Il Giornale, mondiali di volley femminile. L’Italia batte la Cina per 3-2 e conquista la finale

Davide Mazzanti e Serena Ortolani (volleynews.it)

Vanni Zagnoli

Le fidanzatine d’Italia fanno innamorare ma per vincere è come se per due volte fossero andate ai rigori, i tiebreak vinti in maniera tanto sofferta sono qualcosa di più dei tempi supplementari, se pensiamo al calcio.

In Giappone, a Yokohama, le fidanzatine abbattono la grande muraglia cinese, dopo le nipponiche, sempre per 3-2: 25-18, 21-25, 25-16, 29-31, 17-15. Fidanzatine perchè sono tutte under 24, escluse Lucia Bosetti, Monica De Gennaro e la riserva Serena Ortolani, signora Mazzanti, il ct che ha reso padre. La riserva più giovane, Fahr, ha 17 anni, età da ginnasta. Piacciono, tengono incollati gli appassionati su Rai2, sbracciano schiacciate e si abbracciano, rotolano in difesa e srotolano tappeti rossi per le bordate di Paola Egonu. A 19 anni, incide quanto Messi: Cristiano Ronaldo non era così forte, alla sua età. Nella semifinale piazza 45 punti, migliora il primato in nazionale, già suo, di 39, stabilito con la Russia nel World Grand prix. Due anni fa ne mise 46, in campionato, ma qui è come se avesse azzeccato un poker nella gara più dura del mondiale, contro le campionesse olimpiche.

Lucia Bosetti tiene in ricezione, De Gennaro ogni tanto fatica, Sylla talvolta rinuncia, la palla non sempre arriva pulita all’opposta vincitrice di supercoppa e coppa Italia, a Novara, Malinov fa l’impossibile per servirla all’altezza giusta, non troppo staccata da rete o bassa, lei martella che è un piacere. Sbaglia anche, ma è normale. Resta l’ultimo ostacolo, domattina dalle 12,20 con la Serbia, 3-1 all’Olanda. E’ stata l’unica capace di sottomettere la nazionale, sempre per 3-1, Myriam Sylla però aveva risparmiato le ginocchia, nell’ultima gara di Nagoya, e anche per questo ieri ha piazzato 23 punti. Ancora più decisivi i 12 di Anna Danesi, fra cui 3 muri chiave, è la migliore del mondiale. “I centrali – ci raccontava Mauro Berruto – è come fossero gli stopper, del calcio”. L’altro difensore, allora, è Cristina Chirichella, autrice del 12-11 a muro, nel quinto set, dopo i due sprecati nel quarto. Era la più giovane quattro anni fa, a Milano, quando le cinesi dopo essere state battute 3-0 nel girone rovesciarono l’Italia per 1-3, stavolta finiscono loro gambe all’aria. Il 14-12 è con il 5° ace di Egonu, a 92 orari, potente quanto una schiacciata di Olajuwon, nigeriano mito Nba degli anni ’80. Akeem the dream e il sogno rischia di evaporare con la pipe centrale fuori della regina dell’elevazione. Anche il terzo esce, ma era fuori equilibrio. Al quarto matchpoint lo azzecca, esplode la gioia. Anche di Eleonora Lo Bianco, 5 olimpiadi, portabandiera mancata, arrivata a sostenere le ex compagne, accanto al presidente federale Cattaneo.

Davide Mazzanti assapora le emozioni di Chicco Blengini finalista olimpico, ma se quel Brasile era imbattibile questa Serbia è attaccabile. «Nel secondo set – spiega – abbiamo sprecato troppo in contrattacco, mentre nel quarto si è persa lucidità nel cambio palla. Le ragazze si sono riorganizzate tatticamente». Nel 2005, lui andava in motorino da Marotta (Pesaro), dove l’hanno seguito davanti al maxischermo, a Jesi, a seguire Lang Ping, la super allenatrice. Ha imparato bene e oggi si batte per l’oro. Solo il romagnolo Bonitta c’era arrivato, a Berlino 2002: “All’epoca – sorride Mazzanti – guidavo il pullmino della nazionale, in amichevole”. Fra due anni, a Tokyo, ripartirà da favorito.

Da “Il Giornale”

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