Enordest.it. Sanremo, le canzoni si ascoltano meglio da casa. Il quarto di accredito, il villaggio

Vanni a Sportitalia

https://www.enordest.it/2024/02/11/non-ho-trovato-nessuno-che-venisse-con-me-a-sanremo/

Vanni Zagnoli

Non ho trovato nessuno che venisse con me a Sanremo, è il vero motivo per cui non sono andato, quest’anno, al festival.

E’ l’evento italiano più abbacinante, non tanto per le canzoni ma per il caravanserraglio che propone.

Entusiasmante, abbacinante, fra l’altro la Liguria è temperata, al contrario delle nostre regioni, lontane dal mare.

Ho lasciato volutamente scadere i termini per l’accredito principale, difficilmente mi sarebbe stato concesso, l’altro l’ho già utilizzato per due volte, è lontano dalla stessa cosa.

Due mesi fa un rappresentante di farmaci che ho conosciuto al distributore di carburanti, accanto alle mie proprietà, mi aveva chiesto di aiutare una sua amica farmacista. “Tu che sei un giornalista e che sei stato a Sanremo”.

Già, l’ho già sentita.

“Lei vuole andare al teatro Ariston ma non tutte le sere, dunque non comprare l’abbonamento per le 5 serate. E magari anche un aiuto a trovare una stanza non troppo lontana, da Sanremo”.

Io racconto che posso farci poco, perchè al teatro non vanno neanche i giornalisti, perchè non rappresento testate prioritarie nazionali.

Per quanto riguarda gli alloggi, un anno fa soggiornai forse a un’ora di aiuto, o quasi, dovrei controllare, e nell’albergo c’era una grande amica, Simona Rolandi, la meravigliosa conduttrice de La Domenica Sportiva, con il suo bellissimo compagno, sempre ospite in prima fila fra il pubblico e sempre con lei agli eventi di cui è conduttrice dello studio Rai, in particolare il volley.

Ho rinunciato perchè, magari, vado a Torino, alle final 8 di basket, nonostante l’accredito rifiutato da Maurizio Bezzecchi, reggiano, 66 anni, ormai, capufficio stampa della lega, di fatto general manager. Come tanti, non ama i miei video nè accetta le mie domande.

Sanremo mi avrebbe permesso di uscire dalla mia nevrosi, da Reggio Emilia, ma ultimamente sono uscito parecchio, fra sport e meno.

Andai a Sanremo nel 2021, se ricordo bene, e conobbi Fabio Zeta, torinese di origine siciliana, comico che lavora su twitch, assieme alla compagna Franz, Francesca all’anagrafe.

Lui vive di live, di doppi sensi, di commenti stupidissimi e sessuali e ambigui di gentaglia con pseudonimo, anzi alcuni sono arrivati da me, su vannizagnoli.it, testata, con il roc, registro operatori della comunicazione, con pseudonimi ridicoleggianti.

Immaginate, chessò, se io mi firmassi pesca sciroppata a commentare, chessò, Maurizio Crovato, gigante della Rai, che ho sempre apprezzato. Oppure un articolo di Orazio Carruba, che non ho mai visto ma rappresenta una firma che non si dimentica. Che credibilità potrei avere?

Ma torniamo al mio Sanremo, è bello, adesso sto meglio, riuscirei ad arrivare prima ma l’accredito per Casa Sanremo vale un quarto, vale stanze belle ma di secondo piano, dovrei appostarmi all’uscita dal teatro per fermare i 30 campioni e manager e portavoce, già vissuto.

La prima volta, Provedel, pordenonese portiere della Lazio, a bersaglio in Champions con l’Atletico Madrid, segnò di testa allo scadere, con la Juve Stabia, direi, ad Ascoli.

Quella sera uscì Ema Stokholma, la conturbante voce di radio Rai, 2, la ufficiale del festival.

Negò di essere se stessa, fossi tornato e l’avessi riconosciuta mi sarei presentato e se avesse negato le avrei urlato in faccia, come faccio troppo spesso, anche alle forze dell’ordine, perchè occorre distinguere fra giornalisti e influencer.

Mi auguro, non scherzo, che Chiara Ferragni finisca in carcere, perchè la beneficienza pelosa non mi piace. E l’anno scorso presentava il festival.

Come Paola Egonu.

Chiedo scusa al direttore, all’editore, ma sul personaggio del volley mondiale la penso come la stampa di destra e non voglio ripetere come la trattano Libero o magari La Verità o Il Giornale.

Soprattutto, nell’Imperiese, inizierei a globtrotterellare, fra un luogo e l’altro, una stanza e l’auto, il parcheggio e la reception, a caccia di prese di corrente e di wifi, di personaggi da fiocinare, cioè da infilzare con i miei video racconti, e di artisti improbabili, comparse o qualcosa di più dai look più eccentrici delle mie giacche.

In entrambi i Sanremo ricordo un bellissimo, un fisicatissimo, che lavora per la Rai ma si è sempre rifiutato di rivelarmi a che titolo, lo vedi ballare alla festa finale, ma forse anche al localino la notte.

E’ uno che piace tanto alle donne. E anche agli uomini, generalmente è così.

E’ uno show bellissimo, ma sei io faccio il mio show, che spesso diventa anche vostro, qui su enordest.it, non seguo le musiche, le canzoni. “Sono solo canzonette”, cantava Edoardo Bennato.

La musica mi piace ma preferisco mangiare, ovvero raccontare, con le stimmate del fuoriclasse, come fossi, non scherzo, il Pittalis de noantri, solo che in video e su youtube e poco più l’attenzione è minima.

Una volta ripescherò il lavoro fatto nel 2021, molto particolare.

A Sanremo ci sono le redazioni e, soprattutto, gli artisti delle radio, tutte, tante, comprese le emittenti di nordest.

Queste sere le ho passate in macchina, a cena, ad ascoltare le canzoni in auto, a computer, su Raiplay.

Mi è piaciuta Fiorella Mannoia, quasi 70enne, ricordate che l’ho conosciuta a Reggio Emilia, alla Rcf arena, per la Romagna, credo, nell’ultima estate.

Ogni tanto, in auto, faccio karaoke e allora mi piacerebbe strepitare facendole il verso, con il suo Caffè nero bollente, rock scargagliato, alla Adriano Pappalardo, che ricordo da bambino molto prima dell’Isola dei famosi e simili.

A Sanremo, ritroverei un’inviata di Skysport, 24, magari la stessa che mi ha rifiutato la sua storia, con scuse.

Resta un contesto super, strepitante e strepitoso, emozionante ed emozionale, come scriverebbe Riccardo Signori, su Il Giornale.

Editori, direttori, anche del mondo Rai, pubblicitari, manager, addetti stampa, eventi, coordinatori, presentatori, di tutto.

Magari andrò alla biennale di Venezia, per la prima volta in vita mia, mi piacerebbe pure al festival di Cannes, di sicuro più vicino rispetto a Taormina.

Rammento, 3 anni fa, una signora napoletana che li fa tutti, ma proprio tutti, i festival, ogni periodo di ferie ama incontrare, aspettare, conoscere i personaggi, della tv, direi.

Io sono come lei, ma amo anche i passanti.

E spesso i veri artisti sono per strada.

Come questi.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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