Il Gazzettino, Irlanda-Svezia 1-1. A Parigi Eire superiore, con la spinta di Brady, a sinistra. Ibra appena sufficiente, il merito del pari è di Guidetti, di nonno italiano

Vanni Zagnoli

Finisce pari la sfida per designare la probabile terza forza del girone azzurro. A Parigi l’Irlanda è superiore, segna, controlla ma cala e subisce il pari su autogol e poi non sa ripassare.

La partenza è a grande velocità con due chiusure su Ibrahimovic e il destro di Hendrick deviato da Isaksson, terzo portiere alla Juve dal ’99 al 2001, dietro “saponetta” van der Saar e a Rampulla, neopresidente della Cremonese. Sugli spalti del Saint Denis la macchia gialla è prevalente, i tifosi scandinavi sperano di eguagliare il miglior risultato dell’èra Ibra, il quarto di finale raggiunto nel 2004, a scapito dell’Italia: sono presenti per la 5^ edizione di fila, a dispetto di 5 assenze sugli ultimi 9 mondiali. L’ex centravanti di Juve, Inter e Milan esce molto dall’area, si piazza dove preferisce, alle spalle di Berg, incidendo poco. L’Irlanda vive un buon momento dal quarto d’ora, dall’angolo a sinistra di Brady, la sponda di Walters non trova la deviazione sottomisura di O’Shea. Il faro dei verdi è Robert Brady, omonimo di Liam, due scudetti con la Juve a inizio anni ’80, cuce gioco da sinistra e calcia. Aziona l’occasione più pericolosa, il destro di Hendrick da 25 metri coglie la traversa. La manovra palla a terra degli irlandesi è gradevole, migliorata con Martin O’Neill rispetto al lustro di Trapattoni, comunque lusinghiero. Granqvist rischia il rigore, Olsson sbilancia Long e impedisce la deviazione.

Il gol alla ripresa, dopo la nuova parata di Isaksson su Hendrick. Coleman a destra salta Forsberg, sul cross è lontano Johansson, appena entrato, così il tiro del 34enne Hoolahan finisce nell’angolino. La Svezia si sveglia, Ibra calcia fuori. Il pareggio è su colpo di tacco del subentrato John Guidetti, nonno paterno italiano, fra i tre campioni d’Europa under 21 impiegati. Lancia Ibra, il traversone da sinistra induce Clark all’autorete, per anticipare Larsson. L’Irlanda reagisce con personalità, inserendo anche l’ex interista Robbie Keane, 36 anni e 143 presenze, gli svedesi comunque controllano e mancano il gol su cross di Olsson. Meritavano la vittoria i britannici, come tecnica sono in progresso. Nei grandi appuntamenti Ibra incide meno di Cristiano Ronaldo nel Portogallo, ormai è acclarato. A parte quel colpo dello scorpione di 12 anni fa, che Buffon ricorderà, verso la partita di venerdì.

Irlanda-Svezia 1-1

GOL: st 3′ Hoolahan (I), 26′ Clark aut.

Eire (4-3-1-2): Randolph 6,5; Coleman 6,5, O’Shea 6, Clark 5,5, Brady 7; McCarthy 5,5 (40’ st McGeady sv) Whelan 6, Hendrick 6,5; Hoolahan 6,5 (33’ st Keane sv); Walters 5,5 (19′ st McLean 5,5), Long 6. All.: O’Neill. Svezia (4-4-2): Isaksson 6,5; Lustig 5,5 (1’ st Johansson 5,5), Lindelof 6, Granqvist 5,5, Olsson 6,5; Larsson 6, Lewicki 5,5 (40’ st Ekdal sv), Kallstrom 6, Forsberg 5,5; Ibrahimovic 6, Berg 5 (14′ st Guidetti 6,5). All.: Hamren.

Arbitro: Mazic (Serbia) 6,5.

Note: ammoniti McCarthy e Whelan per gioco falloso, Lindefold per fallo di mano. Angoli: 5-5. 75mila spettatori. Recupero: pt 1’, st 3′.

A cura di Giangabriele Perre

In copertina, il gioco aereo farraginoso della Svezia, con Ibra a fare da pendolo, davanti

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