di Vanni Zagnoli
Fra i maschi, è l’impresa dell’anno, per lo sport italiano. La Pro Recco si aggiudica la Champions League di pallanuoto battendo 9-6 gli ungheresi del Ferencvaros Telekom. A Belgrado arriva il 9° titolo per i genovesi nella massima competizione europea, sono i primatisti al mondo, con anche 6 supercoppe Len e una Lega adriatica.
Aggiungiamo i 33 scudetti, non l’ultimo, vinto da Brescia, la scorsa settimana, per 3-1. E lì l’allenatore Alessandro Bovo e i giocatori lombardi ci avevano confermato: “Recco resta la favorita, per final8, dal momento che in Champions, non c’è limite al numero di stranieri in acqua”.
La semifinale con il Barceloneta è stata più impegnativa della finale con i magiari, che ieri avevano superato di due reti proprio Brescia. I lombardi oggi si sono aggiudicato il terzo posto.
E’ il successo del presidente Maurizio Felugo, già consigliere della serie B di calcio, del presidente Gabriele Volpi, che ha firmato promozione e salvezza in serie A, con lo Spezia, salvo venderlo a due terzi di stagione agli americani.
Recco festeggia sul podio, con Francesco di Fulvio, figlio d’arte, due anni fa premiato come miglior pallanotista al mondo, e con la leggenda Eraldo Pizzo, il caimano, l’immortale, il simbolo di questo sport in Italia. La diretta Sky è con il ct Sandro Campagna, mister palombella, della vittoria all’olimpiade di Barcellona ’92, con Ratko Rudic in panchina. E’ campione del mondo in carica, aveva già vinto il titolo un decennio fa, a Tokyo vuole riverberare la leggenda dell’italico waterpolo.
E’ festa per la Liguria intera, per la regione simbolo di questo sport che in Italia non ha il seguito che meriterebbe, comunque molto di più della pallamano, di cui rappresenta la variante in acqua. Gioisce l’allenatore Gabriel Hernandez, spagnolo, che aveva messo in bacheca il primo titolo di recente, la coppa Italia, ha 46 anni ed era una scelta sorprendente, per il dopo Rudic.
Recco, dunque, sollevò la prima Champions nel ’65, con Pizzo in acqua, la seconda nell’84, 4 nel primo decennio del nuovo millennio e solo due nello scorso, nel 2012 e nel 2015. Volpi ha speso tanto, per gli uomini in calottina, si aggiudicava lo scudetto dal 2006, da allora ha perso solo la coppa Italia del 2012 e il campionato a Brescia. Gli va stretta la pallanuoto, a 78 anni ha la nazionalità anche nigeriana, è proprietario dell’Arzachena, club sardo di calcio, in serie D. Dispone di un patrimonio di 3 miliardi di euro e si occupa di logistica petrolifera, è stato il secondo azionista di banca Carige e anche proprietario del Rjieka calcio, in Croazia.
E’ stato giocatore di pallanuoto e operaio, lavorò a Lodi e come propagandista medico per la Carlo Erba, è in Africa da 45 anni. E’ stato anche indagato per varie vicenda, resta il più grande magnate nella storia della pallanuoto italiana. Peccato che non esistano la supercoppa italiana e il mondiale per club, perchè diversamente i biancocelesti avrebbero un palmares ancora più smisurato. E’ talmente generoso che per anni non ha fatto pagare, alla piscina di Punta Sant’Anna, per le gare interne, per fare proselitismo: “Solo nei playoff”.
Se Conegliano vince tutto, nel mondo, ma da pochi anni, la Pro Recco è al top, in questo millennio e ci resterà anche quando Volpi dovesse lasciare. Ai figli.
Da “Ilmessaggero.it”