Il Gazzettino, Napoli-Milan. Ancelotti: “Voglio presentare bene il Napoli nel nostro stadio. Milik e Mertens possono giocare insieme”

Gennaro Gattuso quando giocava nel Milan (edition.cnn.com)

E’ Napoli-Milan, non vale lo scudetto come negli anni ’80, ai tempi di Ferlaino e Berlusconi, ma conta per il ruolo di antiJuve. Alle 20,30 la diretta è su Dazn, ci si attendono miglioramenti nella continuità del segnale via internet, nel gioco del Napoli, comunque convincente, all’Olimpico con la Lazio, e segnali positivi dal Milan.

Per Ancelotti, la sfida è un concentrato di emozioni. «Voglio presentare bene il Napoli nel nostro stadio – promette -. L’anno scorso sono mancati 4 punti allo scudetto, spero di colmare io questo gap, con attenzione e determinazione». Manca Fabian Ruiz, ballottaggio Karnezis e Ospina, tra i pali. «Milik e Mertens possono giocare anche insieme. In molti si aspettavano un mercato diverso, non avevamo la necessità di fare altro». 

Gattuso ha meritato la conferma, non dovesse andare bene, il fondo Elliott prenderebbe Conte. «Gordon Singer – confessa – mi ha detto di non ascoltare quello che era scritto sui giornali in quei giorni, la proprietà ha fiducia in me e nel mio gruppo. L’unico obiettivo è migliorare la classifica dell’anno scorso».

Intanto si gode la sfida all’amico Ancelotti. «Per me – aggiunge – è stato molto più di un allenatore. E’ il maestro, io devo ancora mangiare pastasciutta… In questi anni gli ho telefonato alcune volte, nei momenti di difficoltà, ci siamo sentiti giovedì mattina. Da Napoli speriamo di portare a casa qualche punto, voglio un Milan con grande personalità, non che si abbassi alle prime difficoltà».

Ancelotti sta cambiando, rispetto a Sarri. «Oggi – sottolinea il Gatt -, somiglia ancora al Napoli di Sarri, Carlo non ci ha messo mano al 100%. Si vede qualche verticalizzazione in più, la linea è imperfetta, da anni loro comprano e vendono pochi giocatori, non é un caso che l’anno scorso abbiano fatto più di 90 punti».

I due tecnici sono molto diversi, caratterialmente. «Ma non è così vero. Da giocatore Carlo era grintoso, in panchina si è addolcito, mi ha sempre sorpreso la sua semplicità. Non recita, era contento di fermarsi a parlare con noi giocatori a fine allenamento, a cazzeggiare, come Nereo Rocco. Ci permise il salto di qualità, ma per quanto eravamo forti, in quel Milan, potevamo vincere qualcosa in più».

Ovvero più scudetti, trascurati per incamerare trofei internazionali. Adesso Sacchi vede un Milan da primo posto. «Mi ha dato una mazzata dietro al collo – scherza Gattuso -. Siamo ancora lontani, in prospettiva forse ci arriviamo».

Il Diavolo si è preso Higuain, per avanzare anche in Europa league. «E’ uno dei dieci più forti al mondo – sottolinea l’allenatore -, ma dobbiamo essere squadra». 

E’ il bomber da 20 gol che manca dall’ultimo tricolore, da Ibrahimovic, con Allegri. «Era una priorità anche della vecchia proprietà. Cinque giorni fa Andrè Silva ha fatto tripletta al debutto nella Liga, l’anno scorso non gliene andava bene una. Succede, alle punte in alcune annate: non volevamo venderlo, lui ha chiesto di andare via».

Gattuso vive con la pressione. «Sono nato settimino. Come ha detto Spalletti, ho voluto la bici, ora pedalo. Paolo Maldini viene di frequente a Milanello, con Leo mi sento 3-4 volte al giorno. Portano ossigeno e adrenalina, ci gasano».

In difesa c’è Musacchio, non Caldara. «Viene da un calcio completamente diverso, qui deve imparare la linea a 4, il riferimento è il pallone, non l’uomo».

In campionato gioca Donnarumma. «Per Gigio può essere l’anno della consacrazione, diventare il portiere più forte al mondo se copia l’atteggiamento di Reina. Ha una fortuna incredibile ad averlo qui, ora sembra un altro portiere».

Mancano Zapata e Montolivo, infortunati. «Altri hanno priorità, ma quando Montolivo sarà pronto sarà ancora dei nostri».

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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