Il Calciatore. Il Vicenza ritira la maglia numero 25. Bastianello, presidente dell’associazione Piermario Morosini: “Nessuno muore. se continua a vivere nel cuore di chi resta. Preveniamo la morte per arresto cardiaco”.

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Piermario Morosini ai tempi del Vicenza

Il Vicenza ha ritirato la maglia numero 25 che indossava e gli ha intitolato il centro tecnico di Isola: “Qui aveva mosso i primi passi da professionista”, sottolinea il presidente biancorosso Tiziano Cunico.

A metà aprile è stato ricordato da una cena di tifosi con tutti i giocatori del Vicenza, i dirigenti, il tecnico Pasquale Marino e il suo staff. Inoltre gli hanno dedicato un torneo giovanile, con Vicenza, Chievo, Udinese, Roma, Juventus e Atalanta, giunto alla terza edizione.

Ha tre anni anche l’associazione Piermario Morosini, nata per volontà e disponibilità di 6 persone, perché “nessuno muore se continua a vivere nel cuore di chi resta”.

“Da sempre siamo impegnati nella ricerca medica – spiega il presidente Paolo Bastianello, vicentino, di Dueville -, grazie al forte legame con la fondazione de “La Città della Speranza”. Diffondiamo nello sport, nelle scuole e nel sociale l’importanza di prevenire la morte generata dall’arresto cardiaco”.

Bastianello è addetto alle vendite per prodotti specifici per industria alimentare, a metà aprile ha tenuto una lezione con un cardiologo alla scuola Montagna, di Vicenza, che diploma veterinari: “Vorremmo proporre come materia di insegnamento nelle scuole medie e superiori la rianimazione cardiaco-polmonare. Assieme al Coni vicentino, si potrebbe introdurre anche alle elementari, come un gioco, inizialmente”.

Conta oltre 400 soci, è attiva con alcune iniziative legate ai giovani e al sociale con lo scopo principale di diffondere i valori fondamentali per la crescita dei ragazzi nella vita di ogni giorno.

Nel gennaio 2014 ha battezzato il progetto “un assist alla vita”, percorso di sensibilizzazione alla rianimazione cardio polmonare nei comuni della provincia veneta e tra le associazioni sportive.

“Aveva partecipato anche Federica Lisi – conclude Bastianello -, la vedova di Vigor Bovolenta, scomparso in circostanze analoghe nel volley. Vogliamo diffondere il defibrillatore come strumento salvavita. Bisogna partire dai giovani per migliorare questo tipo di cultura, imitando il percorso fatto con l’inglese: adesso anche i bambini lo apprendono molto presto. Salvare vite è la cosa più importante”.

v.zagn.

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