Enordest.it. Quelli della seconda stella

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di Vanni Zagnoli

Lo scudetto nel derby con il Milan, ovvero il massimo. Un Milan che nel finale ha perso la testa, macchiando una bella sfida. L’Inter raggiunge la seconda stella, è la seconda in Italia a riuscirci, dopo la Juventus, ora a 36. L’architetto di questo successo è anzi tutto l’amministratore delegato Giuseppe Marotta, capace di un buon mercato a budget non elevato.

La seconda stella merito di Marotta

“La prima immagine – racconta su Il Foglio – che mi viene in mente sono quei 95′ giocati lunedì sera che sicuramente ci facevano vedere scenari differenti fino all’ultimo calcio d’angolo. Poi quando è finito tutto, è finita la tensione e ci siamo lasciati andare. Siamo riconosciuti campioni d’Italia, è qualcosa di veramente straordinario”.

Ancora Marotta. “Dobbiamo riconoscere il ruolo importante dell’allenatore e della squadra, che hanno avuto alle spalle una società forte. Credo non ci sia vittoria in campo senza una società forte. È venuto fuori un modello vincente e di questo siamo molto orgogliosi. Tra i 12 nuovi arrivati, Thuram è quello che ci ha sorpreso di più. Vogliamo continuare questo processo evolutivo. La conduzione tecnica di Simone Inzaghi non si discute assolutamente, anzi ci siederemo per prolungare il contratto, anche su indicazione del presidente Zhang. Non faremo rivoluzioni nella squadra ma cercheremo di guardare all’obiettivo sostenibilità puntando a centrare ancora risultati in campo.Intanto godiamoci la seconda stella”.

E Zhang potrebbe rimandare la cessione

Voleva cedere a Oaktree, fondo californiano, ora potrebbe trattare con un altro fondo, con conclusione positiva prima del 20 maggio. La cifra prestabilita con Oaktree era di 375 milioni di euro, con una deadline per la restituzione fissata a un massimo di 2 anni e un tasso d’interesse maggiore rispetto al 12% dell’ultimo accordo. Ora si parla di un fondo britannico che avrebbe garantito a Steven Zhang un finanziamento di durata triennale di circa 400 milioni di euro e con un tasso di interesse non troppo diverso rispetto al 12% ancora attivo con Oaktree.

In questo modo il presidente dell’Inter estinguerebbe il debito con Oaktree e ripeterebbe la stessa operazione del passato con i nuovi partner. Così il 32enne di Nanchino si garantirebbe altri 3 anni di lavoro in nerazzurro tra progetto stadio e possibile aumento di ricavi col Mondiale per Club. Ma adesso è arrivata la seconda stella. Che succederà?

Ma torniamo allo scudetto della seconda stella con le pagelle

Simone Inzaghi 9. Ha stravinto il suo primo scudetto, sfuggito due anni fa, in extremis, a favore del Milan, e già lì l’avrebbe meritato. Ha ridotto il turnover al minimo. Peccato solo per la Champions league, con l’uscita agli ottavi con l’Atletico Madrid, ai rigori, e per la Coppa Italia, con il Bologna vincente ai tempi supplementari. La Juve ha resistito per un girone, il Milan si è arreso con 5 giornate di anticipo, accorciando la corsa di Stefano Pioli. Molto del merito della seconda stella è suo.

Sommer 8. Rimedia alla partenza di Onana, che in Inghilterra ha faticato. Ha uno stile personalissimo, qualche errore lo commette ma compie anche tanti salvataggi.

Pavard 8,5. E’ l’acquisto più caro dell’ultima campagna acquisti, con lui diventano 10 gli uomini capaci di attaccare, tutti quelli di movimento. Si presenta in area sui calci piazzati, ma anche estemporaneamente, quando c’è la possibilità di inserirsi partendo da destra, è un ottimo “braccetto”. Ha dinamismo, letture in entrambe le fasi e leadership. Per la seconda stella serviva uno come lui

Acerbi 8. Gioca sempre, a 36 anni, da regista della difesa e da terzo a sinistra, quando c’è da far rifiatare Bastoni oppure bisogna premiare la fedeltà di De Vrji. Acerbi gioca comunque. Conserva senso dell’anticipo, gioco aereo e ottimo piede sinistro. Il voto è abbassato un po’ per la vicenda con Juan Jesus del Napoli.

Bastoni 9. E’ il regista difensivo per qualità e intelligenza calcistica. Aumenta la partecipazione all’azione offensiva e in alcune giocate sembra un centrocampista. Il suo cambio di gioco rappresenta una chiave in più a disposizione di Inzaghi, quando non funzionano le mosse tradizionali, con il sinistro sventaglia, con il lancio lungo o il cross risolutivo. Eccellente nel palleggio, quanto nella interpretazione tattica della partita.

Bisseck 7. E’ il corazziere di riserva, contro il Lecce segna il primo gol, forte dei 196 centimetri. Ha il giusto tempo in marcatura e la bella disponibilità a collaborare all’azione offensiva. Quando non c’è Pavard, può essere lui a blindare la difesa.

De Vrij 7,5. Perde il posto a favore di Acerbi, che alla Lazio arrivò proprio al suo posto. Era il perno, sino a due anni fa, non protesta mai per le esclusioni e si fa trovare pronto a ogni chiamata. In rialzo rispetto alla stagione scorsa.

