Il Messaggero, basket. La 2^ supercoppa di Milano, la rivincita di Pianigiani, accantonato dal presidente Petrucci per Messina, che da ct non ha fatto meglio. Il montenegrino Theodore, Biligha. Il consigliere Galanda: “Spettacolo a tutto tondo”

Jordan Theodore mvp della seconda supercoppa di Milano (lapresse): è americano, ha girato il mondo

L’integralità del commento alla coppa, per  Il Messaggero.

Forlì
Milano vince la supercoppa, non facile, 82-77, ma al tempo stesso facile. Conduce sempre, ha buona continuità offensiva, meno in difesa, concede parecchio ai campioni di Venezia. Si ondeggia, come in laguna, dal punto ai 5-8 di vantaggio, con circolazione apprezzabile e schemi. Sprazzi di Biligha, il camerunense leonino in azzurro, in un Europeo ino in tutti i sensi.
In prima fila si vedono anche su Eurosport2 il presidente Gianni Petrucci e l’ex designatore arbitrale del calcio, Tedeschi, ora numero uno della federazione in Emilia Romagna. E poi il neo ct Sacchetti, il ™ Brunamonti. Assistono allo show di Jordan Theodore, un marziano, per il basket di oggi. Vince da solo la supercoppa, bissando il successo di Milano di un anno fa. In tribuna il presidente, sindaco e sponsor Luigi Brugnaro, architetto di professione e dello scudetto di Venezia, il terzo, neanche si fa trasportare dai nervi. Perchè Milano è superiore, quest’anno non fallirà. Simone Pianigiani in panchina si agita, prendendosi le proprie rivincite. In nazionale fece benino, Petrucci lo giubilò per Messina, che da ct non ha fatto meglio. A Siena era il nemico di Milano, il rivale per esempio di Sergio Scariolo, si captava dalle mezze frasi che ci regalavano, ora il ct della Spagna è uscito in semifinale e Pianigiani dopo lo scudetto in Israele può aprire il vero ciclo di Milano. Peccato solo abbia tanti stranieri, gente che di fatto è gregaria di Theodore. Cinciarini è come in nazionale, capitano non giocatore a 31 anni, Fontecchio entra ancor meno, Pascolo sta in panchina perchè non al meglio, Cusin in azzurro era titolare d’emergenza, qui si ferma a due minuti e mezzo, complice un infortunio. E’ difficile affezionarsi alla squadra dei 27 titoli, con grandi come M’Baye e Gudaitis e compagnia, sconosciuti al grande pubblico ma bravi. A un minuto dalla fine, sul 76-72, Walter De Raffaele neanche ha tempo per sognare i supplementari, dietro quegli occhiali scuri, unici nello sport professionistico.
Venezia è viva, lotta, vuole aggiudicarsi la Champions, Milano però fa l’Eurolega per diritti divini e questo non è giusto. Riuscirà a non arrivare ultima, quest’anno? Perchè questo si chiede il nostro basket. La fase di contenimento non va, l’intesa è buona. A Forlì l’atmosfera è da grande evento, c’è il consigliere federale Giacomo Galanda, a sottolinearlo: “Cerchiamo lo spettacolo a 360° gradi”. Come la penetrazione che Goudelock a chiudere ogni discorso. Milano è Milano, Giorgio Armani insiste con il presidente Livio Proli, che avrebbe dovuto esonerare se stesso, con 15 milioni di euro buttati, nell’ultima annata. Ma adesso si pensa al triplete, come sempre. Il poker, ovvero l’Eurolega, resta lontanissima, anche solo come finale.

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