano. Nel 2006 l’inchiesta di calciopoli, dalla segnalazione di Franco Dal Cin, all’epoca proprietario del Venezia, che per primo parlò di “combriccola romana”. Radiato dal calcio italiano, Moggi è diventato opinionista. Al Mattino di Napoli racconta: “La radiazione mi ha messo tristezza, su Calciopoli la giustizia sportiva e quella penale sono arrivate a conclusioni opposte. Tutti telefonavano ai designatori, i pm hanno evidenziato solo il comportamento della Juve, mentre l’Inter era molto più influente. L’arbitro De Santis? Con lui la Juve perse tre volte su 5. È una barzelletta che chiusi Paparesta in spogliatoio, minacciai solo di farlo”. Sui ds di oggi: “Sabatini è un abile osservatore, non un perfetto gestore di squadra. Mirabelli del Milan non mi dispiace”.

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