La Gazzetta del Sud. De Biasi: “Per Pjaca è determinante l’entourage che gli ronza attorno. Berardi fa bene a restare al Sassuolo. Il Crotone sul neutro di Pescara perderà qualcosa, il mio ex Davide Nicola lo può salvare”

Vanni Zagnoli

A 60 anni, Gianni De Biasi (in copertina quando ricevette la laurea ad honorem) è fra i ct più richiesti d’Europa. Resta con l’Albania nonostante l’interesse dell’Ucraina, che ora ha firmato con Shevchenko, mentre a primavera aveva incontrato il presidente federale Tavecchio: lì era stato Marcello Lippi (scelto come dt e poi ricusato per l’incompatibilità con il figlio Davide, procuratore) a far propendere la scelta verso Ventura, come erede di Conte, per l’Italia. Giusto 20 anni fa, De Biasi debuttava in B, nel Cosenza: esonerato in posizione salvezza, ripreso quando era tardi e perciò retrocesso.

Mister, la serie A riparte con la Juve destinata al 6° scudetto di fila, tantopiù con Higuain?

“Piano, con questa certezza, ancora non si sa. Ma secondo voi De Laurentiis si priva davvero del bomber? Tantopiù per cederlo alla diretta concorrente? Io non credo, nel calcio però mai dire mai, ovvio”.

Pjanic è il miglior regista d’Europa?

“Può diventare un costruttore di gioco importante, intanto è una mezzala che attacca gli spazi e si inserisce. Non è ancora un playmaker alla Pirlo, per intenderci”.

Con anche Benatia è da finale di Champions?

“Adesso la risposta è impossibile, aspettiamo che termini la campagna acquisti e di vedere le avversarie”.

Con Giaccherini, il Napoli può accorciare le distanze?

“Ma restano elevate, per ambiente e abitudine a vincere. A Torino si ricaricano rapidamente, trovando sempre nuovi stimoli. Piuttosto sono curioso di vedere la Roma, si candida come seconda forza”.

Con Juan Jesus, Mario Rui e Ricci, protagonista della promozione del Crotone?

“Non tanto per gli aspetti tecnici. Spalletti dal subentro a metà stagione ha fatto benissimo, ora dovrebbe farla diventare più squadra, come filosofia. Porta un calcio di organizzazione, di insieme. Il singolo è importante, conta comunque l’impegno assoluto”.

Mancini resta all’Inter?

“Vediamo dopo la tournèe, perchè è complicato prevedere. Dipende dalla nuova proprietà, era stato confermato da Thohir, non conosco il peso economico di Jindong, nella società”.

Montella merita il Milan più di Giampaolo?

“Bella domanda. Per quanto ha fatto a Empoli, Marco Giampaolo è da grandissima panchina. Vincenzo era andato molto bene alla Fiorentina, alla Sampdoria è incappato in una mezza annata storta, adesso si farà nuovamente notare: negli ultimi anni, i rossoneri hanno fatto poco, andrà sicuramente meglio”.

Il croato Pjaca è talmente bravo da essere conteso fra le migliori società?

“E’ un talento naturale sul piano tecnico, a 21 anni è in crescita come ragazzo. Va capito, tutto è legato alla maturazione, in un altro calcio rispetto alla Dinamo Zagabria dovremmo vedere l’entourage e chi gli ronza attorno”.

Alla Fiorentina tornano Mario Gomez e Giuseppe Rossi. Dovrebbe tenerli?

“Parrebbe di no, le scelte sono di Paulo Sousa e del ds Corvino, dipenderà anche dall’aspetto finanziario delle operazioni”.

Il Sassuolo approderà alla fase a gironi di Europa league?

“Penso di sì. Sta bene, ha valori tecnici diversi rispetto al Lucerna. Preparerà al meglio il debutto assoluto nelle coppe”.

Berardi da Bocchigliero fa bene a negarsi alla Juve e all’Inter?

“Ha qualità, non ha dato il massimo, i margini di miglioramento sono ampi, in un ambiente tranquillo più progredire ulteriormente”.

E gli altri calabresi della serie A?

“Missiroli mi ha sbalordito, rispetto a 8 anni fa, al Treviso. Mai avrei pensato che toccasse quei livelli. Al Bologna Floccari ha longevità, indice di serietà professionale, di passione. Maietta ha grande temperamento e personalità, è il punto di forza della difesa rossoblù”.

Il Crotone si può salvare?

“Se non si snatura, sotto Davide Nicola, può essere una sorpresa: l’ambiente è caldo, la voglia di stupire c’è, fondamentale è restare coesi e pronti a subire sconfitte, perchè la permanenza sarebbe come la Champions”.

L’avvio di campionato a Pescara può penalizzare?

