Il Gazzettino. Milan, la Uefa respinge il settlement agreement, Europa league a rischio

L’ad del Milan Marco Fassone con Han Li (goal.com)

Il Milan rischia l’Europa league, la Uefa non ha concesso il “settlement agreement” per il financial fair play, rinviando il club al giudizio della camera aggiudicatoria. E lì la gamma di misure disciplinari è molto ampia, dall’avvertimento all’esclusione dalle competizioni Uefa, passando fra l’altro per il divieto di impiegare i nuovi acquisti nelle coppe europee. Il Milan parla di “giudizio severo, a fronte del miliardo inserito nel sistema calcio”.

Il dg Marco Fassone aveva chiesto il patteggiamento delle sanzioni sportive ed economiche per le deviazioni dai parametri del fairplay finanziario nell’ultimo triennio, a metà giugno sarà la commissione giudicante a pronunciarsi, con il rischio di saltare l’Europa league. Alla quale la squadra di Gattuso si è appena qualificata direttamente, grazie al sesto posto. Se questo avvenisse davvero, sarebbe l’Atalanta, settima classificata, a evitare i due turni estivi preliminari e i playoff di agosto, con ingresso diretto nella fase a gironi dell’Europa League, mentre la Fiorentina, ottava, sarebbe ammessa ai preliminari.

Il Milan era già stato bocciato dall’Uefa a dicembre, per la richiesta di voluntary agreement presentata sempre da Fassone, adesso arriva la mazzata, a paralizzare il mercato, complicando il piano di rafforzamento che Gattuso stava delineando con il ds Mirabelli. «Non voglio trentenni – aveva detto l’allenatore -, ma gente motivata». Adesso il mercato sarà soprattutto di uscita, a partire da Donnarumma, valutato fra i 45 e i 60 milioni. Diventa più difficile inseguire il ritorno in Champions, rivaleggiare con l’Inter, più vicina, con l’esonero di Montella. E’ dal 2014 che i rossoneri sono fuori dalla coppa più importante e quest’anno avevano proprio l’obiettivo delle prime 4, per rientrare dagli investimenti. Venerdì, la società varerà l’aumento di capitale, per 10 milioni, promesso dal presidente cinese Yonghong Li. Poi ha il debito con Elliott da restituire o rifinanziare entro ottobre. 

Il prossimo mese, comunque, i cinque giudici del consiglio difficilmente escluderanno dall’Europa league il club più titolato del continente, dopo il Real Madrid, per non impoverire la seconda coppa. E’ inconsueto il rinvio a giudizio, in genere l’Uefa e i club raggiungono un patteggiamento di reciproca utilità. Da Nyon speravano in buone notizie sul rifinanziamento, sulla proprietà e sui ricavi futuri, tuttavia sul tavolo della commissione investigativa non sono arrivati elementi in grado di far cambiare la decisione iniziale. Restano incertezze sul rifinanziamento, che non si sa quando verrà concluso, sull’azionista di riferimento, mister Li, figura dai contorni oscuri. Se il fondo americano Elliot diventasse proprietario, magari vorrebbe vendere a propria volta, di qui l’ulteriore empasse. Dubbi anche sui futuri ricavi, soprattutto cinesi, dal momento che dall’Asia sono arrivati appena 3 sponsor minori. Il passivo maturato nel triennio è di 250 milioni, con responsabilità dunque anche di Silvio Berlusconi, presidente sino a un anno fa, anche per questo è improbabile che il Milan se la cavi con una semplice multa. Se anche in queste settimane arrivassero informazioni su Li o se il rifinanziamento fosse concluso, le novità non sarebbero necessariamente ammesse dalla giudicante. Fosse veramente escluso dall’Europa, il Milan farebbe appello al Tas di Losanna, che dovrebbe decidere con estrema urgenza. L’esclusione dalle coppe è già toccata a Galatasaray, Dnipro, Stella Rossa, Partizan, Sion e Panathinakos, adesso trema il club delle 7 Champions.

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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