Il Gazzettino, al via la serie A1 di volley femminile. Francesca Piccinini: “A 39 anni spero ancora di vincere qualcosa”

Con Francesca Piccinini, la più amata dagli italiani

«Siate benevoli, nel giudicarci, almeno alla prima di campionato, siamo stanche». Lo diceva Anna Danesi, centrale dell’Imoco, verso le semifinali in Giappone. Già, il mondiale è appena finito e sabato comincia la serie A1, presentata ieri nello show in Rai, a Milano. A Villorba, l’Imoco tricolore ospiterà Casalmaggiore, l’ultima italiana vincitrice della Champions league, due anni fa.
Il meglio del volley mondiale è da noi, come fra i maschi, con 26 protagoniste delle final six. Le pantere trevigiane ripartono da favorite, di stretta misura su Novara, la squadra di Paola Egonu. A Conegliano spiccano le altre due azzurre, Myriam Sylla e Monica De Gennaro, 23 e 31 anni, premiate come migliori (schiacciatrice e libero), nonostante l’argento. La rosa è amplissima, con 15 professioniste, di cui 8 straniere, per tentare di aggiudicarsi anche la Champions, sfuggita con il terzo posto di Romania e il secondo di un anno e mezzo fa, a Villorba.
«Non siamo la squadra da battere – garantisce coach Daniele Santarelli, marito di Moky De Gennaro -, il torneo è di alto livello e mi aspetto sempre sorprese».
Vincitrice di supercoppa e coppa Italia, Novara mantiene anche Cristina Chirichella e Francesca Piccinini, alla 25^ stagione in A1, forse l’ultima. «A 39 anni – confessa -, ho ancora voglia di mettermi le ginocchiere e di allenarmi con un sorriso. Spero di vincere ancora qualcosa».
E sabato 10 novembre, al PalaVerde, Conegliano e Novara saranno proprio di fronte per supercoppa Italiana.
Il 74esimo campionato di pallavolo è marchiato Samsung, per la 3^ volta, è l’orgoglio del presidente Mauro Fabris, di Camisano Vicentino. «Il secondo posto iridato – spiega – è un’eredità pesante da gestire, ma il nostro campionato è il più grande e non ha eguali».
Alla kermesse mancava solo un’azzurra, la capitana Chirichella, costretta a casa dal dentista, le altre 13 hanno proprio svestito i colori della nazionale per indossare quelli dei club.
Otto vanno ai playoff, la 13^ retrocede in A2. Qualora l’ultima fosse il Club Italia scenderebbe la 12, per gli accordi tra Lega e Federazione. «E il modello Club Italia – assicura il presidente Cattaneo – è esportabile anche al calcio».
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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