Verona-Genoa 1-0. Bessa inventa e Simeone arriva a 16 gol. L’Hellas infligge a Blessin la prima sconfitta italiana

(repubblica.it)

di Vanni Zagnoli

Un mese dopo, il Verona torna al successo e si porta a -6 dall’Atalanta, dalla linea della probabile ultima italiana che si qualifica per l’Europa. E’ la migliore stagione di Igor Tudor da allenatore, è nono e prova migliorare il nono e il decimo posto ottenuti da Juric nello scorso biennio, ma il sorpasso sulla Fiorentina è molto complicato. E’ per la prima sconfitta di Alexander Blessin sulla panchina rossoblù, dopo 7 pareggi e la vittoria sul Torino, il Genoa poteva anche pareggiare, non è mancato tantissimo però ha costruito pochino. 

Bessa gioca al posto di Barak, infortunato in extremis, e sarà il protagonista, soprattutto nel primo tempo. Il Grifone veniva da 4 partite senza subire reti, prende gol alla prima occasione: Ilic recupera palla a metà campo, Caprari serve di testa Bessa, l’appoggio a centro area per Simeone è perfetto e l’argentino infila, contrastato da Johan Vasquez. All’andata il cholito non aveva esultato, da ex, nel 3-3, stavolta lo fa, sotto la curva dei 2300 arrivati da Genova e dedica un pensiero a nonno Carlos, scomparso a fine mese. E’ a 16 reti, tutte su azione, è nella sua migliore annata, ritrova la verve dei primi mesi di campionato, è l’argentino più prolifico della stagione, fra i maggiori 5 campionati d’Europa. Sempre Simeone spreca un contropiede splendido, sbagliando la rifinitura in area.

Migliora la manovra genoana, Melegoni calcia centralmente e ancora di più Manuel Portanova impegna il portiere Montipò: a fine campionato il figlio di Daniele Portanova dovrà rispondere di violenza sessuale di gruppo, per un episodio dell’anno scorso.

Blessin chiede di giocare la palla in verticale, non con passaggi arretrati, e a Sturaro di inserirsi di più, è però Caprari con il suo classico movimento da sinistra a cogliere il palo, complice la deviazione di Sirigu, anche l’attaccante romano è alla migliore stagione, a 28 anni merita di ritornare in nazionale, dopo l’esordio del 2017.

E’ una bella partita, in cui il Verona fa capire perchè è la nona forza del campionato, da sinistra arriva spesso alla conclusione pericolosa. L’azione Simeone-Lazovic-Caprari trova l’opposizione di Sirigu, l’arbitro Fourneau neanche concede l’angolo. Lo svizzero Hefti non è aiutato da Gudmundsson sulla destra, dove Bessa è tornato ai livelli della penultima promozione dell’Hellas in serie A, con Fabio Pecchia, ora al vertice della serie B. Altro uomo forte è Faraoni, capitano di personalità, sulla destra.

Lo spettacolo è anche sugli spalti, nonostante la curva gialloblù chiusa per i cori contro i napoletani: un migliaio di tifosi liguri erano a Pegli per l’allenamento di sabato, lo svantaggio non smorza l’entusiasmo. Sono 15mila spettatori, dato notevole, considerato il giorno feriale.

Blessin leva i due ammoniti del primo tempo, Gudmundsson e Sturaro, per il cileno Galdames e per Kelvin Yeboah, nipote di Tony, mito del Ghana, ma attaccante dell’Italia under 21.

Alla ripresa Simeone manca la palla in una buona occasione. In fase di non possesso, l’Hellas diventa a 4, Lazovic resta avanzato e insidioso. il Genoa non riesce a ribaltare l’inerzia del match, che si spegne. Lo ravviva Amiri, tedesco di origine afghana, subentrato assieme a Piccoli. I due confezionano l’occasione per il pari, la conclusione dell’attaccante è deviata dall’onnipresente Lazovic e da Casale.

Il Genoa difende a zona, sugli angoli, riparte di slancio, serve Ceccherini per frustrarne una chance. Il camerunese Hongla si allarga per concludere, Sirigu si rifugia in angolo. Gunter chiude una situazione scabrosa nell’area gialloblù, tocca in angolo ma per la terza volta la terna arbitrale non lo concede. Sempre Koray Gunter, tedesco con cittadinanza turca, è perfetto nel fermare una controfuga insidiosa. Tudor fa entrare Frabotta, che per alcune settimane era stato titolare nella sua Juve, diretta da Pirlo, la scorsa stagione, i rossoblù non hanno più la forza di rendersi pericolosi.

Esultano Igor Tudor e il presidente Maurizio Setti in tribuna, è un buon Verona, partito come sempre a fari spenti. Nella lotta per la salvezza esultano il Venezia, che non subisce il sorpasso del Genoa, e il Cagliari, che resta a +3 nonostante 4 sconfitte di fila.

Verona-Genoa 1-0

VERONA (3-4-2-1): Montipò 6; Ceccherini 7, Gunter 7, Casale 6; Faraoni 7 (34′ st Sutalo 6), Tameze 6,5, Ilic 6, Lazovic 6,5 (25′ st Depaoli 6); Bessa 7 (25′ st Hongla 6,5), Caprari 7 (45′ st Frabotta ng); Simeone 7. All. Tudor 6,5.

GENOA (4-2-3-1): Sirigu 6,5; Hefti 5, Maksimovic 6, Vasquez 5, Frendrup 6; Sturaro 5,5 (1′ st Galdames 6), Badelj 5,5; Gudmundsson 5,5 (1′ st Yeboah 6), Melegoni 6 (33′ st Ekuban 6), Portanova 5,5 (18′ st Amiri 6); Destro 5 (18′ st Piccoli 5,5). All. Blessin 5,5.

Arbitro: Fourneau 5,5. Marcatore: 5’ Simeone. Note: ammoniti Sturaro, Ceccherini, Tameze, Gudmundsson, Bessa, Casale ed Hefti. 15mila spettatori. Angoli 2-5.

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