La morte di Eduardo Galeano, lo scrittore tifoso di calcio e voce dell’America Latina. Il ricordo.

eduardogaleano1Lunedì scorso é morto a Montevideo lo scrittore Eduardo Galleano, 74 anni. Da tempo malato di cancro ai polmoni, non è riuscito a superare i postumi dell’ultima crisi. Esule in Argentina e in Spagna dopo il golpe militare del 1973, come ogni abitante dell’Uruguay sognava fino da bambino di fare il calciatore. “Purtroppo giocavo benissimo nei sogni mentre nella realtà ero il peggiore scarpone” così raccontò in un’intervista.

Nel 1971 pubblicò il celebre libro “Le vene aperte dell’America Latina”, storia della brutale colonizzazione del continente attraverso le dominazioni spagnola e portoghese e lo sfruttamento delle multinazionali statunitensi. Libro che il Presidente della Venezuela Hugo Chavez regalò a Barack Obama nel 2009 in occasione della vertice dell’Osa, organizzazione degli stati americani.

La passione per il pallone é stata tradotta in “Splendori e miserie del gioco del calcio”, opera dove sono narrati aneddoti e storie tra cui un ricordo di Roberto Baggio. Lo scrittore uruguaiano lo descrive con queste parole: “una grande coda di cavallo che dribbla gli avversari, resiste ai falli più duri, i suoi occhi vedono i gol ancora prima che finiscono nella rete. Un calcio che é anche festa nella tragedia come il mondiale 1978 vinto dall’Argentina nel culmine della spietata dittatura militare.

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