Il Gazzettino, la nazionale. Benassi: “Ci vuole coraggio per mandare in campo i giovani”

Marco Benassi centrocampista della Fiorentina (Gabriele Maltinti/Getty Images)

«Prima gli italiani», diceva il ct Roberto Mancini. Peccato che all’Inter, quando vinse i 3 scudetti in sequenza, avesse quasi tutti stranieri e anche nella sua seconda esperienza. E allora è normale che proprio il vicepresidente nerazzurro gli risponda che «in campo gioca chi è più bravo». «Indipendentemente dalla nazionalità – spiega Javier Zanetti -, in campionato va premiato il talento. Occorre un lavoro che faccia crescere i giovani italiani e Mancini è la persona adatta. Siamo tutti contenti se ci sono italiani bravi che scendono in campo, anche perché questo valorizza il settore giovanile».

Il parere più qualificato è di Roberto Donadoni, un biennio in azzurro, dal dopo titolo mondiale, prima e dopo club. «Se si vuole far crescere un movimento, non bisogna pensare esclusivamente ai propri interessi. In una società, devo far vincere la squadra e quindi impiego chi dà più garanzie, italiani o stranieri poco importa. Così la coperta è sempre corta e far crescere i giocatori diventa complicato».

Il vicepremier Matteo Salvini chiede proprio un limite al numero degli stranieri in campo, come avviene in tanti sport, ma non nel calcio, dove le leggi Bosman ed Ekong impediscono limitazioni. In serie B c’è più spazio per i prodotti del vivaio: «Il 73% dei giocatori nelle rose – sottolinea il presidente della Lega Balata – è italiano, il 30% di under 21, che diventa 44 considerati gli under 23».

A Coverciano, prende la parola il centrocampista Marco Benassi, 24 anni: «Ha ragione Mancini, ci vuole coraggio per mandare in campo i giovani. Stramaccioni mi fece esordire a 18 anni, nell’Inter. A Torino restai due mesi in panchina per una questione di modulo, nell’estate dell’anno scorso mi dissero che non c’era più spazio, non so se per un fatto tecnico o di età». E’ passato alla Fiorentina, è sorprendente capocannoniere.

Niccolò Barella ha 21 anni, si è consacrato nel Cagliari, in estate è stato cercato dall’Inter: «Ho deciso di restare in Sardegna, nella squadra della mia città e poi occorrono vari step, per crescere». C’è il rischio di finire in panchina, in una big. 

«Abbiamo giovani bravi, vicecampioni d’Europa nell’under 19, aspettiamoli». 

Chiesa ha esordito, Donnarumma è titolare a 19 anni. «Ci sono tanti ottimi portieri – racconta il milanista -, la concorrenza stimola, la vivo anche con Reina».

Ieri il riscaldamento è stato fatto con la musica di Robbie Williams, per motivare. Prove di 4-3-3, con: Donnarumma; Zappacosta, Bonucci, Chiellini, Emerson; Pellegrini, Jorginho, Gagliardini. In avanti, 6 per 3 maglie.

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

Related Posts

Leave a reply