di Vanni Zagnoli
Atletica. Trionfa l’Italia nella staffetta mista ai mondiali a squadre di marcia ad Antalya, in Turchia. Francesco Fortunato e Valentina Trapletti rimontano, con il sorpasso decisivo all’ultimo chilometro. La specialità è inedita e per la prima volta assegnerà le medaglie a Parigi, curiosamente sulla distanza di maratona, 42,195 km complessivi suddivisi in quattro frazioni.
Gli azzurri chiudono in 2h56’45″ davanti al Giappone (2h57″04). Costretta al ritiro invece la coppia dei campioni olimpici della 20 km Massimo Stano e Antonella Palmisano, per la distorsione a un piede rimediata da Stano al quarto km che li costringe ad abbandonare a metà gara. L’Italia potrà quindi schierare una sola staffetta al via il 7 agosto nella prova a cinque cerchi. Sempre in Turchia, sulla 20 km è di bronzo la staffetta maschile, grazie ai primati personali di Riccardo Orsoni (1h20:11 a un secondo dallo standard per Parigi), Gianluca Picchiottino (1:21:06) e Michele Antonelli (1h21:18).
Volley. Domenica, Monza pareggia nella finale scudetto, nel tiebreak si invola dall’8-9 al 14-10, con Maar e Galassi sugli scudi negli ultimi istanti. Con Leon in panchina, dopo che era stato fra i migliori: 25-20, 23-25, 21-25, 25-19 e 15-11 i parziali. Soddisfazione per Alessandra Marzari, la presidentessa che ha perso la semifinale, al femminile. In gara3, invece, il 25 aprile, il 3-1 della Sir Safety, a Perugia, e oggi gara4, a Monza può già essere scudetto.
Il Lecce è praticamente salvo, con il 3-0 a Reggio Emilia. Questo il racconto della curva salentina e anche di addetti ai lavori di casa, all’uscita dal Mapei.
Venerdì è arrivata la retrocessione in serie B della Salernitana, sancita dalla sconfitta a Frosinone. Dopo due salvezze, la prima rocambolesca, a giugno i contatti tra Paulo Sousa e il Napoli avevano acceso un primo focolaio, disinnescato a fatica. A fine agosto i mal di pancia dell’attaccante Dia per la mancata cessione. Il presidente Danilo Iervolino cambia quattro tecnici, il portoghese Paulo Sousa lascia a Filippo Inzaghi, poi Fabio Liverani e Stefano Colantuono, come ds Morgan De Sanctis ha lasciato a Walter Sabatini, l’artefice della prima salvezza e negli ultimi anni con problemi di salute. Al giro di boa, i campani erano a soli due punti dalla zona salvezza. La rivoluzione di mercato targata Sabatini (11 acquisti, tra cui gli esperti Boateng e Manolas) stavolta non è servita ad evitare il tracollo. Nel 2024, la Salernitana non ha mai vinto.
Con il successo di venerdì del Frosinone, l’Udinese scivola per ora a 3 punti dalla salvezza, la sconfitta allo scadere con la Roma nella gara completata in settimana complica le cose. Fabio Cannavaro debutta in panchina in serie A, con i bianconeri. La scelta rispecchia i canoni che raccontiamo da anni, ovvero la scelta per il nome, per il personaggio. Al debutto in Italia, da allenatore, al Benevento, è subentrato ed è stato giustamente esonerato, stessa cosa accadde a De Rossi, alla Spal, un anno fa, la speranza per i tifosi friulani è che ora Cannavaro imiti proprio il tecnico della Roma, ma è decisamente più difficile. Peraltro il Pallone d’oro del 2006 ha fatto bene, fra Cina e Arabia. La scelta è del ds Andrea Balzaretti, che a sua volta rappresentava un’opzione discutibile praticata dalla famiglia Pozzo.
L’inconsueto dietrofront di Xavi Hernandez, resta al Barcellona. A gennaio l’allenatore annunciava di andarsene, ora rimane nonostante il -11 dal Real Madrid, nella Liga, è davvero inconsueto. Il Barcellona ha valutato il tecnico delle riserve Rafa Marquez, per due anni anche al Verona, da difensore centrale, con il rischio però di bruciarlo. Poi restavano solo tedeschi: Hansi Flick ha declinato, Julian Nagelsmann è concentrato sulla Germania e non convinceva Thomas Tuchel, in uscita dal Bayern. Juergen Klopp vuole fermarsi un anno e comunque costa troppo mentre Ralf Rangnick si sta avvicinando al Bayern.
Juve e Inter parteciperanno al mondiale per club del 2025, a 32 squadre, su 8 gironi. Si giocherà dal 15 giugno al 13 luglio 2025, con minimo di tre giorni di riposo per ogni formazione tra una partita e l’altra.
