Libri, Giacomo Sironi. A 80 anni scrive “Gente e ingegno di casa nostra”, ovvero di Reggiolo. Racconta di Carlo Ancelotti e dell’ex presidente della Reggiana Franco Morini

La locandina del libro di Giacomo Sironi
La locandina del libro di Giacomo Sironi

L’autore Giacomo Sironi, alle soglie degli 80 anni, oltre agli obblighi professionali per una densa e intensa ‘stagione’ lavorativa, ha dedicato le sue ore libere – come pubblicista – alla carta stampata per l’informazione (scrivendo – in quasi 60 anni – oltre 17 mila articoli per quotidiani e riviste e una decina di libri, questo è l’undicesimo), dedicandosi soprattutto al mondo sportivo e al calcio in particolare, ma anche all’arte, temi amministrativi, ambiente, politica e umane vicende. Ha raccontato quanto avveniva intorno e lo incuriosiva, per dare evidenza alle altrui virtù e all’opera della gente padana: in sintesi ricordare come eravamo, per capire come siamo e saremo. Da questi semplici motivi e senza enfasi, nasce l’undicesimo libro di Giacomo Sironi  “Gente e ingegno di casa nostra”: titolo schietto e spumeggiante come il lambrusco delle nostre vigne, per onorare concittadini di ieri e di oggi, per quanto hanno saputo realizzare, anche con forti sacrifici, per la crescita tecnologica, dell’economica e del comune progresso – nonostante la mordente crisi – che stiamo vivendo. Il volume di 302 pagine è suddiviso in sette parti, che parlano di uomini,  personaggi, vicende ed eventi che hanno contributo – come recita il sottotitolo del libro – a fare la storia della nostra comunità, a ridosso del Grande Fiume, con imprese, mestieri, arte, cultura, sport e fede. La presentazione è del giornalista dott. Enrico Pirondini.                                                                       Sironi non ha voluto fare classifiche o dettare priorità, ma semplicemente ha riportato testimonianze ed il frutto di attente ricerche, dove si va dall’artigianato pregevole dei liutai Fratelli Guastalla, al creativo designer d’arredamenti Alfio Pavarini, al mago dei telaisti per bici Marino Iotti, il cui figlio Angelo – canterino dello Zecchino d’oro – è divenuto compositore e docente del Conservatorio di Parma, fino al maggiordomo Tavella, al servizio, per una vita, dei vip capitolini e inglesi.

La rosa dei personaggi reggiolesi penetra nel  pianeta sport, con l’imprenditore della maglieria G. Franco Morini, al vertice per 20 anni del Reggiolo-calcio e della Reggiana in serie A.

Dei tempi nostri troviamo la ciclista Anna Trevisi, ex campionessa europea “Ju” (2010) e dal 2012 professionista, che ha già disputato 3 giri d’Italia e 2 Tour de France: oggi per i colori del team “Alè Cipollini” aspira all’iride. Si parla del “re degli allenatori” Carlo Ancelotti, prossimo trainer del Bayern, per continuare col mitico pugile Nino Benvenuti, onorato dai reggiolesi col ‘chiodo d’oro’ a fine carriera, fino all80esimo dalla nascita del pilota di F1 Lorenzo Bandini perito per il grave incidente del G.P. di Montecarlo e al buon ricordo dei ciclisti degli anni Quaranta Carlo (che disputò due giri d’Italia) e Pierino Moscardini.

Tra i recenti eventi, una menzione del passaggio dalla Reggiolo, disastrata dal sisma, della 1000Miglia e del Giro ciclistico d’Italia per ridonare speranza e un sorriso alle popolazioni della Bassa. Restano incise su pietra le presenze a Reggiolo del regista Mauro Bolognini e, sul set, di Claudia Cardinale (1971), l’origine della fotografia a Reggiolo (fine Ottocento) tenuta viva dalla dynasty  Bertani e oggi dai Fratelli Zambroni. E’ ricordata la presenza a Reggiolo dell’arte di Bassignani, Santachiara, Capisani e dell’indimenticabile scultore italo-francese Emile Gilioli )(insignito della egion d’Onore), non senza dimenticare i “grandi” della musica Nino Rota, Riccardo Muti, del basso lirico Antonio Zerbini, dei cineasti coniugi Federico e Giulietta Fellini e del caricaturista Nino Za.  Si parla pure dell’illustre pittore della Casa ducale parmense G.B. Borghesi che, dopo un secolo di errate attribuzioni, risulta autore del sipario del teatro di Reggiolo. C’è la storia di due aerei americani caduti, in tempo di guerra, nella nostra Bassa. Si ricordano i cantastorie, caposcuola il mitico Tajadela & Co.,  di un millenario “giaròn” portafortuna, di W. Cody, il mitico Buffalo Bill col suo grande circo, ai primi del Novecento, in terra mantovana e parmense, ma anche di gloriosi reggiolesi che combatterono nella storica battaglia risorgimentale di Solferino e San Martino, dei censimenti dall’Unità d’Italia ad oggi, nonché della superstrada Cispadana incompiuta da decenni. Per l’ambiente il discorso corre sulla lotta alle zanzare e alle nutrie, dei problemi dello smog, degli irrefrenabili masticatori di chewing-gum e i mille modi di stringere la mano. C’è pure un capitolo che ironizza sulla predizione della fine del mondo. Non manca un bel ricordo dell’antica tradizione, ormai tramontata, del norcino nelle case contadine. Sironi onora i lasciti spirituali e sociali degli indimenticabili sacerdoti don Giuliano Cugini e don Angelo Melegoni, della storia dell’Oratorio “S. Giuseppe” e del nuovo “Centro della comunità” nonché della Messa creativa suggerita da Vaticano II, forse male interpretata. Ci sono pagine sul disastroso terremoto 2012 ma anche toccanti memorie autobiografiche dell’Autore ed altre curiosità inedite. Per chiudere l’Autore fa un lungo elenco di figli meritevoli di Reggiolo, in parte dimenticati, che hanno onorato – nel recente passato – la nostra Comunità e che, in qualche occasione, andrebbero ricordati.                                                           Il libro “Gente e ingegno di casa nostra” di Giacomo Sironi,  con 302 pagine e 200 immagini, in copertina riporta un’opera dell’artista lombardo Ferdinando Capisani.

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