Enordest.it. Pippo, l’Inzaghi esonerato. Poi leggende e miserie del calcio

Vanni con Leonardo Menichini, allenatore della Reggiana

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Vanni Zagnoli

Il vannizagnoli.it show è la nostra rubrica che coniuga colore e analisi, costume e temi nazionali, studi e statistiche, curiosità e storie. Zizzaghiamo come sempre, come da nostro cognome.

Siamo di Reggio Emilia e allora per comodità andiamo regolarmente, da due mesi, dopo 2 anni di esclusione con una scusa, alle conferenza stampa. Il ds Roberto Goretti è stato un buon calciatore, anche del Perugia, la sua città. Rivela la strategia di Pafundi, il talento dell’Udinese. “Ci ha tenuto in standby per troppi giorni, voleva evidentemente l’estero dall’inizio. E’ andato in Svizzera”. E parliamo del 16enne che Mancini convocò in nazionale senza che avesse mai debuttato in serie A.

A Goretti chiediamo la professione di ds, declinata alla propria provincia, al sud e al norde, quasi non risponde.

Continuiamo sul mercato con due situazioni classiche. L’attaccante Pettinari era stato dichiarato da cedere, da Nesta, adesso è rimasto. “Erano 5 giocatori vendibili, Pettinari ha chiesto di allenarsi a parte, a fine calcio mercato è rimasto. Ora dovrà pedalare più degli altri per riconquistare la fiducia”.

Insomma, un calciatore arrivato ad agosto non rientra già più nei piani ma non si trovano acquienti.

La terza vicenda è inconsueto, no? Come acquistare Angori, dall’Empoli. Che non poteva essere tesserato perchè era già stato tesserato per due volte. “Abbiamo chiesto una deroga, niente. La Figc avrebbe dovuto cambiare la regola e uniformarla al resto d’Europa, levando il massimo di cambi di maglia in stagione”. Quindi, se abbiamo capito bene un giocatore non può essere di una squadra a luglio, dopo essere arrivato da un’altra, cambiare entro la fine di agosto e poi cambiare ancora destinazione nel mercato di gennaio. Buona idea, per evitare il bazar, il caravanserraglio.

Con le nostre domande sempre slegate dall’attualità passiamo al mito, Alessandro Nesta, allenatore.

“Il mio vice – racconta – era l’unico non ex calciatore di vaglia al corso di Coverciano, ha letture uniche”. Letture di gioco, di tattica, di anticipazioni di soluzioni, ovviamente. E magari anche di cultura, perchè no?

“L’altro collaboratore è un mago delle punizioni”, un altro sconosciuto. E di proposito non riportiamo il nome, perchè non è così significativo, noi ci concentriamo sempre sulle storie, di sport e umane, appunto.

Ancora Nesta: “Ho smesso a 39 anni. In India giocai solo 3 partite, resti due settimane, con Marco Materazzi che era giocatore, con il numero 10, e anche tecnico. Non fu una buona esperienza”.

Nesta ha avuto alcuni grandi proprietari e presidenti, i Cragnotti alla Lazio, padre e figlio, Berlusconi al Milan, padre e figlia, Santopadre da tecnico al Perugia, Saputo in Canada, Stirpe al Frosinone. Fra questi, azzardiamo il parallelo con Romano Amadei, il patron di Immergas e della Reggiana. Firmò l’unica promozione e salvezza in serie A del Modena da mezzo secolo a questa parte. Al 90′ era in serie B, con il Brescello, la squadra del paese di Peppone e don Camillo, 4200 abitanti, beffati da Ezio Glerean, il teorizzatore del calcio olandese, 3-3-4, con il Cittadella. Sì, il leggendario Citta, per la seconda volta in B.

“Amadei è diverso perchè mai parla di formazione, non interviene mai, entra in spogliatoio per magari abbassare la tensione. Stirpe è fin troppo presente”. Per non parlare di Berlusconi, che parlava del 4-3 e fantasia, definizione di Adriano Galliani, ora al Monza.