Avrà una cadenza quadriennale, si gioca in Australia e Nuova Zelanda, nel 2029 negli Usa. Il montepremi è di 2,5 miliardi di euro, il vincitore incasserà circa 100 milioni, poco meno di quanto si guadagni adesso vincendo la Champions League, ma con un solo mese di gare.
La Uefa porterà 12 squadre, sei arriveranno dal Sud America (tra cui sicuramente Palmeiras, Flamengo e Fluminense, vincitrici delle ultime tre edizioni della Libertadores), quattro ciascuna da Asia, Africa, Centro e Nord America, un posto dall’Oceania e uno per il paese ospitante.
Nel turno di riposo, la Roma femminile festeggia il secondo scudetto consecutivo. La sconfitta della Juventus in casa contro l’Inter (0-2) vale il +11 delle giallorosse, nella poule scudetto, a 3 giornate dalla fine. L’allenatore è Alessandro Spugna. In rosa, il portiere Caesar, le azzurre Elena Linari, Elisa Bartoli e Lucia di Guglielmo, in difesa, Greggi e Giugliano a centrocampo, Giacinti e Glionna in avanti.
Avevamo incontrato Di Guglielmo quando era capitana dell’Empoli.
Basket. La Fortitudo piange la scomparsa di Ruben Douglas, icona del secondo scudetto. Il 16 giugno 2005 allo scadere di gara-4 al Forum di Assago mise a segno la tripla che regalò vittoria e titolo tricolore alla Effe guidata da Jasmin Repesa. Fu il primo canestro decisivo convalidato grazie all’instant replay. Ruben aveva 44 anni, è stato colpito da un improvviso problema di salute in Costa Rica. Questo è l’articolo su Il Giornale in cui Silvia Gilioli raccontava il personaggio, 19 anni fa.
https://www.ilgiornale.it/news/douglas-cecchino-vive-i-serpenti.html
Da Bologna
Silvia Gilioli
Si chiama Ruben Douglas, 25 anni e mezzo, l’uomo scudetto, di quel canestro da tre punti da instant replay. A casa sua, a Los Angeles, alleva serpenti. Sono i suoi migliori amici, come i cani e i gatti per gl’italiani. E poi alleva conigli, perché rappresentano il cibo dei suoi quattro rettili. Douglas è il personaggio più originale dell’intero basket italiano.
In Fortitudo lo chiamano l’uomo che ride. “Ride, ride sempre – racconta Fabrizio Pungetti, l’addetto stampa che ha festeggiato con il tricolore i suoi 25 anni in società -. Si alza e ride, va a letto e sorride, probabilmente lo fa anche mentre dorme. E’ la sua filosofia di vita e anche la sua forza”.
Il suo limite era la concentrazione. Gliela faceva perdere, in allenamento, Gianmarco Pozzecco. Andato via lui, Douglas almeno sul parquet non si è più messo a ridere. E ha fatto piangere quelli dell’Armani.
Quando smetterà con la pallacanestro, Ruben comprerà un autolavaggio, oppure dei taxi. A Bologna sta benissimo, ha un solo cruccio: non trova nessun parrucchiere che sappia fargli le treccine, deve arrangiarsi da solo”.
E’ nato a Panama, ha il doppio passaporto, panamense e degli Stati Uniti. Il padre fuggì a Pasadena da profugo e neanche Ruben ebbe vita facile, cresciuto a pane e basket. E’ stato il recordman di punti nel college New Mexico. Meritava di essere scelto nell’Nba, l’hanno escluso chissà, forse proprio per il carattere, e così è sbarcato in Europa.
Alla Climamio l’ha portato Zoran Savic, il general manager che l’ha strappato alla concorrenza del Tau Vittoria, la squadra spagnola allenata da Ivanovic, amico fraterno ed ex compagno di Savic. I due potrebbero andare insieme al Barcellona e portarsi con loro Douglas, anche se Bologna ha l’opzione per la prossima stagione. Era una scommessa, stravinta. Un anno fa si aggiudicò la classifica dei marcatori, in Grecia, con il Panionios di Atene, ma era al primo playoff della carriera e l’ha marchiato con quel tre punti volante.
E’ la classica guardia realizzatrice, un terminale offensivo puro che sta tentando di adeguarsi nel ruolo di play. Non ha dimestichezza nel portare la palla e si è visto negli ultimi minuti, in cui ne ha persa una che poteva portare a gara-5. Sbagliando anche un tiro libero, ha offerto dapprima il peggio e poi il meglio. Per coach Jasmin Repesa era il sostituto di Carlos Delfino, che nei Detroit Pistons adesso va in tribuna nella finale Nba: l’argentino segnava di meno ma garantiva maggiore apporto a rimbalzo.
Il contratto di Douglas con la Climamio era da 280mila dollari. “Quando torno in America – ha detto giovedì sera e forse non scherzava -, vado al casinò di Las Vegas e me li gioco tutti”.
La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”