Ilmessaggero.it, Ilgazzettino.it. Draft Nba, Mannion è solo 48° ma va ai Warriors. Nessuna chiamata per Eboua

(ilmessaggero.it)

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di Vanni Zagnoli

Siamo tornati indietro di due, tre settimane, alle elezioni americane. E’ stata una notte molto statunitense, anche in Italia, con il draft Nba. In remoto, con giacche spettacolari e lacrime familiari, con un crogioulo di razze e di età, di papà e mamma, di fratelli e sorelle, di nipoti e parenti tutti.

Minnesota ha la prima scelta, prende Anthony Edwards, muscolare, dall’università Georgia, è una guardia di 19 anni. I primi sette sono tutti diciannovenni, compreso il primo europeo, il francese Killian Hayes, per nono è chiamato un israeliano, Deni Avdija, ai Washington Wizards. Poi ci sono scambi, di scelte, che portano a movimenti di mercato condivisi, profondi. Si aspettano altri stranieri e poi gli azzurri. Aspettando il pubblico, di uscire dalle bolle, almeno si vedono colori e corpi, tatuaggi e barbe, grinta ed emozioni, non solo d’archivio.

Il 17° è per i Minnesota Timberwolves, il più giovane, Pokusevski, serbo, dell’Olimpiacos: finirà a Oklahoma, in cambio di Ricky Rubio. Miami piglia il primo africano, Achiuwa, nigeriano.

Intanto la Nba tv mostra l’allenatore debuttante più personaggio, Steve Nash, ai Brooklyn Nets, con vice Mike D’Antoni, 69 anni. E poi le immagini dei momenti migliori delle finali Nba, comprese le prodezze di Toni Kucoc, il croato ammirato anche a Treviso.

Alle 5 e 45 italiane arriva finalmente il turno dell’Italia, con Nico Mannion, il figlio di Pace, gran tiratore di Cantù, visto anche a Reggio Emilia, quando venne promosso in A1, con Giordano Consolini in panchina. La chiamata è in 48^ posizione, onestamente molto alta rispetto alle aspettative, addirittura le speranze erano che fosse fra i primi 10, ovvero nella top ten dei migliori giovani del basket di oggi. Gioca nei Wildcats Arizona, è chiamato da una squadra fra le più competitive della stagione, i Golden State Warriors. Che peraltro nel backcourt hanno già Steph Curry e Klay Thompson, peraltro infortunato da un anno. Ecco, Mannion migliorerebbe tanto, allenandosi con quei due campioni.

Da “Ilmessaggero.it”, “Ilgazzettino.it”

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