“Nel 2002, quando conquistammo la doppia promozione a Modena, lo stadio Braglia venne sistemato in tempo velocissimo. Il campo neutro toglie qualcosa a una realtà che meriterebbe di giocarsi la serie A in casa propria, tantopiù che all’Adriatico non andranno in massa, con quasi 600 chilometri di distanza”.

Davide Nicola promosse il Livorno in A, fu esonerato e richiamato, retrocedette. A Bari altro licenziamento: a Crotone farà meglio?

“Sicuramente e glielo auguro. E’ stato con me a Torino, 10 anni fa vincemmo la serie B davanti a 65mila spettatori, nella finale playoff con il Mantova: segnò il 3-0 di testa, su calcio d’angolo”.

Come valuta i primi rinforzi?

“Non conosco molto Ceccherini e Nalini, Mazzarani l’ho seguito nel Modena. In A serve esperienza”.

Quale squadra le piace, fra le non grandi?

“Il Torino può fare bene, basta confermare l’intelaiatura e innestare qualcuno. Perde il centrale Glik, passato al Monaco, lo sostituisce il mio Ajeti. Può lottare per le zone vicine all’Europa”.

Ventura è adatto per l’Italia?

“Se l’hanno scelto significa che è pronto, è l’allenatore giusto, la valutazione è stata attenta”.

Ma in Russia 2018 avrà 70 anni. Viene in mente Cesare Maldini, 70enne con il Paraguay, in Corea del Sud e Giappone 2002…

“Ma è giovane e in fondo si è appena sposato. Resta molto carico, ha entusiasmo”.

Per Francia 2016 si qualificavano le prime due di ogni girone più le migliori terze, stessa cosa nella fase finale. Al mondiale, invece…

“Andrà solo la prima, mentre le migliori seconde spareggeranno. Penso passeranno Spagna e Italia, bisogna solo vedere chi si aggiudicherà il gruppo. Ci siamo anche noi dell’Albania, Israele, Macedonia e Liechtenstein”.

Il meglio dei tecnici italiani è in Inghilterra?

“Il quartetto è di eccellenza. Mazzarri aveva salvato la Reggina, dopo l’Inter ha fatto la scelta migliore, perchè il Watford è ben strutturato dai Pozzo. Conte ha una grande chance in una grande realtà. Ranieri cercherà di confermarsi, soprattutto onorerà il debutto in Champions”.

E Guidolin, che ha salvato lo Swansea?

“Guido è sempre sottovalutato, ai margini del grande calcio, non reclamizzato. Gli manca la claque, eppure ha sempre raccolto il massimo dei risultati possibili, anche in Galles”.

Un allenatore italiano impegnato all’estero potrebbe fare anche il direttore tecnico dell’Italia?

“No, se è sotto contratto altrove. La nostra categoria è zeppa di ottimi professionisti, il doppio incarico non va bene. Perchè il dt azzurro deve occuparsi dalle giovanili, ha un ruolo importante”.

Il Portogallo ha meritato l’Europeo?

“Nel momento cruciale, sì. Nelle qualificazioni, nel girone e sino ai quarti non aveva fatto intravvedere granchè. Con il Galles in semifinale ha convinto. A Parigi ha indovinato la partita perfetta, nonostante l’infortunio di Cristiano Ronaldo”.

Per la Gazzetta del Sud, le va di compilare il top11 di Francia 2016?

“Indico uno per ruolo, via. Buffon è il portiere che mi è piaciuto di più, fra i difensori Hummels (Germania), a centrocampo il 18enne Renato Sanchez, del Portogallo. In avanti neanche saprei: non certamente Cristiano Ronaldo, perchè ha inciso poco”.

Suggeriamo Eder, per quel destro decisivo.

“Sorprendente, perchè è un attaccante che non segna mai. Contro di noi in qualificazione aveva sbagliato tantissimo. Faccio notare che avevamo battuto entrambe le finaliste, nel girone: la Francia era qualificata di diritto ma disputava partite amichevoli, così fuori casa avevamo pareggiato, mentre in Albania abbiamo vinto. In Portogallo ci eravamo imposti per 1-0, al ritorno la sconfitta è arrivata al 92’. Ci resta anche questa consolazione, nonostante l’uscita al primo turno”.

Ha confermato interamente il suo staff, nell’Albania?

“Senza dubbi. Il vice Paolo Tramezzani è richiesto dal Chiasso, ma il club svizzero non ha grandi mezzi economici. Il preparatore Alberto Bellè, trevigiano, è arrivato un anno fa. E poi c’è l’osteopata Filippo Iori, reggiano come il mio secondo”.

Erano gli altri italiani dell’Europeo. A loro va aggiunto l’ex interista Antonio Manicone, vice ct della Svizzera, con Petkovic. Gente snobbata dal nostro calcio.

 

 

 

 

 

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