Ilmessaggero.it, Ilmattino.it e Ilgazzettino.it. L’Inter non approfitta della caduta del Milan, a Udine è solo pari. Conte contro l’arbitro: “Maresca, sempre tu. Dal Var a qui”. L’errore iniziale di Bastoni, Vidal ritorna normale

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di Vanni Zagnoli

Il Milan crolla con l’Atalanta, evidenziando i limiti che in questi mesi Pioli aveva mascherato, e l’Inter non fa abbastanza per vincere a Udine. Per carità, è capitato anche in questo anno e mezzo con Conte che si aggiudicasse partite costruendo anche meno, però i bianconeri non rubano nulla. Non è facile affrontarli per l’atteggiamento difensivo molto accorto, peraltro i friulani hanno perso 9 delle ultime 12 sfide dirette con l’Inter.

Il match a lungo è equilibrato, molto tattico, nella pioggia del Friuli, a tratti ricorda Juve-Napoli di supercoppa, anche se i bianconeri di Luca Gotti tengono la palla più della squadra di Gattuso.

Rispetto all’1-1 con l’Atalanta, Deulofeu affianca Lasagna e Pereyra si abbassa al posto di Mandragora, che entrerà per l’ultimo quarto di gara. 

Il temuto calo di concentrazione post Juve è sintetizzato dal disimpegno sbagliato da Bastoni, che rischia di mandare in porta Lasagna. Qualche lampo da metà primo tempo, cross morbido di De Paul per Stryger Larsen che va a colpire di testa in maniera pericolosa ma fuori.

Sbaglia Becao vicino all’area, serve Lautaro, il destro è forte e angolato, Musso riesce a deviare la palla, ha un polso davvero molto forte. Poi il destro al volo da fuori di Barella, su angolo. Luca Gotti leva Arslan al 33’, era stato ammonito in avvio e ha commesso altri due falli (uno da dietro su Lukaku era punibile con il secondo giallo), lo consola mentre esce, Walace è più fisico. L’Udinese tiene alta l’attenzione, Vidal è pressato e anche per questo strozza il sinistro da fuori.

Bastoni fa un po’ il regista difensivo, alla Bonucci, imposta dal centro sinistra, l’Inter avanza con triangolazioni a mezza altezza o palla a terra, Lukaku fa da sponda, contenuto dai centrali. Il ritmo resta basso, l’Inter aspetta altri errori friulani, che però non arrivano. 

“Hanno attaccanti di valore – conferma Musso, all’intervallo -. Noi  abbiniamo la fase difensiva a quella offensiva”.

L’Inter segna il doppio nella ripresa, stavolta no. Non segnavano così tanto dalla stagione ’51-’52, Musso non deve compiere altri prodigi. Accelera con Hakimi, che Marotta garantisce non lascerà Milano, ma si mangia una bella occasione, su cross di Young. 

Ha uno sprazzo l’Udinese, conclusione di Pereyra alta e poi su una palla recuperata dà la netta sensazione di accontentarsi del pari, difende con due linee strette, è prontissima a seguire la palla anche quando l’Inter allarga a destra. Costruirà un’altra chance con De Paul, fuori di poco.

Barella sfugge a Pereyra, Lautaro non è pronto. Hakimi attende quell’attimo di troppo, per cercare la giocata risolutiva, sprecando, di fatto. Lukaku lo trova in area, altra deviazione mancata. Sempre a destra, con Hakimi e Barella, i nerazzurri trovano le migliori soluzioni, dall’altra parte faticano. E infatti Conte leva Ashley Young, anonimo, e anche Vidal, che non gradisce il cambio. Via anche la seconda punta, Lautaro, per l’ex Alexis Sanchez. 

Lukaku rimprovera giustamente Sensi, subentrato, perchè dal limite calcia troppo in maniera troppo blanda. 

Lasagna si appoggia su Barella e anche su Sensi, che poi lo trattiene, è una punizione a favore dell’Udinese, utile a rifiatare. Perisic combina nulla, nel subentro. L’Udinese è stanca, eppure resiste, appena tre giorni dopo l’altro pari. Hakimi raggiunge ancora il fondo, servirebbe sempre la giocata decisiva.

L’arbitro sente una frase di Conte, lo ammonisce, ne arriva un’altra e allora lo espelle. “Sei sempre tu, sempre tu sei – accusa l’allenatore, con la sua inflessione pugliese e tutta l’adrenalina -. Sempre tu sei, già dal Var”.

Espulso a fine partita anche il team manager Lele Oriali, che contesta i 4’ da recuperare.

“Bisogna accettare quando non si vince”, replica l’arbitro di Napoli.

L’Inter chiude il girone d’andata a due punti dal vertice, come l’anno scorso. Un anno fa c’era la Juve, che nel confronto diretto le aveva dato una lezione di calcio, con Sarri, il confronto diretto l’ha appena premiata e il Milan è vulnerabile. Insomma Conte a freddo sorriderà.

E’ peraltro la prima volta che in campionato non trova il gol, soffre gli avversari molto chiusi, per un tempo è stato un lungo corpo a corpo. E Brozovic in regia ha avuto pochissima libertà.

Da “Ilmessaggero.it”, “Ilmattino.it”, “Ilgazzettino.it”

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