Giornale di Sicilia, Sassuolo-Palermo 4-1. Corini è in bilico: “Con Zamparini dobbiamo convincerci a vicenda. Ho alzato il tasso tecnico inserendo Bruno Henrique davanti alla difesa, comunque siamo dignitosi”

Eugenio Corini con la maglia del Palermo nel 2005

Vanni Zagnoli
Reggio Emilia
Nessun giocatore del Palermo passa dalla mixed zone, parla solo Eugenio Corini, in attesa di conoscere le sue prospettive con Zamparini. “Capirò nelle prossime ore, parlando con il presidente – racconta – se c’è la volontà di fare qualcosa di importante. La serata è significativa, ci aspettano molte riflessioni”.
Il 4-1 non rispecchia una partita rimasta in equilibrio per due terzi. “Inizialmente l’abbiamo sviluppata in modo corretto, dopo il vantaggio abbiamo preso due brutti gol. Nella ripresa, con Rispoli c’era l’opportunità di pareggiare e anche la terza rete era evitabilissima. La situazione è complicata, credo però che la salvezza sia nelle corde della squadra, nonostante quei 6 punti in 14 partite”.
I rosanero avevano impostato la partita giusta, per riscattare lo 0-1 d’andata. “Dalla panchina avevo la percezione di una gara sviluppata in maniera importante. Abbiamo costruito molto, lo svantaggio a fine primo tempo era immeritato. Creiamo anche i presupposti per il pareggio, purtroppo in questo momento gli equilibri psicologici sono molto sottili. Abbiamo anche provato ad accorciare le distanze, ma il Sassuolo è abile in quel tipo di ripartenze, del 4-1. Già non meritavamo di perdere, figurarsi con 3 gol di scarto”.
Gli emiliani avevano battuto con lo stesso margine l’Empoli, unico altro successo nelle ultime 16 partite ufficiali. “Abbiamo creato occasioni fastidiose per il Sassuolo, quei due brutti gol subiti ci penalizzano. Eravamo comunque posizionati, su quelle ripartenze, sul taglio della prima punta. La palla di Berardi è stata veloce, di qualità, potevamo fare meglio ma l’atteggiamento non è cambiato”.
Gli 8 punti dall’Empoli sono inquietanti. “Rispecchiano anche la situazione complicata al mio arrivo. In queste settimane però la squadra è cresciuta. Dovevamo creare qualcosa di positivo. A inizio partita la squadra ha fatto davvero bene, tirando spesso in porta. Sino al 3-1 c’eravamo, poi abbiamo regalato un gol… In serie A non si possono fare omaggi: un minuto prima potevi pareggiare, un minuto dopo sei sotto di due gol. A Genova la situazione era molto simile, abbiamo tuttavia reagito diversamente. Esistono limiti strutturali che ci impediscono di fare un certo tipo di gara”.
Vince Di Francesco, complice il 4-2-3-1 applicato sino all’ingresso di Duncan. “Ho alzato il tasso tecnico mettendo Bruno Henrique davanti alla difesa, per adattarmi alla classe del Sassuolo. Sapevo che ci saremmo esposti, volevamo far sì che Nestorovski ricevesse più palloni, con due punte esterne a supporto. I rischi si corrono, sempre, per salvarsi serve vincere qualche partita”.
Crotone e Pescara, altrettanto staccate, stanno anche peggio. “Sento che la squadra migliora. Per me occorre creare una direzione unica, crederci tutti, altrimenti la permanenza diventa difficile”.
L’allenatore neroverde contesta la metafora della bomba atomica. “E’ forte, ma andava fatta, per costruire qualcosa di virtuoso. La società doveva dare segnali, la squadra li aveva offerti, sentir parlare di esonero dopo appena 40 giorni mi ha portato a quella riflessione. Per uscire dal limbo serve qualcosa di forte, cogliere i segnali e capire cosa serve per migliorare ed essere credibili nei confronti di un pubblico appassionato, che merita impegno massimo, dignità e risultati”.
Viene da chiedersi perchè Corini sia rimasto nonostante Zamparini volesse far ritornare De Zerbi e poi Ballardini. “Sono stato molto chiaro, alla vigilia, sui miei sentimenti. Sento profondamente i colori rosanero e ho questo senso di responsabilità. Ascolto il cuore, mi diceva che dovevo rimanere”.
Con il 4-1 sarà dura convincere Zamparini a non ricambiare. “Dobbiamo convincerci a vicenda, serve uno sviluppo condiviso. Per me lunedì scorso alle 17 era tutto finito, poi ho deciso di continuare. Non è un problema se Zamparini mi manda a casa, conta capire come vogliamo costruire la strada. La dignità comunque è ritrovata, come squadra”.

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