Il Gazzettino, Paolo Bertini: “Il prossimo passo sarà il tempo effettivo”

Paolo Bertini ha arbitrato in serie A e B dal 1998 al 2008 (violanews.com)

Anche in Francia e in Spagna adottano il Var, è il primo anno, in Italia e in Germania siamo al secondo ma adesso è polemica su come usarlo. Perchè il primo weekend stagionale in serie A evidenzia il cambio di direzione, chi è addetto al Var fa rivedere l’episodio all’arbitro solo in caso di errore evidente o di grave episodio non visto. E così Valeri non ha suggerito a Mariani di visionare il contatto fra Magnanelli e Asamoah, in Sassuolo-Inter, nè Massa avvisa Di Bello di rivalutare l’intervento di Iago Falque su Fazio, in Torino-Roma.

«A me – obietta Fabio Baldas, ex internazionale, di Trieste – il nuovo trend meraviglia, non mi risulta una direttiva precisa. Le immagini vanno consultate per aiutare gli arbitri, non so se questa riluttanza dipenda da chi ha in mano il Var, deputato a dare la comunicazione all’arbitro centrale».

In realtà la direttiva è dell’Ifab, l’organo internazionale che stabilisce le regole del calcio. Si restringe l’applicazione del Var, invece di allargarla. 

«Ma l’avrebbero data anche al raduno di Sportilia e alle società – insiste Baldas -. Se mostri sul display degli stadi gli episodi, che senso ha limitare la chiamata? Credo si tratti di un caso, mi auguro sia così. Si deve andare solo avanti, come mostrano i mondiali: là c’erano arbitri meno esperti, ora dopo il primo anno di rodaggio sarebbe stupido tornare indietro».

Resta da aggiungerla in Champions league. 

«Lì è comprensibile che non ci sia, perchè non tutti i campi sono attrezzabili rapidamente. Collina è ancora alla presidenza della Fifa, proseguirà nel discorso e anche la Uefa prima o poi si adeguerà».

Un altro ex arbitro, Paolo Bertini, oggi consigliere comunale, ad Arezzo, è invece favorevole alla riduzione delle interruzioni.

«La federazione e il mondo arbitrale – spiega – vogliono evitare che il Var prenda sempre più campo. Forse non tutti in Uefa sono convinti che sia così utile e allora si chiede di limitarne l’utilizzo. Peraltro è a macchia d’olio, se lo applichi non puoi più tornare indietro».

L’Inghilterra però si oppone, anche quest’anno. «Perchè ha una cultura diversa, dell’accettazione dell’errore arbitrale. Se ne vedono, ma la polemica è circoscritta, da noi si continua per anni a sostenere che i campionati siano stati falsati da un rigore dato o meno. Alcuni Paesi si oppongono al Var, è una battaglia persa».

Secondo Bertini, assolto dalla corte federale e anche dalla Cassazione, per calciopoli, il prossimo passo sarà il tempo effettivo. 

«Perchè ogni interruzione di Var è in realtà di 3-4’ e questi minuti non vengono recuperati integralmente. Si arriverà a un altro sport, non al calcio a cui siamo abituati o abbiamo nel nostro immaginario».

Bertini ha fatto il corso da ds, per il momento è fuori dal calcio e resta contrario al Var. «Dall’introduzione, era evidente che l’applicazione si sarebbe ampliata. Adesso si tenta di rimetterlo in un alveo più accettabile, con una mediazione fra la spinta che arriva dalle federazioni in cui è stato introdotto e le altre che non l’hanno previsto, spinte dallo scetticismo dell’Uefa».

L’ex direttore di gara toscano fa una riflessione a priori. «L’obiettivo è ridurre gli errori degli arbitri, bisognava chiedersi se le modifiche sarebbero state tollerabili. Se viene dato campo libero al Var, l’arbitraggio perde significato e chiunque può dirigere, diventa un vigile urbano che in casi dubbi si interfaccia al Var. Il calcio piace perchè è fatto di contatti e anche di errori, compreso quello arbitrale, si eliminerebbe l’imponderabile, appiattendolo. E questo è un tentativo per limitarne l’invadenza».

Momentaneo. «Perchè comunque l’arbitro si appoggia volentieri, alla tecnologia, per levare qualsiasi discussione e togliersi dall’imbarazzo delle decisioni scabrose. Tenderà a sparire anche il contatto considerato regolare».

Ma non le polemiche. «Restano, per la difformità di applicazione».

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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