Il Gazzettino, volley. Eleonora Fersino: “A fare il libero essere alti non aiuta. Da Chioggia alla squadra delle suore, a Novara”

(volleynews.it)

La versione completa dell’intervista per Il Gazzettino

L’Europeo di volley femminile entra nella fase cruciale. A Firenze l’Italia affronta domani la Francia, dalle 21,15, su Rai2 e su Skysport action. Rispetto al bronzo mondiale la novità più rischiosa è il cambio del libero, con Eleonora Fersino spesso titolare e Monica de Gennaro neanche convocata.
«Fers è una ragazza molto solida – spiega il ct Davide Mazzanti -, nel girone ha dimostrato di essere tosta. Adesso ci proverà nelle gare chiave, sarà una supersfida».
Nel 6 più una iniziale, Eleonora è l’unica veneta.
«Ho iniziato a giocare al mio paese – racconta -, a Chioggia, a 14 anni mi sono spostata, dal Clodia a Noventa di Piave e da lì è partito tutto il percorso. Ho avuto grandissimi allenatori che ricordo con strapiacere, con loro abbiamo gettato le basi tecniche: si lavorava tantissimo, è stato il mio trampolino di lancio».
Nella pallavolo il libero esiste dal 1998 e come tanti del ruolo aveva iniziato da schiacciatrice.
«A me il ruolo di banda è sempre piaciuto, per vari motivi non è stato possibile continuare, ma è meglio che esista il libero, sennò non sarei arrivata questi livelli».
Il suo metro e 69 è una buona altezza, per una donna, da bordo campo sembra piccola, tantopiù accanto ai 2,02 di Ekaterina Antropova.
«So che in mezzo al campo sembro bassina, meglio così, perchè nel mio ruolo essere alti non aiuta».
Quanto le ha insegnato Monica de Gennaro?
«Tanto. Abbiamo lavorato un anno e mezzo a Conegliano, ci fu la stagione del covid, con lo stop degli allenamenti. Averla affiancata nelle sedute mi ha trasmesso molto, ogni giorno in palestra ha fatto sì che fosse il mio modello tecnico. Per la verità come caratteristiche non le somiglio tanto».
Si aspettava di essere già titolare in nazionale, a 23 anni e mezzo?
«Mai avrei immaginato. Sono a pronta a prendermi ogni responsabilità e a farlo nella maniera più tranquilla».
Durante le partite si sente proprio il suo “mia”, chiama spesso la palla. La personalità non le manca…
«Aiuto il più possibile le compagne, perchè facciano ancora meglio. Ricezione, difesa, anche un po’ in alzata, controllo la seconda linea in maniera che loro si concentrino sull’attacco».
A Novara è in prestito per il terzo anno di fila. Spera di essere riscattata o di tornare a Conegliano?
«Penso anno per anno, vestirò ancora la maglia dell’Igor gorgonzola, darò tutta me stessa per onorarla, nel futuro si vedrà».
Nella sua crescita umana quanto incide l’oratorio Agil, di Trecate, con le suore capitanate dalla presidentessa Giovanna Saporiti?
«Respiro i valori, quanto ruota attorno a una società speciale. Sono messaggi positivi, insegnano a vivere in un gruppo».
Essere favorite per il titolo europeo aumenta la responsabilità?
«Sicuramente. La squadra è cambiata, significa un altro libro da scrivere. Non amo parlare troppo ma confermare il titolo sarebbe il nostro obiettivo. E pure l’Italia maschile ha le qualità per bissare l’oro».

Domani la Francia, nei quarti, 3-1 alla Romani: il cammino è facile, sino alla semifinale di venerdì, probabilmente contro Polonia o Turchia.
«Nulla è scontato. Nell’ultima gara del girone, con la Croazia, abbiamo inanellato il quinto 3-0 ma con fatica. Se giochiamo bene, sappiamo che porteremo a casa la partita: concentriamoci sul nostro gioco, senza adattarci all’avversaria. Possiamo incidere di più al servizio, tante possono battere al salto. E dobbiamo migliorare nel sistema muro-difesa».
La centrale di Novara Anna Danesi ha due lauree, lei studia?
«Sono diplomata al liceo psicopedagico, in scienze umane. Ora voglio prendermi tempo, per staccare completamente».
Hobby particolari?
«Ho preso una cagnolina, spesso giro con lei. Amo stare con gli amici, ritagliarmi momenti di tranquillità. In ritiro giochiamo a taboo, a burraco, oppure guardo serie tv. Le partite sono frequenti ma è più il tempo passato in hotel: appena riusciamo ci svaghiamo un po’, si chiacchiera, per essere più pronte anche mentalmente».
Com’è giocare con Paola Egonu, il personaggio del volley mondiale?
«Sta entrando nel mondo dello spettacolo. Resta una ragazza normalissima, si allena con noi ogni giorno».
Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino”

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