Il Messaggero. Vanno cercati 50 milioni per dare un futuro al Parma. Altrimenti l’anno prossimo sarà D. La buona notizia è il ritorno in campo dei ducali.

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Maurizio Beretta presidente della Lega di A

Collecchio (Parma)

Quaggiù, al paese della Parmalat, sembra di essere tornati indietro di 11 anni, quando il crac della multinazionale del latte trascinò con sè il Parma e la famiglia Tanzi. Ci sono giornalisti, forze dell’ordine a prevenire scaramucce impossibili in un posto tanto vivibile. Alle 9,30 entrano due macchine, la seconda è della guardia di finanza e resterà per tre ore. Dentro gli uffici c’è Giampietro Manenti, il presidente fasullo che fa passarella su tutti i media d’Italia, con esclusive rituali, meno che portare un euro. Anzi, ne aveva prevelati 7mila e passa per la trasferta in Slovenia. La squadra si allena, stavolta Lucarelli dal campo non lo irride: “Giampietro, esci”. All’interno le fiamme gialle vogliono guardarci chiaro: sequestrano libri contabili, la scorsa settimana l’azienda informatica non pagata aveva portato via i computer. Mancava guarda caso il più importante, del direttore generale Pietro Leonardi, indagato per concorso in bancarotta fraudolenta, dunque giusto un passo dietro a Tommasone Ghirardi. Indimenticabile quando Tom si offese a morte per essere stato definito “tondo imprenditore del tondino”, anche su Il Messaggero. Del cuscinetto, ecco, avremmo dovuto scrivere.

Regole ingiuste.

Dunque, se la ripartizione dei diritti tv e la pesca degli sponsor penalizza il ducato, espressione di appena 445mila parmensi, “Ghiro” e “Leo” volevano colmarla raccattando giocatori a parametro zero. Tre anni fa firmarono Nicola Sansone, Pellè e Borini, colpi da fuoriclasse. Come i 10 milioni presi dal Napoli per Dzemaili. Decine le magie da pokeristi. Ma ai due dirigenti con autisti al seguito non bastò appianare il bilancio dopo la retrocessione e i controaffari di Ghirardi: 10 milioni per Cristiano Lucarelli, quinquennale a Reginaldo avallato dall’amico Prandelli. No, il gioco piaceva tanto che movimentarono 800 giocatori in un triennio, con contratti lunghi e onerosi, in buona parte per diritti di immagine. E poi le buonuscite (incentivi all’esodo, si dice oggi), promesse pagate in ritardo. Intermediari e agenti non saldati, contratti spalmati di ex campioni (Lucarelli, Crespo) lanciati come allenatori ma con trattenute, facendo leva sui sentimenti. Il quadro è precipitato con l’esclusione dall’Europa league per una svista da 260mila euro. Ghirardi lasciò la presidenza caricando il peso della società su Leonardi, che non fece ferie. A settembre il presidente tornò, due mesi dopo fu costretto a lasciare perchè il debito lordo si avviava agli attuali 200 milioni. Taci aveva firmato un preliminare d’acquisto per 10 milioni, ha già problemi in Albania. Manenti prese il Parma un mese fa per un euro, letto sul televideo che l’altro non pagava. Si era inventato un numero di cro dei bonifici per evitare penalizzazioni, quando Leonardi l’ha capito si è sentito male per la seconda volta e per questo va capito. Ancora è ricoverato. “In Toscana”, ci confessava il dt Preiti. Lui neanche conferma il posto. “Sto così così – risponde al telefono – come vuoi che stia? Non ho ricevuto niente, dalla magistratura, ma sono a disposizione”. L’ultima difesa pubblica era stata 20 giorni fa, in conferenza stampa, giovedì sera le dimissioni.

ALLA LARGA. La procura e la direzione distrettuale antimafia allontanano dal Parma faccendieri e attenzionati, se non pregiudicati. Ieri il procuratore Rustico ha smentito che la Dda di Bologna prenda in mano l’indagine: “Resta ai nostri tre pm, non risultano collegamenti con la malavita. Quella nostra visita nel capoluogo era programmata da tempo”. Si era fatto avanti almeno un personaggio discusso, Paolo Signifredi, ex proprietario di Brescello e Carpi e poi dg del Catanzaro.

LE BUONE NOTIZIE. Alle 20,35 inizia la conferenza di “habemus papam”, pardon di “the show must go on”. Tavecchio tossisce per stress, il sindaco Pizzarotti da ex bancario del Credem ha dimestichezza con le trattative sindacali, convince Lucarelli e compagni a non fare più storie. “Metteremo prezzi popolari, per riempire lo stadio”. Domani con l’Atalanta ci saranno stewards, addetti sanitari e pompieri, perciò il Gos aveva dato l’ok in mattinata. Adesso non resta che trovare i 50 milioni per dare un futuro al Parma in B. Va evitato il fallimento con ripartenza dalla D. Servono i denari degli industriali ducali, non guai perManenti.

Vanni Zagnoli

 

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