RIMETTERSI IN GIOCO A 63 ANNI. Si può fare, reinventandosi un lavoro: Paola Bonacini racconta la mostra alla galleria Zannoni-Il Cortile, a Reggio

20150410_184415Di Paola Bonacini

Dopo 40 anni di lavoro nell’architettura, ho deciso di dare un taglio al tutto e riprendere in mano quei pennelli,mai dimenticati. Hanno fatto parte della mia infanzia, era un male di famiglia. Non è stato difficile riconciliarmi con i colori, la tavolozza e i pennelli.

Un bellissimo tuffo nel profumo del colore a olio, la splendida possibilità di inchiodare le mie emozioni sulla tela.

Se sono tesa i colori diventano forti e violente  le pennellate, se arrabbiata lavoro direttamente con le spatole ed il tubetto di colore tra le mani, vomitando  sulla tela tutto ciò che vorrei far esplodere dalla mia anima. Se sono tranquilla e serena il quadro assume toni delicati, morbidi e rilassanti.

Quando mi è stato chiesto di fare una personale, sono stata titubante: mi sarei messa a nudo attraverso una mia opera. Si coglie benissimo il mio stato d’animo.

Ho sfiancato amici chiedendo loro che pensavano dei miei lavori, chiedevo a loro ad ogni mio passo, se avessero comprato quel quadro o neppure degnato di uno sguardo.

Con il mio compagno ho vagato per mostre in ogni dove, scoprendo che alla fine, se esponi una tua opera è chiaro che sei tu con il nostro bagaglio di emozioni.

Identico con la mia esperienza di architetto dove portavo le mie idee e i miei consigli.

Da riluttante, titubante che ero, ho preso coraggio e soprattutto attinto al massimo nel sacco dell’ umiltà e ho iniziato a preparare una serie di quadri per questa benedetta personale.

Terminando un’ opera e guardandola con occhio molto critico, mi veniva spontaneo nasconderla in attesa di “decantazione visiva”.

Chi mi è stato vicino nei primi tempi di questa nuova esperienza, ha potuto vedere che il mio sguardo iniziava a cambiare. Ciò che prima vedevo come possibile scatto fotografico, si tramutava ora in dipinto.

“ Ogni cosa che vedi diventa un quadro “ in effetti è un’ottima definizione del mio compagno.

A distanza di pochi giorni dall’inaugurazione, mi domando quali sono le mie emozioni.

Tesa? Non direi, debbo solo finire di organizzare le cornici, i bordi, le dimensioni e le fotografie per la brochure, quindi direi solo impegnatissima.

Ammetto di essere in continua ricerca, ho nella mente continue evoluzioni e l’ultimo quadro è sempre quello che preferisco. Ho scritto preferisco e non che mi piace, poichè secondo il mio giudizio, posso dare molto di più, mi arrabbio perchè nella mia visione mentale il quadro è “più bello”.

E’ dalla mente che si forma l’opera, non disegno con la matita sulla tela, ma direttamente con i colori e i miei occhi copiano ciò che la mente ha studiato. Solo pochissime opere nascono da uno schizzo, appena abbozzato su un qualsiasi pezzo di carta…anche un tovagliolino di carta al ristorante può diventare un portatore di idee da sviluppare.

Mi presenterò al pubblico reggiano così come sono, nel bene e nel male, senza definirmi artista con l’ A maiuscola, ma semplicemente io, la semplice Paola che gli amici conoscono, decidendo di condividere con tutti le mie emozioni attraverso le tele.

In “coraggio ed umiltà” spero di poter ampliare il gruppo di amici incontrandovi tutti sabato 18 aprile dalle 17,30, alla galleria Zannoni di via Guido da Castello 3 ( complesso il Cortile ) a Reggio.

paola bonacini in versione scalatrice...
paola bonacini in versione scalatrice…

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