Domenica è scomparso Kurt Hamrim, la leggenda svedese. Ci fa ripensare alla storia della Fiorentina, i tanti trofei viola negli anni ’60 e ’70, a quando la Fiorentina raggiunse la finale di coppa dei Campioni, persa con il Real Madrid. Da allora è stata fra i campioni appena due volte, con Giovanni Trapattoni e poi con Cesare Prandelli.

Senza dimenticare la Svezia vicecampione mondiale nel 1958, con l’uccellino, appunto.

Da una nostra intervista ad Harim, uscita su Il Giornale di Sicilia, quando compì 80 anni.

Un metro e 70 di classe e velocità, è stato bandiera della Fiorentina con cui vinse l’unico trofeo europeo dei viola, la coppa delle Coppe.
Abita a Firenze, dietro a Coverciano, dunque vicino al settore tecnico della Federcalcio. Si racconta accanto alla moglie Marianne, che in Svezia lavorò come fornaia e gli ha dato 5 figli.
Kurt, oggi in chi si rivede?
“Mi piace Dybala, l’argentino del Palermo. Credo mi somigli, ultimamente mi ha fatto divertire più di tutti, nel vederlo giocare, nelle sintesi”.
E’ un paragone impegnativo, considerato che lei è stato anche vicecampione del mondo, con gli svedesi, nel ’58.
“Però a me piace veramente e non è una questione di piaggeria, perché parlo sul Giornale di Sicilia. In passato il giocatore che mi assomigliava di più era Paolino Rossi”.
Ha ricordi particolari, legati allo stadio Favorita?
“L’ultima volta ero stato lì con le vecchie glorie della Juve, circa 35 anni fa, proprio quando venne inaugurato l’impianto dei rosanero. La seconda partita di quella minitournèe fu a Catania”.
Fra i suoi primati c’è il fairplay…
“In carriera non sono mai stato espulso e neppure ammonito. Anche per questo non amo i giocatori fallosi”.
Ora come inganna il tempo?
“Vado al tennis club, a Le Cascine. Per chiacchierare, per la verità, non gioco più. Però giro in motorino se fa bel tempo, se no prendo la macchina”.
Va ancora allo stadio Franchi?
“No, preferisco seguire il calcio in tv, tantopiù quando si gioca alle 12,30. Sto in famiglia, in questi giorni arrivano zii e le 2 figlie che abitano in Svezia”.

Restiamo in Emilia, con il nostro racconto, video – la ripresa è della società.

A Odgaard, attaccante nuovo acquisto, chiediamo di studi e Danimarca. Curiosamente, non ha alcun idolo fra i connazionali. “La mia generazione è cresciuta nel mito di Ronaldinho”. Ha lasciato la Scandinavia presto, al punto da interrompere gli studi. Ci piaceva sapere se lassù tanti sportivi studiano oppure no. Niente risposta, pazienza.

Molto più generoso l’ad Claudio Fenucci, con il quale vantiamo un rapporto personale, almeno tramite mail.

Chiediamo del decennio di Joey Saputo, patron canadese.

“Ci sono state difficoltà, adesso inseguiamo la vera Europa”. Ovvero il quarto posto. Sensazione mia è che i rossoblù arriveranno ottavi se in Europa l’Italia continuerà a schierare 7 squadre. Oppure noni se si aggiungerà una quinta in Champions.

Non è essere bastian contrari, ne parlavamo anche con Thiago Motta, brasiliano con avi polesani. Per finire settimi, dovrebbero arrivare davanti a due fra Lazio, Napoli, Roma, Fiorentina e Atalanta, molto improbabile.

“Il presidente ha il Montreal, in Canada, gli basta, non imiterà il Manchester City che ha una decina di club, nè l’Udinese, che ha ceduto il Granada, in Spagna, e mantiene solo il Watford. Si potrebbe fare la seconda squadra, ma poi preferiremmo acquistare quote di altri club, magari in categoria inferiore”.

Le 8 super stagioni per l’Atalanta, grazie a Giampiero Gasperini, l’esaltazione del Genoa con il mite Alberto Gilardino e del Bologna per Thiago Motta, altro personaggio molto composto, fanno riflettere sulle grandi tifoserie e sull’incidenza delle vittorie sulla qualità della vita dei tifosi, degli abitanti.

