Alessandro Iori perde il controllo nella partita più emozionante della storia del calcio: “Ma quella volta allo stadio di Brescello…”. E’ su Premium, e rubierese, il miglior telecronista italiano

Alessandro Iori con Leo Messi. Ha 39 anni, è di famiglia di falegnami

di Vanni Zagnoli e Silvia Gilioli
La partita del secolo è arrivata nelle case di milioni di italiani con la voce di un rubierese, Alessandro Iori. Da questo decennio è la prima firma di Mediaset Premium per la diretta, ha il campo principale di quella sorta di Tutto il calcio minuto per minuto in tv che praticano Sky e la stessa Mediaset nel digitale terrestre.
L’altra sera ha raccontato Barcellona-Psg, quel 6-1 epico, la più grande rimonta nella storia del calcio per club, alternata con la partita fra Borussia Dortmund e Benfica. In Germania la sfida si è risolta in fretta, nel secondo tempo Iori ha e si è emozionato. Fa ricordare Riccardo Cucchi per i mondiali del 2006, fra semifinale e finale, con quell’entusiasmo inebriante. L’esaltazione è tale che persino chi disprezza lo sport non può restare insensibile. Iori è il miglior telecronista italiano e da anni ma chissà mai se e quanto diventerà famoso. Perchè preferisce restare a vivere a Rubiera, è redattore sportivo a Trc, ma appunto porta avanti questa e altre collaborazioni.
Abbiamo registrato la sua performance, caricata su youtube ma c’erano immagini in esclusiva e allora dovremmo ricodificare il video, renderlo audio, ma poi uscirà in rete. Da ieri Iori è immortalità, immortale come i blaugrana che ha raccontato. Un fuoriclasse del microfono che punteggia il suo esercizio con verve e tattica, tecnica e aneddoti.
Il rigore del 3-0, tocco con la testa, a terra, in tuffo, per arrestare Suarez: “Ricorda il fallo subito da Grosso al mondiali, con l’Australia”. Ricordo ardito, ma straordinario.
Sul forcing catalano: “Il primo discorso fatto a Saint Andrews, da Guardiola, otto anni fa: recuperare palla subito, al primo tocco”. O qualcosa del genere. Sempre la frase giusta, al momento giusto.
Il coraggio di azzardare giudizi, di dire la propria sui rigori, magari con verdetto diverso rispetto a Graziano Cesari. L’ex arbitro, che ricordiamo allo stadio Mirabello, a inizio carriera, ha sentenziato: “Entrambi i rigori c’erano”. Iori aveva, come noi, molti dubbi, sul secondo.
Ebbene, quel racconto a perdifiato, quella corsa alla Marco Tardelli, quel Iori, sul 6-1 è qualcosa di memorabile. Gliel’abbiamo girato tramite whatsapp al suo numero di telefono: “Perchè non mi stavo rendendo conto di quel che dicevo”.
E’ lì che il campione esce, altro che Messi. Messi non ha la continuità di azione di Iori. “Nessuna rimonta era mai riuscita in Europa partendo da un 4-0 esterno”. “L’onda emotiva. Gente che piange”.
Con Iori è come essere allo stadio, anzi allo stadio – noi che andiamo – è diverso, perchè allo stadio non hai una voce guida così, che in pratica ti permette di avere il pezzo fatto. Perchè è così, ascoltando Iori c’è tutto, non importa se metà collegamento e passa è riservato ad altri.
Iori è stato premiato di recente dal Coni di Reggio. Iori. Chissà come si prepara, quanto corre, come si alimenta, come alimenta la passione per lo sport.
I suoi servizi sulla Champions vanno da anni anche su Canale5 o su Rete4 o su Italia1, dipende dal palinsesto.
Da inizio decennio, forse, ha cambiato la modulazione della rete:
“Il gol! Il gol! Il gol”.
Iori è un grande lettore di quotidiani sportivi e del Guerin Sportivo (ci scrive dall’inizio del millennio, forse).
Passa dalla rassegna stampa a Trc alla presentazione di un libro, dalla condizione di un salotto sportivo con o senza la partita in diretta al mestiere di papà e marito, del medico Silvia Ognibene, che ha lavorato anche al Magati di Scandiano.
Non avendo l’esclusiva con Mediaset Premium, è talmente bravo che due estati fa la Gazzettatv l’ha ottenuto in prestito per alcune partite di copa America.
Ha lavorato con Giacomo Bulgarelli, a E’ tv Bologna, ma pure ha commentato il Parma, per E’ tv Parma. “E chiedo sempre quanto ha fatto la Reggiana”. Era cresciuto a radio Erre, proprio con le dirette granata. Interviene spesso su radio Crc con Raffaele Auriemma, volto di Mediaset.
Per anni ha lavorato per la Tribù del calcio, a Mediaset premium, Italia2 e Tgcom24, intervistando l’allora ds del Modena Alessio Secco e Nicola Sansone, al Sassuolo, Fulvio Pea ed Eusebio Di Francesco, Stefano Pioli e l’austriaco ex Bologna Garics, Massimo Agostini e Di Vaio, ma poi tanti altri, anche ex Parma e Reggiana: Ballotta, De Napoli. Senza dimenticare un’intervista al campione brasiliano di volley Bruninho, per www.ultimouomo.com.
“A 7 anni – ci raccontava – entrai nella scuola calcio della Rubierese, sono rimasto fino agli Juniores. Poi con Folgore Bagno e Pol. Venezia, mai stabilmente in prima squadra. Avevo capito in fretta che ero più bravo a parlare di calcio che a giocarlo. Facevo il centrocampista”.
Il ricordo più divertente sullo sport provinciale?
“Il derby di Brescello del 2001: dopo il 4-1 i tifosi della Reggiana bloccarono tutte le uscite dal Morelli per contestare i giocatori. Uscimmo con il furgone di Teletricolore, gli ultras lo ispezionarono: credevano avessimo nascosto dentro qualche giocatore”.
A chi si ispira nelle cronache in voce?
“Se devo trovare un modello, per preparazione e ricchezza espressiva Flavio Tranquillo. Le sue telecronache di Nba con Federico Buffa sono eccezionali”.
In studio per Serie A Live è molto diverso rispetto allo stadio: cosa preferisce?
“Sono situazioni difficili da paragonare. Certo, l’atmosfera dal vivo è entusiasmante. Ma anche una trasmissione come Diretta Premium regala emozioni continue. In più, c’è il contatto umano con i colleghi: negli anni, si è creato davvero un bel gruppo di amici”.
Curiosità: il padre o il nonno di Alessandro Iori erano falegnami. Neanche andiamo a richiedergli i nomi dei figli, i particolari della famiglia, non importa. E’ un mito per molti sportivi, è un simbolo della reggianità.

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