La morte di Andrea Rughetti. La Gazzetta di Modena e l’edicola, Il Corriere dello Sport e radio Bruno. Trc e ospite a E’ tv Antenna1. Tvbstudio85 e Modenanoi.it. Il Modena e il volley, il Sassuolo e il Carpi

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Al presidente dell’ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, Silvestro Ramunno.

Al presidente di Aser, Paolo Maria Amadasi.

Al presidente del Gergs Paolo Reggianini.

All’assostampa di Modena.

Al Modena e al Sassuolo calcio, al Carpi e a Modena volley.

Non ero riuscito ad affacciarmi all’assemblea annuale dell’ordine, a Bologna.

Chiedevo l’elenco dei premiati al presidente Ramunno, lo attendo.

Mi auguro che fra i premiati ci fosse anche Andrea Rughetti, leggo che era iscritto dall’84.

Nonostante situazioni che ci hanno visto opposti, negli ultimi anni, con Andrea.

Egli meritava una carriera diversa, aveva perso collaborazioni, aveva dovuto fare causa alla Gazzetta di Modena e l’aveva vinta, rammento il ritardo nei pagamenti da Prima Pagina, Modena.

Si era trovato, come me, a vivere di giornalismo ma senza essere più pagato da nessuno o quasi.Qquesto non accettava di raccontarlo, che lo raccontassi, avevamo lo stesso destino, io l’ho ancora e non ne faccio mistero.

Ritengo fondamentale la presenza di un segno delle associazioni e delle società sportive, al funerale di domani, alle 9, a Modena.
io stesso non sono certo di andare, per l’orario e perchè alle 10 ho l’udienza di sfratto delle vicende racconto da anni, a Reggio Emilia.
Al di là dell’iscrizione o meno, un messaggio di Aser, dell’Ordine, del Gergs, di assostampa Modena.

Ho chiesto all’Inter, all’ufficio stampa, un pensiero, per Andrea, era un grande tifoso nerazzurro.

Aveva scritto per anni per il Corriere dello sport-Stadio, da Modena.
Avevamo collaborato per 2-3 anni, sino a 3 anni fa, con le nostre testate, vannizagnoli.it, provvista di roc, dal 2020, attiva dal 2014, e con la sua, fondata nel 2012, Modenanoi.it, direttore ed editore.
Presidente Silvestro, non fosse stato premiato per i 40 anni o non avesse ritirato il premio, sarebbe bello consegnarlo alla mamma.
A Paolo Viganò, ufficio stampa del Modena: sarebbe bello dedicargli la sala stampa dello stadio Braglia, Andrea era il Modena, dal ’75, mi rivelò in una cena.
O almeno la sede dell’assostampa di Modena, ammesso che esista.
O una stanza nella sede del Gergs, a Bologna.
O la sala stampa del comune di Modena, ammesso che ci sia, non sono mai stato: all’ufficio stampa lavorava l’amico Giancarlo Scarpa, che era a Prima pagina Modena, nei mesi in cui Rughetti scrisse del Modena.
O comunque una sala del municipio. Andrea era sempre presente, alle conferenze stampa.
Non trovo la mail del comune di Castelfranco Emilia, il suo paese, idem.
Venerdì mi auguro di essere a Modena per il Catanzaro, mi auguro che il Modena, assostampa Modena, Gergs pensino al minuto di raccoglimento in sua memoria, a lasciare un mazzo di fiori alla sua postazione, anche se da anni era a casa, direi, nel suo studio, televisivo, a narrare il Modena.
Insomma, qualsiasi cosa pur di ricordarlo, nel tempo.
Ma penso anche ai colleghi che a Modena non ci sono più. Roberto Serio, temo anche Renato Cerulli, che leggevo su Tuttosport 30 anni fa, non sono se siano ancora viventi entrambi i Cadalora. Se sì, magari andrebbero premiati. Soprattutto, Sandro Bellei. Con Rughetti, Serio e Bellei, condividemmo tante ospitate a E’ tv Antenna1, grazie a Stefano Ferrari e all’altro padrone di casa Gian Paolo Maini.
Sarebbe bello realizzare un premio sportivo, a Modena, dedicato a questi colleghi.
Sarebbe bello se Andrea venisse ricordato oggi, al volley, al Panini, dov’era operativo forse da 40 anni.