Immaginate la gioia che provoca essere friulani, dal ’95, con la serie A ininterrotta, qualcosa di incredibile, rispetto, per esempio, alla serie A che manca da Trieste dal primo dopoguerra, a Gorizia probabilmen te non c’è mai stata, tantomeno a Pordenone. Che pure con Attilio Tesser arrivò alla semifinale playoff, in serie B.

Pensate a uno che vive ad Asti o a Belluno, quanto vive peggio. Pensate ai paesi dove manca completamente lo sport di alto livello. I molisani, i lucani. Lo sport sarà anche l’oppio dei popoli ma io ne dò una valutazione sociale, antidepressiva.

In serie B, Il Bari esonera ancora. Dopo Mignani, sconfitto in finale playoff, via anche Pasquale Marino, tecnico che generalmente gioca molto bene. Al contrario di Beppe Iachini, nostro amico da conferenze stampa post partita, da un’intervista per Libero quando fu al Brescia, in serie A, dal Sassuolo, dove peraltro eravamo come ora fuori dagli accrediti.

Temo che il figlio di De Laurentiis somigli un po’ al padre, nell’impulvisità. Ma il problema è che quest’anno la rosa è inferiore a quella beffata dal Cagliari allo scadere, da Pavoletti, in finale per la serie A.

La Triestina addirittura esonera Attilio Tesser, che già avrebbe meritato di restare al Modena, in serie B, incredibile. Come quando venne licenziato a stagione in corso con la Cremonese, che promosse, e al Pordenone, promozione e semifinale playoff, come detto.

In serie D, siamo stati a Lentigione, per l’1-0 del Carpi.

Minel Sabotic resta a lungo a terra, c’è urgenza di soccorsi, l’ambulanza non riesce a entrare. comunque muove le gambe, il peggio passa in fretta, resta la paura collettiva.

Raccontiamo in video noi e il Romano Amadei di cui sopra.

Il figlio Alfredo, invece, dice: “Quando papà non ci sarà più, non continuerò a investire nel calcio”.

Amadei padre e figlio sono gentiluomini, come pochi, nello sport

Un arbitro di 15 anni è stato colpito al volto dal padre di un calciatore al termine di una partita del campionato regionale Under 14. Sabato pomeriggio a Gargallo, nell’Alto Novarese, dopo Gozzano e Città di Baveno (Vco), il padre di un giocatore della squadra di casa, approfittando del fatto che il cancello era rimasto aperto, si è introdotto nella zona adiacente agli spogliatoi colpendo al volto il giovanissimo dell’Aia di Novara. L’arbitro ha chiamato i Carabinieri per poter lasciare il campo in sicurezza, lo schiaffeggiatore è stato identificato: ha procurato una contusione alla zona mandibolare, con prognosi di 5 giorni. Vergognoso, andrebbe arrestato, quel signore.

Basket, il videoaffrescone, da Reggio, con Dino Meneghin, Bob Morse, Orazio Rustichelli. Il film, splendido, la serata fra palasport e comune.

Volley, la hall of fame. Michele Pasinato, padovano di Cittadella, la vedova Silvia: “Grazie per avermi fatto conoscere un mondo fantastico”. Carlo Gobbi alla memoria. Ricordati anche Gianfranco Briani e Beppone Brusi. Lilli Bernardi, la regina di Ravenna. Aristo Isola, grande parmigiano, come dirigente. Dionisio Lequaglie per il beach, il videoaffrescone.

Sci, la marea di infortuni nella carriera di Sofia Goggia. Una vita sempre al massimo, anche in allenamento.

Tuffi, l’argento mondiale dai 3 metri per Lorenzo Marsaglia, romano, e per Giovanni Tocci, cosentino. Le prospettive olimpiche degli sport natatori.

I pass olimpici. Nel nuoto di fondo, qualificati Acerenza 7/o e Verani 8/o. Che però lascia a Paltrinieri: “Un onore cedergli il posto”. Anche nei tuffi, Sarah Jodoin di Maria, 4^ e Maia Biginelli, 18^, rappresenteranno l’Italia dalla piattaforma a Parigi. La prossima settimana rivivremo bene i mondiali in vasca corta.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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