Il Messaggero, la prima edizione. Volley, l’Italia di Fefè De Giorgi alla ricerca di una difficile semifinale. Il ricambio generazionale dopo il quarto di Tokyo

Simone Giannelli (raisport.rai.it)

Vanni Zagnoli
E già tocca agli uomini, stasera dalle 19 con il Montenegro, su Raisport e Dazn. Girone facile, dal 3-0 alla Bielorussia: domani la Bulgaria del 74enne Silvano Prandi, mercoledì la Slovenia e giovedì la Cechia, nella caccia a un titolo europeo che manca da Euro 2005, 3-2 a Roma, in rimonta sulla Russia, con Montali ct, ora al golf.
Per la nazionale di Fefè De Giorgi sarà molto complicato, Zaytsev è operato e i veterani sono usciti di scena con il quarto di finale olimpico perso al tiebreak con l’Argentina. Juantorena era rientrato a difendere l’argentod di Rio, avrebbe continuato volentieri almeno in questi Europei, è stato congedato da Ferdinando, il ct che si è scambiato con Chicco Glengini. Il torinese è tornato a Civitanova, a vincere il suo secondo scudetto, l’ex palleggiatore debutta in nazionale, con cui si aggiudicò i tre mondiali consecutivi e l’Europeo dell’89, in Svezia, con Julio Veleasco, da cui iniziò tutto. E poi l’argento di coppa del mondo del dell’89 e l’altro in Europa, due anni più tardi.
Fefè fu ct polacco, sbagliò il mondiale casalingo, nel 2014, con l’Italia non deve vincere, firmerebbe per il podio, in questo Europeo di Polonia e Rep. Ceca (gli azzurri sono a Ostrava), Estonia e Finlandia.
E’ naturalmente l’Italia di Giannelli, palleggiatore di 25 anni che in parallelo a Paola Egonu può essere titolare in altre 4 olimpiadi, sino al 2036, dopo le due condotte da titolare. Sbertoli è la riserva, Anzani un centrale, Michieletto il martello di riferimento, brillante a Tokyo, figlio d’arte, e Balaso il libero, fuori dal Giappone per le numeriche ristrette, 12 convocati contro i 14 continentali.
Il resto è incognita, o meglio Galassi al centro all’olimpiade è stato confortante, Ricci è una bella alternativa, Cortesia uno sconosciuto, altro “muratore”. Abbiamo visto la truppa a Mantova, in un venerdì di preparazione, a porte chiuse, alcuni giocatori erano irriconoscibili anche per noi, senza leggere l’elenco. Il calabrese Daniele Lavia è l’altro schiacciatore titolare, a Modena se l’è cavata. E l’opposto? Molte nazionali hanno l’oppostone, l’Italia ce l’ha ino, come esperienza, Giulio Pinali, spedito da Modena in prestito a Ravenna. Un bel professionista, certo, un bravo ragazzo, ma al debutto internazionale, in sestetto. Pensate alla sfida a distanza, magari con la Serbia, Pinali contro Atanasjievic, che ieri ha compiuto 30 anni. I talenti non mancano, Sbertoli entra regolarmente per battere, a Milano brilla. Francesco Recine, da Ravenna a Piacenza, già ora è più incisivo di papà Stefano, ds a Perugia. Infine Bottolo cambio in banda, Romanò di opposto, Piccinelli del libero e Ricci dei centrali, da 4 stagioni punto meno forte di Perugia.
L’Italia prepara il mondiale 2022 in Russia, la Nations league, la coppa del mondo magari del 2023, la rotta è su Parigi 2024, tornerà Zaytsev, passato a Civitanova, con due anni di ritardo, certo la distanza dalla Francia olimpica adesso è notevole. “E’ favorito il sestetto di Bernardo, con la Polonia che l’ha portata al tiebreak nei quarti di Tokyo. E poi la Serbia”. Aggiungiamo la Russia, naturalmente, finalista a Tokyo. Firmeremmo per la semifinale. “Le porte sono aperte per tutti, basta dimostrare condizione, attaccamento alla maglia e utilità tattica”, sentenzia Fefè. Le donne sono migliori, mai però alle olimpiadi. Comunque siamo in buone mani, con il presidente federale Manfredi.

Da “Ilmessaggero.it” 1° edizione

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