Darmian 8. Fa il difensore di fascia, anche su entrambe, e il braccetto difensivo. Con il francese in campo si sposta a tutta fascia, così Dumfries diventa l’alternativa di lusso. E’ attento e disciplinato, a volte trascinante, sempre con applicazione.

Dumfries 7. Il laterale olandese perde il posto da titolare ma nelle rotazioni rientra sempre, per forza dinamismo, utile a partita in corso. Fra i laterali, parte sempre per primo, anche quando l’azione si sviluppa dalla parte opposta, così l’Inter spinge con quattro attaccanti, le due punte più due ali vere. Potrebbe diventare pedina di mercato.

Di Marco 9. Migliora in difesa, all’occorrenza si piazza nella linea bassa, a fianco del centrale e del difensore di destra. Certo resta il Roberto Carlos italiano, dato quanto produce spingendo sulla fascia sinistra. Gol e assist, ne fanno forse il miglior mancino esterno al mondo, con traiettorie incredibili.

Carlos Augusto 7,5. A Monza era trascinante, qui sapeva di partire da seconda linea, da cambio per Dimarco, e per aumentare il minutaggio è arretrato. Ha fisicità, intelligenza e dinamismo.

Buchanan 6,5. L’infortunio di Cuadrado ne favorisce l’arrivo, ma l’affidabilità di Bisseck e Darmian lo trasformano in un piccolo lusso. Guizzante più degli altri laterali, può diventare un rinforzo nelle partite bloccate.

Barella 9. Ha tecnica, è il miglior calciatore italiano, assieme a Dimarco. A volte vuole esagerare nei personalismi ma è straordinario, per quantità e assoluta di gestione del gioco.

Calhanoglu 9. Che differenza rispetto a quando arrivò, al Milan, con Montella era una delusione, a lungo è stato il migliore della serie A, con gioco corto e lungo. Dal dischetto è infallibile. Inzaghi lo inventa regista post Brozovic e l’intuizione cambia la vita all’Inter. Prima si inseriva e tirava, ora disegna, contrasta e da lontano sorprende. Nel finale di stagione rifiata.

Mkhitaryan 9. Copre il campo a meraviglia, è il primo nelle coperture preventive quando si perde palla. A 35 anni mantiene lo spunto e il gusto per le iniziative personali. L’armeno è sorprendente, tantopiù che due anni fa dalla Roma arrivò gratis. Insostituibile per l’intelligenza calcistica.

Davide Frattesi 8. E’ la migliore prima riserva forse d’Europa, con inserimenti senza palla super. Parte titolare solo tre volte, eppure segna. Paga una concorrenza eccellente nel palleggio, potrebbe essere titolare in nazionale.

Asllani 6,5. E’ una buona alternativa al turco. Inzaghi lo ha piazzato al suo posto senza sconvolgere il rendimento della squadra. Geometrico ed elegante, splendido il gol contro il Genoa.

Klaessen 6. Nell’Ajax è stato considerato miglior talento giovane ma anche, in una stagione, miglior giocatore del campionato. Eccellente nel sistema di gioco a cui era abituato, fatica a inserirsi negli schemi dell’Inter, ha sbagliato fra l’altro un rigore a Madrid.

Lautaro 9,5. E’ il perno assoluto, alla miglior stagione della carriera, stupefacente, peccato solo per il rigore sbagliato sempre a Madrid, in Champions. Da campione del mondo e da capitano, domina nella consapevolezza e nel gioco, stravincerà la classifica dei cannonieri. Le partenze di Dzeko e Lukaku lo impongono come riferimento assoluto. Sorride più del passato.

Thuram 8,5. Nessuno si aspettava un impatto così dirompente del figlio d’arte, aveva sempre giocato da esterno da spalla d’attacco è devastante. Difende palla, fa salire la squadra, attira la marcatura. Non è un bomber irresistibile, ma nel primo anno italiano supera i 10 gol, tanti.

Arnautovic 6. Inferiore rispetto alle aspettative createsi ad agosto, con l’arrivo dal Bologna, complici infortuni. Ha sbagliato gol nell’andata di San Siro, con l’Atletico. Quando gioca, alterna numeri raffinati a errori grossolani sotto porta.

Sanchez 6. Aveva chiesto di andare via perché giocava poco, torna per fare la riserva a tempo pieno. Non ha più lo spunto di un tempo, ma nel finale di campionato entra in forma e soprattutto in rifinitura dà il suo contributo.

Cuadrado ng. Ha 36 anni, e i problemi fisici sono aumentati rispetto alla Juventus. E’ difficile che resti.

L’Inter ha perso solo una partita, incredibilmente, con il Sassuolo, penultima della classe.

Le partite più importanti della seconda stella

Le partite chiave della stagione sono state il 5-1 al Milan, il 3-0 a Napoli, il 2-1 al Verona, quando la Juve era ancora lì, poi l’1-0 agli stessi bianconeri. Infine il 2-4 a Roma. Ora l’obiettivo è vincere tutte le 5 gare restanti, per raggiungere quota 101 punti, a uno dal record della Juventus di Antonio Conte nel 2013-14. Quota 100 ha un fascino enorme e l’Inter la merita.

La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”

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