Il Gazzettino, Treviso. Manuchar Markoishvili: “La Marca tornerà nel basket di vertice, comunque non è sparita. Il grande quintetto dei trofei con Messina. La bellissima Georgia, l’emozione di conoscere il patriarca Elia II”

(baskettime.it)

L’intervista uscita a fine anno su Il Gazzettino, pagina di Treviso

E’ il momento chiave della stagione per Manuchar Markoishvili, il georgiano ex Treviso ritornato in serie A, alla Reggiana. L’ala insegue la qualificazione ai quarti di Eurocup, mentre in campionato ha ancora chances di raggiungere le final 8 di coppa Italia, nonostante la partenza con 6 sconfitte.
Manu, segue ancora Treviso?
“Di meno – ci rispondeva il 31enne esterno -, dall’uscita della famiglia Benetton dal basket. Mi è dispiaciuto veramente tantissimo il disimpegno della proprietà: per la storia, per la squadra che c’era in Ghirada e anche per i tifosi, che hanno perso una grande formazione”.
Quest’anno la De’ Longhi ha iniziato maluccio, in A2. Sembra Reggio…
“Beh, c’è da pensare che la squadra non sia sparita. Treviso sta provando a rientrare in A. La scorsa stagione ho seguito un po’ i playoff, sono arrivati in semifinale: è stata una buona annata, conclusa peraltro senza promozione. Sono convinto che prima o poi torneranno nel basket di vertice”.
Lei è più tornato a Villorba?
“Mi è capitato di ritornare da avversario, con gli ucraini della Dinamo Kiev, con Cantù. Mi sono rimasti 2-3 amici”.
Quasi 15 anni sono passati da quella sua stagione e mezza con la prima squadra di Treviso. Ricorda il quintetto?
“Naturalmente. Edney, Langdon, Riccardo Pittis e poi due fra Garbajosa e Marconato, con l’argentino Nicola impiegato spesso. Grandissimi giocatori, un quintetto da sogno, con coach Ettore Messina e vice Lele Molin e Pasquali. Avevo 16 anni, vincemmo scudetto e coppa Italia”.
Ha giocato anche in Germania e Slovenia, in Turchia e Russia. Agli Europei, la Georgia ha avvicinato il successo sull’Italia, mentre la Slovenia con appena 2 milioni di abitanti ha vinto l’oro…
“La mia nazione ha 5 milioni di persone, io sono proprio di Tbilisi. Il nostro popolo al 90% è ortodosso. Siamo un Paese molto interessante, anche per i turisti, si mangia benissimo e l’ospitalità è unica”.
C’è criminalità, come in molti Paesi dell’Est?
“Il buono e il cattivo esistono dappertutto. Chi va in Georgia si trova veramente benissimo e si rende conto che la realtà è diversa, rispetto ai luoghi comuni”.
Quali sono i più grandi personaggi nella storia georgiana?
“Con la nazionale, abbiamo conosciuto il presidente e anche il primo ministro. Il più grande fra tutti quanti sono stato accanto è il patriarca Elia II, è stato davvero un onore conoscerlo”.
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino” edizione Treviso

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