Aveva realizzato radiocronache, soprattutto in trasferta, per radio Bruno. Commentò il playoff del Modena per Tvbstudio85, grazie a Luca Bello, la sconfitta interna con l’Albinoleffe, con Mignani in panchina.

Era stato il radiocronista ufficiale del Modena in serie D, spendendo la bellezza di 7mila euro, se ricordo bene, per i diritti, spesa mai recuperata. Andava in trasferta, dove l’audience è superiore.

Aveva una bella voce, il ritmo da narrazione antica, da emozioni.

Ha sempre fatto il giornalista escluso un periodo in cui aveva un’edicola e lì con tutti i quotidiani a disposizione la sua passione per la scrittura era aumentata.

Girava con un bel fuoristrada bianco, d’impatto.

Siamo stati vicini allo stadio Braglia, con il Carpi in serie A, a una cena del Sassuolo calcio.

Gli è mancato solo di scrivere un libro.

Era stato volto di Tele Studio Modena, anni fa, con dirette infinite. Era appassionato anche di scommesse calcistiche.

La sua presenza alle conferenze stampa a Modena era silente, da anni su youtube e su facebook, almeno, era in diretta in quante più situazioni possibili e, come vannizagnoli.it, non accettava che gli impedissero di riprendere eventi pubblici, tantopiù gratuiti.

Si aggirava, come noi, con il telefonino in mano e con il trepiede, magari lo spegneva più di noi.

Quando seppe che io facevo il concorso Rai, si informò. Non era tardi, nel 2019, solo non era professionista, ma un signor pubblicista. Instancabile.

Trovò spazio, con i suoi video, su vannizagnoli.it, su youtube, ma anche su Lapressa.it, il bel sito geminiano.

La nostra diversità era in questo. Andrea magari entrò in frizione con personaggi che noi adoravamo, come Walter Alfredo Novellino, ma soprattutto vannizagnoli.it vive per fare quante più domande possibili e le più nazionali, particolari, possibili, Andrea spesso rinunciava a porle. Felice, semplicemente, di esserci. Con il fiatone, perchè si spostava da Castelfranco Emilia a Carpi, dal Sassuolo al Modena, e poi in tutti i luoghi del capoluogo per essere sul pezzo.

“Non mi piace fare un sito di solo sport”, ci raccontò in un videoracconto in cui aveva anche scherzato su un appellativo che gli diede un caro collega.

Rugo aveva collaboratori, anche se silenti, come Mauro Tonelli, il suo inviato al Mapei per il Sassuolo, al Braglia per il Modena. E’ il grande cameraman di Trc, pubblicista dal 1979.

“Quel che avviene oltre il Secchia non è affar mio”, ci diceva.

Il Modena, i gialli, lo incendiavano. Come i nerazzurri.

Direttore ed editore, di una testata provinciale ricca, di notizie, di appuntamenti, di titoli, di video. Non era un grafico, non era un fine dicitore ma non si contenteva di pubblicare un semplice comunicato stampa e ne criticava la realizzazione, quando la trovava povera.

Andrea Rughetti era veramente un pioniere, dell’etere e poi del web. Peccato che da troppi anni non gli venissero aperte le migliori collaborazioni. Come per vannizagnoli.it, non era un problema di compensi, ma di considerazione. E tutti sapevano di quanto fosse appassionato Andrea, di calcio e di volley, di sport e non solo. Era un bel giornalista, a tutto tondo. Con i capelli biondi e mossi, con quello sguardo intenso, con quel sovrappeso che negli ultimi anni era stato contenuto dalla malattia.

Sapevamo, noi, solo di problemi cardiaci, non di altro. Eravamo convinti fossero stati superati. Era in onda in diretta sino a un paio di settimane fa, mai avremmo immaginato che fosse realmente malato e che fosse in ospedale.

Aveva l’abitudine di inviare foto da vannizagnoli.it a Silvia Gilioli, la direttrice. Erano montaggi video o di foto che gli recapitavano nostri haters. Lo contattavano e si divertiva a distribuirli. Avremmo preferito conoscere la fonte, pazienza. Chissà come andrà, lassù, adesso, con i gialli.

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