Il Giornale, basket. Il secondo scudetto di Alessandro Gentile: “La parabola è bassa perchè il pallone mi sfugge dal pollice operato: Langford è migliorato tardi. Chiedermi dell’mvp è da stupidi.

Alessandro Gentile (23 anni) ala piccola e capitano dell'Olimpia Milano.
Alessandro Gentile (23 anni) ala piccola e capitano dell’Olimpia Milano.

L’integralità dell’intervista ad Alessandro Gentile, assieme ad alcuni colleghi, al PalaBigi

Vanni Zagnoli

Reggio Emilia

Alessandro Gentile, sperava nel titolo di mvp, andato a Sanders, come un anno fa, con Sassari?

“Questa domanda è da stupidi. Rakim è sensazionale, ha meritato il riconoscimento”.

Come si sente dopo questa stagione di infortuni e mugugni?

“Ho vinto due scudetti e una coppa Italia, va benissimo così. Nel 2014 era stata una gioia incredibile, questo sa più di liberazione, perché sono tutti pronti a criticarci, me in particolare”.

Ha mai temuto di non farcela?

“Ho sempre accelerato il recupero, giocando con l’indice destro operato, fra errori e alti e bassi. Lo scudetto è un attestato alla sofferenza, sono tornato stanco dagli Europei, i primi due mesi erano stati eccellenti, anche in Eurolega, poi sono iniziati i problemi e chiunque si sarebbe buttato sotto un treno, per quanto ho passato”.

Era stato fischiato, dopo l’eliminazione in Eurocup, con Trento.

“La gente può fare quel che vuole, ho l’animo in pace, ho sempre dato tutto. Si può piacere o meno, ma siamo nella storia. Sul parquet sono sempre aggressivo, prendo tiri che a qualcuno possono non piacere, non mi frega un cavolo di quanto scrivete. Voglio vincere e lo dedico alla mia famiglia, a partire da mio fratello Stefano, adesso infortunato. Quanti festeggiano con me, ora, avessimo perso sarebbero stati i primi a osteggiarci. Sarà per il mio carattere fumantino…”.

Continuerà nell’Armani, per arrivare alle final four di Eurolega?

“Non so, potrebbe essere stata la mia ultima partita. Restai per vincere, ho già raggiunto i due titoli italiani di papà Nando, che mi ha sempre provocato: “Quando avrai vinto la metà di me…”. L’obiettivo è migliorare, il tiro da fuori, la parabola è piatta, ogni tanto il pallone scappa dalle mani per i problemi ai legamenti dell’indice destro. Langford era un pessimo tiratore, adesso è fra i migliori”.

Mike D’Antoni sulla panchina di Houston la avvicina ai Rockets? Ha l’idea dell’Nba, due anni dopo?

“Non ho mai parlato con lui, adesso festeggio, neanche penso al preolimpico”.

A cura di Giangabriele Perre

 

 

 

 

 

 

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