Tuttosport, basket. Reggio Emilia e Sassari meritavano lo scudetto ex aequo. Ma ora come faremo, senza pallacanestro, dopo 40 giorni di overdose?

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Il Sassari campione d’Italia

L’integralità dell’articolo uscito ieri su Tuttosport. Con un grazie a Piero Guerrini.

VANNI ZAGNOLI

REGGIO EMILIA. E adesso come faremo, senza basket, dopo questa overdose? Perchè diventava complicato, dopo due mesi di full immersion inedita per la Reggio d’Emilia e Sassari. Esistesse lo scudetto ex aequo, l’avrebbero dovuto assegnare ieri sera, perchè Reggiana e Dinamo lo meritavano in tandem. Emozioni, caldo, lucciconi per tanti. Qui si fa la storia, esulta Sassari, Reggio è la vincitrice morale, perchè italiana e acciaccatissima. Mussini va in panchina per essere parte della festa, Lavrinovic qualche minuto gioca (si allenava di nascosto, pretattica e depistaggi), Diener aveva una mano fratturato e un gluteo in disordine. Silins si è rimesso in piedi dopo l’infortunio di mercoledì. Gli altri non ce la fanno più. Adesso devono solo riposarsi, per gli Europei.

Il frastuono è tale che servono i tappi nelle orecchie per non rischiare l’infarto, qui avevano vissuto una sola salvezza in serie A della Reggiana e i successi di Giuliano Razzoli nello sci. Di là c’è Geppi Cucciari, ex giocatrice con la bandana, esulta come i 150 sardi arrivati in Emilia.

Gli arbitri lasciano giocare e non è detto che sia un bene. Palle perse, sudore, difesa. Certo, difesa. A chi piace. Meglio una bella partita da oltre 100 punti, no? Per 4’ è 2-2.

I sassaresi giocano distaccati, dinoccolati, con tutti quei giocatori americani, classe e fisicità, Reggio è tecnica ma appannata. E’ tutt gente pront per la Nba e non scherziamo: Della Valle e Polonara, Silins e Cinciarini, Lawal e Logan e Dyson. A prescindere, è una sera di promozione per la pallacanestro.

Meo Sacchetti è là, impettito davanti alla sua panchina, poche parole, come Recalcati. Menetti resta freddo, applaude di mancino, come sempre. Entra Della Valle, il più amato dai reggiani, a centinaia hanno in mano la sua fotografia, della faccia fatta a Kadji, reo di fallo sul suo canestro da tre. Ci fosse lo spazio, la gente si metterebbe a fare i piegamenti come lui. Ci sono padelle da tre, rimbalzi. E’ rugby, a tratti, ma anche grande circolazione, sprecata da Dyson. Cinciarini, Kaukenas e Polonara scavano l’11-2, lì si capisce che Reggio non può perdere. E’ immortale. E’ come Livorno nell’89, quando perse con Milano per un canestro fuori tempo massimo di pochi centesimi, con appena 7 giocatori. Qui è rovesciata, Menetti lo scaramantico temeva di finire come i toscani.

Entra Sacchetti, il figlio di Meo, italiano più considerato nella squadra del presidente Sardara. Non ci sono buuh contro nessuno, il razzismo non abita nella città più tollerante d’Italia.

Il tempo non passa mai, il popolo biancorosso ha fretta di ubriacarsi. Sosa ha fretta di tirare. Basta con gli uno contro uno, Sacchetti non giocava così, non può avere insegnato questo basket da playground a chi ha eliminato Milano. Sul 21-4 del 1° quarto sembra finita. Quasi, perchè Sanders autografa il -12 ma poi sfonda. Non è possibile che il Banco, vincitore di 2 coppe Italia e di una supercoppa sia così arruffone in attacco. La difesa non basta, Reggio non vola via solo per l’1/10 da tre. Kadji è arrivato dal Camerun per riportare dentro il Banco (25-17). Difesa e circolazione di palla biancoblù, la Grissin non è più… fagolosa, si arena lontana da canestro. Serve la mano di Della Valle, mancando il (suo) fisico. A rimbalzo Sassari è sotto, stranamente, invece rientra sul 25-22. Si sfila sul 32-24 (Diener dall’angolo), torna con Dyson (-2 al 21’). Gli attacchi sono ripartiti, Silins 39-33. La Dinamo però resta lì, come una medusa, con i suoi califfi barbuti. 43-40 al 28’ (Sosa), Polonara allunga a +7. E’ la finale di Sanders, arriva persino un tifoso a mettere le mani addosso a Sosa. Scena indegna, per Reggio. Mai visto nulla del genere, il tifoso è fatto uscire. Non poteva restare lì, è pericoloso: a Sassari aveva un coltello, a bordo campo. Polonara mette 4 liberi in sequenza: 53-45 al 29’. Il Banco rinasce, 57-56 (32’, Dyson). Polonara rialza, la difesa diventa 2-3. Logan fa 59 pari, Cervi fa valere i suoi fondamentali: 61-59. Polonara, liberi e sfondo preso. Mamma mia. Da Nba, subito. Achille prende l’altro rimbalzo top, il ferro lo beffa. Il 67 pari è di Logan, 36°. Dyson mette il primo sorpasso, poi il 67-71. Kaukenas -2 a un minuto e mezzo. Diener sfiora il canestro e fallo, segna due liberi. Dyson 71-73. Diener pari. Fallo di Kaukenas, esce a 10” dalla fine. Dyson è glaciale dalla lunetta. Polonara perde palla a 3” dal termine.

Sassari trionfa, non aveva mai vinto a Reggio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era la finale tra peggio classificate degli ultimi 28 anni. Da tabellone più basso, rispetto a questa 3^ contro 5^, ci furono solo la 4^ con la 6^ dell’86-87 (vinse 3-0 Milano su Caserta) e il 2^ contro 8^ dell’84-85: Pesaro-Milano 2-0 e fu il primo scudetto dei marchigiani. E’ il primo di Reggio.

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