La vigilia di campionato dell’Inter. Mancini: “Non potevamo vendere le sedie di Appiano, Shakiri e Kovacic sono stati sacrificato solo per il fairplay finanziario”

Roberto Mancini è alla seconda stagione in nerazzurro
Roberto Mancini è alla seconda stagione in nerazzurro

di Vanni Zagnoli
Ad Appiano Gentile, per la conferenza stampa di Roberto Mancini, come avvio di stagione. Domani sera c’è la gara con l’Atalanta ma neanche è stata nominata, l’avversaria.
“Il mercato aperto per un’altra settimana abbondante – riflette il tecnico dell’Inter – è una
rottura di scatole. Abbiamo lavorato molto, per essere qui, siamo un’ottima squadra”.
Mihajlovic non firmerebbe per il terzo posto, Mancini risponde indirettamente.
“Tutti noi partitamo con sogni, pensiamo di fare il massimo, non il minimo. Tutti noi pensiamo di arrivare al massimo traguardo, soprattutto se saremo bravi a stare nel gruppo di testa”.
Finiranno le distrazioni difensive della scorsa stagione e del precampionato?
“Non diamo le colpe ai difensori, gli errori non li fa uno solo. Ora abbiamo 4 centrali difensivi, sono però insieme solo da tre partite, serve per tempo per trovare una connessione perfetta”.
Esistono dubbi sullo spagnolo Montoya?
“Non da parte mia. Viene da una grande squadra, il Barcellona, deve avere tempo per amalgarsi, al di là di quanto sostengono i critici”.
In avanti chi giocherà, fra Icardi, Jovetic e Palacio?
“Abbiamo tre attaccanti, due giocheranno”.
Quanto resterebbe male se non arrivasse Perisic?
“Non so cosa succederà, di questo dovete parlare con il ds Ausilio”.
A che punto l’innesto dei nuovi?
“Sono arrivati da 40-20 giorni, hanno bisogno di ambientarsi bene. Abbiamo lavorato in preparazione molto bene e messo una buona base, questa è la cosa più importante”.
Quanto conta il precampionato?
“Le gare di preparazione non hanno una grande importanza, occorre migliorare per essere pronti per l’avvio della stagione. Importa a che i giocatori si conoscano e valutare le situazioni di gioco, valide o meno. Come tutte le squadre, non siamo oltre il 60% della condizione”.
Mancini, lei è migliore garanzia, per l’Inter?
“Lo sono i giocatori. Ho impiegato tanti per costruire quella che poi vinse tutto. Sono abbastanza tranquillo, per quel che potremo dare in campionato”.
Kovacic è passato al Real Madrid per per 35 milioni più bonus, mentre Kondogbia è costato 30…
“Il francese è stato acquistato, perchè pensiamo possa essere un centrocampista fra i migliori al mondo. Nessuno avrebbe voluto cedere Mateo, c’erano considerazioni che vanno oltre, il problema del fairplay finanziario”.
E l’addio a Shakiri, gioiello del mercato di gennaio?
“E’ stato il primo giocatore richiesto, di un certo livello, in quel momento avevano bisogno di fare cassa. Credevamo nello svizzero, però per le esigenze di bilancio abbiamo dovuto sacrificarlo, gli auguro un grande campionato in Inghilterra, allo Stoke City. Serviva più tempo, andava aspettato, come chiunque cambia campionato”.
Allora perchè non l’ha trattenuto?
“Perchè la società era costretta a far cassa, in avvio di mercato, nè potevamo vendere le sedie di Appiano… La programmazione c’è, eppure non si poteva fare altro, in base all’accordo con l’Uefa di rispettare i parametri economici. Inoltre abbiamo introitato gli stessi soldi di quando l’avevamo comprato”.
Aspettava 9 acquisti, a parte il rientro dai 6 prestiti ne sono arrivati 6. Li vuole tutti?
“Era solo una battuta. Fossero anche 10 o 11 non importa…”.
La copertura dei ruoli è già completa?
“Ci siamo al 100%. Dal primo giorno di preparazione, aspettiamo che i nuovi si conoscano e poi fine agosto per la fine del mercato”.
Medel ha vinto la copa America, con il Cile. Mostrerà più personalità?
“Può fare l’interno di centrocampo, è eclettico. Con i sudamericani fa persino il centrale difensivo”.
Come esterno destro aspetta un rinforzo e magari la cessione di D’Ambrosio o Santon?
“Sono a disposizione entrambi, uno giocherà. Sono bravi ragazzi e pure bravi giocatori”.

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