Enordest.it. I pesci d’aprile sportivi, verosimili. Gli scudetti levati e gli albi d’oro da riscrivere, i pensionati davvero pensionati. I ritorni e le dimissioni, fra volley, calcio e basket

(eurosport.it)

https://www.enordest.it/2024/04/04/la-juventus-vince-ce-sempre-un-pesce-daprile-nello-sport/

di Vanni Zagnoli

Ogni anno, il 1° d’aprile, pensiamo ad Antonio Damascelli, il padron Tony, del giornalismo italiano. “Compare Alfio”, voce del verbo comparire. “Compare Alfio”, ovvero Alfio Caruso, siciliano.

Damascelli, classe 1949, pugliese, era il capo dello sport de L’Indipendente. Concordammo un’intervista a Franco dal Cin, quando era alla Reggiana e aveva portato Futre. “Non ho mai voluto fare intervista”, mi rispose Francesco, all’anagrafe, veneziano, di Clodiasottomarina, chioggiotto, dunque, come Carlo Cruccu, una vita a La Nuova Venezia. “Faccio un’eccezione per Damascelli”. L’intervista non uscì mai. Avrei però debuttato su L’Indipendente con “La Russia massaggia la Reggiana”, con Ghennady Belenki, in realtà bielorusso, che sarebbe stato collega di mia moglie, Silvia Gilioli, a Medical center. Lei, direttrice o almeno vice, in un poliambulatorio di Reggio Emilia, ora nella galassia di Bianalisi, e Belenki massaggiatore, fisioterapista, in realtà, poi al Sassuolo, in serie A. “E’ bravissimo”, mi confermava Marco Gibertini, volto di Telereggio, 30 anni fa e sino a due orsono in galera, per un lustro, direi, per collusione con Aemilia, ovvero Ndrangheta.

Damascelli, dunque, il 1° aprile direi del 1994, fece una pagina con pesce d’aprile e da alcuni anni io la propongo a vuoto, dove collaboro. Anche quando scrivevo tanto, a livello nazionale, nessuno ha più avuto il coraggio di Tony. Da due anni alla posta dei lettori, a Il Giornale, ereditata da Ariel Feltri, bergamasco, fratello maggiore di Vittorio. “Gentile signor”, risponde Damascellli, ai lettori, grande juventino e fermato, a suo tempo, perchè legato a Luciano Moggi.

Dunque, quest’anno, forse, per la prima volta, pubblico fuori da vannizagnoli.it, testata, ricordate, non blog, testata, con il roc, che pochissimi siti hanno, una galleria di pesci d’aprile sportivi. Lo ribadiamo anche all’interno dell’articolo, per evitare equivoci, sono notizie scherzosi, dei sogni. Impossibili, ma con una base di realizzabilità.

A Modena, nel volley, ritorna Catia Pedrini, la contestatissima e bellissima presidentessa del triplete e del ritorno di Julio Velasco. Lascia il suo dolcissimo far niente e si riprende la società, dal momento che l’ex vice Giulia Gabana non è andata oltre la coppa Cev, un anno fa. Modena ha chiuso all’8° posto, è uscita dal playoff raggranellando direi solo 2 set al Panini e ora si batte per un difficile ritorno in Europa. Manca alla pallavolo lo sguardo di Catia, di cui ho raccontato con Giuliana Ligabue, la prima moglie di Antonio Barone, già proprietario di Modena volley.

Giuliana si fece soffiare il marito da Catia, che poi sarebbe diventata, appunto, proprietaria del club e all’ultimo scudetto, il 12°, è l’unico dal 2003 a oggi. Catia mi impedisce di entrare al palasport Panini anche pagando il biglietto, durante l’unica intervista che facemmo – cameraman Silvia Gilioli – mi irrise, abbracciata alla dirigente moglie di Fabio Soli, il tecnico di Trento, e persino insultò, purtroppo il video è perduto, fra i 16mila di cui neanche possiedo una copia.

Basket, si dimette Ettore Messina. Da allenatore – non lo farà mai -, resta a Milano da amministratore delegato o simile, comunque da direttore dell’area tecnica. Al suo posto Sergio Scariolo, è un ritorno a Milano, del ct della Spagna. Alla Virtus Bologna Luca Banchi è in crisi, va rivalutato il lavoro del tecnico bresciano a Bologna e anche a Milano. E’ finita la pazienza da Giorgio Armani nei confronti di Ettore Messina. Sperava nella stessa occasione Simone Pianigiani, pluriscudettato a Siena grazie alle ruberie accertate di Ferdinando Minucci, che divenne persino presidente di Lega.

Sempre per il basket. Gianni Petrucci si dimette da presidente federale: “A 79 anni lascio tutto, sono rimasto nello sport fin troppo, largo ai giovani”. Invece si candiderà anche per il prossimo quadriennio, Giulio Andreotti, Franco Carraro erano o sono dilettanti in confronto all’eternauta della poltrona.

Coni, è lotta per la successione di Giovanni Malagò, che rinuncia al terzo mandato. Si battono due fra i suoi tanti antagonisti, per la presidenza del Coni, Angelo Binaghi, del tennis, che l’ha attaccato pubblicamente su Sky, spiazzando Angelo Mangiante, nel giorno della coppa Davis, e Paolo Barelli, legato a Claudio Lotito, riabilitato dalla Len e dunque ora ripartito di slancio, in Forza Italia.

Calcio e non solo.

Si rivedono tutti gli albi d’oro dello sport italiano, alla luce dei milioni di debiti di proprietà salvate dal fallimento, dai figli e figliocci dello sport italiano.

Soprattutto, si levano gli scudetti condizionati dagli arbitraggi, dunque cambia la storia della serie A. Il titolo conquistato da Marcello Lippi alla Juventus il 5 maggio del 2002 va all’Inter, di Hector Cuper e Massimo Moratti, pluripenalizzata dagli arbitraggi. E Luciano Moggi, ottuagenario, va in galera.

Assieme a tutti i dirigenti sportivi che hanno rubato e anche i capitani d’industria, non solo Calisto Tanzi, insomma.

Il popolo riscrive gli albi d’oro. Al Parma, due scudetti, strameritati. Stasera è festa per il centro ducale, dallo stadio Ennio Tardini. E poi due settimane di festa a serie A ripresa. Stefano Tanzi: “Per mio papà”. Ma, soprattutto, Tanzi aveva rubato più di tutti e allora anche quei due scudetti ipotetici sono sub judice.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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