VANNI ZAGNOLI
La terza vita di Vincenzo Guerini si scopre per caso. “Da un anno – racconta al telefono – mi sono un po’ staccato dal calcio”. Era club manager alla Fiorentina, presente allo stadio e in tv, 5 anni che l’hanno portato a girare pagina. “Adesso ho un bar”.
Si percepisce che il rapporto con il ds Daniele Pradè non fosse idilliaco. Guerini voleva allenare, o comunque incidere. “Non mi sono arrivate proposte come dico io e allora ho girato pagina”.
Va bene, sì, a 63 anni sarà in pensione, come tanti. Sarà a casa, nel Bresciano, terra di molti allenatori e personaggio calcistici.
“No, sono ad Acicastello”.
E’ vicino ad Acireale, nei territori cari a Giovanni Verga. “E qui ho aperto il bar. Da 5-6 anni ho casa qua”.
Da seconda casa, da luogo di villeggiatura, a vita e lavoro nel Catanese. Guerini è passato da ex baby allenatore gira Italia a commentatore per Sky, a quel lustro viola. Comprese due partite da traghettatore verso la salvezza, dopo l’esonero di Delio Rossi, per il pugno a Ljajic.
Ecco che è difficile, adesso, visualizzare Guerini come proprietario e gestore di un bar. Che in realtà è ristorante, basta vedere il suo facebook, dove pubblica foto particolari, con i familiari e gli amici. A Pasqua, in particolare, il pranzo era sontuoso, con la famiglia Spedito e lo chef Claudio Trovato.
Guerini in Sicilia è un personaggio, aveva allenato il Catania per due volte, nel 2000 e nel 2003. Strano che ora sia tornato laggiù per aprire un locale di livello, certo, ma che lo vede lavorare con molta umiltà. “Scusa, ma non posso fare interviste – scrive con sms -. Ho deciso di prendermi una lunga pausa”.
Raccontava la sua nuova vita, dopo quelle 40 stagioni nel calcio. “A Firenze facevo da cuscinetto fra la squadra e l’allenatore e la proprietà. Credo pure di avere risolto i problemi, era un bellissimo ruolo”.
Un quinquennio intenso, magari Guerini ambiva a incidere di più, come fa nel suo splendido locale, ristorante ma pure bar e pizzeria, con begli ambienti e pure feste in costume. Basta vedere lo foto di Vincenzo, felice con familiari e amici, anche senza pallone. Strano che in terra etnea nessuno gli proponga di prendere in mano società, grandi o piccole. “Ho ricevuto molte proposte – spiega al telefono -, ma non quella giusta”.
E allora sta volentieri fra sala e fornelli. Viene in mente Albertino Bigon, diventato “alberghino”, sino a un paio d’anni fa, nel Padovano. Aveva fatto di una sua residenza un bed and breakfast e là si intratteneva la sera con i clienti, specialmente svizzeri, dopo i trofei al Sion, che lo riconoscevano e gli chiedevano di calcio. Ora Guerini sarà lì, a leggere i giornali non al bar, ma nel suo, al caldo di Acistello. Decine di sportivi e curiosi andranno in cerca del suo locale. Ricordando l’Acireale che in C1 fu di proprietà di Vittorio Cecchi Gori, all’epoca candidato in Senato in Sicilia.
Il mister dai baffi si è allungato i capelli, dà la sua impronta al locale, non ha rimpianti calcistici. Ma invece di godersi la pensione si rimette in gioco fra tavoli e fornelli. Nel 2002-03 allenò in Grecia, il Panachaiki, è passato attraverso 19 cambi di panchina. Praticava un calcio accorto e talvolta spettacolare. Il top fu a Piacenza, nel ’97-’98, salvo con Rastelli e Stroppa, Piovani e Scienza, Valoti e il primo Simone Inzaghi, Vierchowod e il fido Dionigi. Ora passerà alla storia come unico allenatore diventato barista.