Ilmessaggero.it, ilmattino.it e ilgazzettino.it. Parma-Juventus 1-0, cuore crociato on il 19enne Josè Mauri a bersaglio. I bianconeri avevano perso solo a Genova

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Di Vanni Zagnoli

Non è solo Davide che batte Golia, qui cade la capolista, imbattuta dal 29 ottobre, 1-0 allo scadere a Genova, firmato da Antonini. La Juve perde 1-0 anche al Tardini e fa venire in mente il verso di Gozzano: «Calcio mistero senza fine bello». Insegue il triplete eppure si fa battere per la seconda volta in campionato, mentre all’andata maramaldeggiò per 7-0, allora però c’erano Tevez e i titolari. Stavolta l’aveva presa alla leggera, ha la testa al Monaco, si fa superare da una squadra paradossalmente fra le più in forma, capace di fermare l’Inter e di abbattere l’Udinese, ma a gennaio c’era riuscita anche con la Fiorentina. E il verdetto non fa una piega.

La difesa bianconera è a 4, con Lichtsteiner che ogni tanto scivola al centro, accanto a Ogbonna e a Chiellini, mentre Padoin avanza spesso sulla sinistra. Llorente chiede il rigore, Sturaro da sinistra avvicina il vantaggio. Ancora più pericoloso è Belfodil, non segna da 42 partite ma con il sinistro sfiora il palo: avesse un centravanti che segna, il Parma si sarebbe potuto battere per la salvezza nonostante il fallimento. Senza Pirlo e Pogba, è Marchisio a fare il playmaker, si adatta al ruolo e la manovra ne risente. Pereyra e Coman girano a vuoto sulla trequarti, Vidal risparmia energie e Sturaro incide poco. E’ come se la Juve giocasse in casa, per il calore che l’accompagna per una delle ultime grandi partite ospitate dal Parma in serie A. Biabiany è fermato da un’aritmia a inizio stagione, non tornerà in maglia crociata perchè ha rescisso il contratto che lo legava sino al 2018, il debito sportivo si abbassa così di alcuni milioni però diminuisce anche il valore della società. Che grazie a questo successo però potrebbe attrarre investitori.

La prima della classe ha un buon momento al 32’, Mirante salva di piede su colpo di testa di Vidal, segue la respinta sul tentativo di Llorente. La Juve non dispiace palla a terra, in versione2 tradisce mancanza di determinazione nell’ultimo passaggio e al tiro. Ha uno sprazzo Pereyra, l’Udinese aspetta 17 milioni per concederne il riscatto, sono tanti ma li può valere. Mirante ferma anche il sinistro incrociato di Coman, lo 0-0 all’intervallo resiste e la partita è vera, come testimoniano le ammonizioni a Marchisio per fallo su Varela e a Chiellini per lo sgambetto a Josè Mauri, alla ripresa.

Nel secondo tempo appare uno striscione evitabile, nella curva crociata: «Dall’Heysel a Scirea, i vostri morti abbiamo sempre rispettato, voi il Bagna avete infangato», si riferisce a Matteo Bagnaresi, l’ultrà del Parma schiacciato dal pullman in maniera accidentale. Si aspetta il gol della Juve, le occasioni però fioccano unicamente da fuori perchè Llorente è ben controllato da Santacroce. Al quarto d’ora arriva addirittura la rete parmigiana, su ripartenza lineare di Ghezzal: palla mancata da Chiellini, da destra Belfodil trova Josè Mauri smarcato, il sinistro del 19enne è angolatissimo e grande giocatore. Allegri mette il secondo attaccante, Morata per Pereyra: la sua faccia preoccupata è tutta un programma, in fondo qui la qualificazione alla semifinale di coppa Italia era arrivata solo a 2’ dai tempi supplementari. Quella sera era stato protagonista Pepe, stavolta subentra a un quarto di gara dalla fine per Sturaro.

Era già accaduto all’Udinese tre giorni fa, è difficile trovare concentrazione dopo avere preso una partita così sottogamba. Regge la linea difensiva del Parma a 5, più altri 3-4 molto stretti, vicino all’area. Lo spunto più bello è di Alvaro Morata, a tutto campo sulla sinistra, però il pareggio non arriva. In tribuna Paratici, Marotta e Nedved restano sereni, il +14 sulla Roma non dà grattacapi, resta la brutta figura. Non si passa, neanche nel recupero. Rimane l’emozione Parma, per alimentare la speranza di una serie B. Donadoni esulta a denti stretti, merita una grande anche solo per questa impresa. E’ il calcio, bellezza.

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